Novara - Cim (centro intermodale merci) e frazione di San Martino (ultimo baluardo del Piemonte prima di Magenta e Milano) letteralmente bloccate. Questo l'esito della protesta che ha riguardato la categoria degli autotrasportatori, andata in scena nella mattinata e nel pomeriggio di lunedì 23 gennaio. "Abbiamo fermato tutti i colleghi che col loro mezzo volevano continuare a lavorare nonostante la nostra protesta - ha spiegato uno dei manifestanti - Il nostro dissenso deve essere chiaro e forte per tutti, in quanto non è possibile andare avanti in questo modo: il gasolio per trasporto è aumentato quasi del doppio nel giro di pochi anni; il pedaggio dell'autostrada ha avuto anch'esso degli incrementi assurdi. E poi abbiamo regole sugli orari di lavoro che sono vecchie di quasi 40 anni: ditemi voi è possibile andare avanti in questo modo?".
La protesta al Cim come a San Martino prevedeva inizialmente il blocco totale della viabilità; dopo alcuni colloqui con i rappresentanti delle Forze dell'Ordine (questura, prefettura, polizia stradale e polizia municipale) la situazione è tornata (abbastanza) alla normalità.
"Abbiamo gestito la protesta - spiega il sindaco di Trecate, Enrico Ruggerone - in modo molto egregio e preciso, tanto che abbiamo avuto i complimenti da Novara. Sono stato in mattinata a San Martino per ascoltare le ragioni degli autotrasportatori e ho chiesto loro di non bloccare completamente la viabilità, ma di lasciarla libera e sicura almeno per le vetture private". Su questi fatti si è tenuta una riunione d'urgenza in Prefettura alla presenza dei rappresentanti dei Comuni di Novara e Trecate.
A Novara il fermo dell'autotrasporto iniziato dalle prime ore di lunedì mattina ha creato disagi alla circolazione stradale ma anche al lavoro di quegli autotrasportatori che vogliono garantire la normale attività di trasferimento delle merci. Nei pressi di alcune aziende aderenti all’Associazione Industriali di Novara sono state messe in atto azioni intimidatorie nei confronti degli autotrasportatori che dovevano consegnare o far partire il proprio carico e cui è stato impedito di entrare e di uscire dalle aziende. «Chiediamo – dichiara il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – che l’azione di fermo dell’autotrasporto in atto sia ricondotta nell’ambito della più totale legalità, salvaguardando il diritto dei cittadini e dei lavoratori alla libera circolazione e il diritto delle imprese al normale adempimento delle loro attività economiche. Sottolineiamo – aggiunge Curini – che, come la quasi totalità delle imprese del comparto, nessuna delle aziende nostre associate del settore logistica e trasporti ha aderito all’azione di fermo e chiediamo, anche a loro nome, che sia consentita la facoltà, costituzionalmente garantita, di svolgere la propria attività lavorativa ripristinando le condizioni minime di sicurezza per poter far circolare gli automezzi».