Novara - L’Università del Piemonte Orientale si posiziona da anni ai vertici delle classifiche nazionali per la ricerca scientifica; le graduatorie stilate negli ultimi anni dal Sole 24 Ore e dal Censis hanno premiato il lavoro svolto nei dipartimenti UPO e soprattutto il MIUR ha certificato con il marchio di eccellenza 3 dei 7 dipartimenti dell’Ateneo. I riconoscimenti ottenuti non hanno mai fermato la prolifica attività di ricerca, per questo motivo il Rettore prof. Gian Carlo Avanzi (foto) ha deciso di diffondere al grande pubblico i più recenti risultati con una presentazione dedicata ai media. Sono stati scelti 4 progetti di eccellenza che coprono discipline scientifiche e umanistiche, dalla medicina alla sociologia, dalla fisica alla chimica dei materiali. Oggi, lunedì 22 novembre, presso la Sala conferenze del Rettorato a Vercelli, sono stati illustrati i primi due progetti: “ICOS-Fc - Role of the ICOS/ICOSL system in Fragility Sindrome” e “Una comunità che Cura”. ICOS-Fc è il primo trattamento biologico in grado di regolare tutti i meccanismi che stanno alla base dell’erosione e della rigenerazione delle ossa. Finanziato dalla Fondazione Cariplo e realizzato in collaborazione con l’Università di Torino, vede coinvolto un team UPO del Dipartimento di Scienze della Salute di Novara, composto dai professori Umberto Dianzani, responsabile scientifico del progetto, Emanuele Albano, Flavia Prodam e Annalisa Chiochetti. «ICOS-Fc – ha spiegato il professor Dianzani – è una molecola biotecnologica biocompatibile che inibisce l’attività degli osteoclasti, che sono cellule coinvolte nel continuo rimaneggiamento fisiologico del tessuto osseo. Questa azione può essere sfruttata nella cura di malattie caratterizzate da un eccessivo riassorbimento osseo, come l’osteoporosi, le fratture patologiche e i tumori osteolitici. Agisce inoltre sulla risposta immunitaria e può avere applicazioni nella immunoterapia dei tumori solidi e nella sindrome metabolica».
“Una Comunità che Cura” è un progetto di welfare territoriale realizzato con fondi europei nell’ambito della strategia “WE CARE” della Regione Piemonte. Il progetto è dedicato a interventi riguardanti l’assistenza domiciliare di anziani e disabili non autosufficienti e ha visto convolti, per l’UPO, la professoressa Eliana Baici, affiancata da Giovanni Cuttica e Samuele Poy. «Il nostro gruppo di ricerca – ha sottolineato la professoressa Baici – è stato coinvolto nel progetto fin dall’inizio, a partire dalla stesura della risposta al bando We.Ca.Re. della Regione Piemonte. La nostra attività principale è stata però quella della valutazione. Le informazioni emerse dal nostro lavoro di valutazione hanno permesso di raccogliere delle prime evidenze sulle caratteristiche degli utenti che si sono rivolti allo Spazio, queste informazioni sono fondamentali e strategiche per il servizio stesso: conoscere chi “ha bussato alla porta dello Spazio”, permette delle riflessioni sulla popolazione target del servizio, in un’ottica di ricalibrare la campagna informativa per attrarre, per esempio, a chi non si è ancora rivolto al servizio».
Gli altri due progetti saranno presentati con le stesse modalità mercoledì 1° dicembre; si tratta di “Ultra-Fast Silicon Detectors: Enabling Discoveries”, un nuovo paradigma nel tracciamento di particelle nello spazio e nel tempo, e di “TexEMFire”, un materiale tessile con proprietà di scudo elettromagnetico e di ritardo di fiamma, ottenuto con tecniche basate su plasma.