Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Giovanni Cardone, direttore di CIA e Unione Agricoltori sui recenti danni da maltempo e la politica di difesa del territorio: "Il maltempo di questi ultimi giorni ripropone il tema della gestione del territorio ormai non più rinviabile. Gli eventi climatici estremi non sono più un eccezione ma stanno diventando una consuetudine. Le piogge degli scorsi giorni hanno causato una volta di più gravi danni anche all’agricoltura novarese. Campi allagati, argini rotti, strade divelte, cascine inondate. E’ un triste repertorio che periodicamente si ripropone; gli allarmi, le richieste e le proposte degli agricoltori sono state puntualmente ignorate. Meno di un anno fa i torrenti Agogna e Terdoppio esondavano allagando campagne, strade e cascinali ma nonostante i solleciti delle organizzazioni agricole e le ripetute riunioni con tutti gli enti preposti nulla è stato fatto. Erano stati individuati degli interventi urgenti ma la burocrazia e il rimpallo delle responsabilità hanno bloccato tutto e puntualmente gli eventi naturali violenti si sono ripresentati e ricomincia il conto dei danni. Le richieste sono quelle di sempre: interventi immediati di ripristino delle situazioni più a rischio, rafforzamento degli argini, pulizia degli alvei di fiumi e torrenti le cui sezioni con il tempo si sono molto ridotte a causa del deposito del materiale trasportato a valle dall’acqua e dalla crescita incontrollata della vegetazione. Occorre un piano di interventi da attuare in tempi rapidi e poi prevedere una manutenzione ordinaria continua dei corsi d’acqua. Manca una vera politica di difesa e conservazione del suolo che potrebbe vedere gli agricoltori protagonisti in positivo con la loro opera di presidio e manutenzione del territorio. Poco o nulla è stato fatto in questi anni per tutelare il territorio da incuria e degrado, del tutto assente la manutenzione. Continua invece la cementificazione che negli ultimi venti anni ha cancellato oltre due milioni di suolo agricolo contribuendo all’impermeabilizzazione del territorio. Occorre un cambio di passo, servono nuove e adeguate politiche di prevenzione, bisogna attivare un programma rapido di manutenzione straordinaria cui affiancare una puntuale azione di vigilanza e controllo delle situazioni a rischio che non può non coinvolgere gli agricoltori la cui opera di presidio e manutenzione è fondamentale tanto in pianura quanto nelle aree marginali di collina e di montagna. Diversamente continueremo periodicamente a contare i danni".