Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Carla Cavagna (Medicina Democratica): "L’ assessore regionale alla sanità Icardi va a Roma e ritorna sbandierando un via libera alla nuova città della salute di Novara che in realtà è una sonora bocciatura. La richiesta di una legge regionale ad hoc per garantire la copertura finanziaria del nuovo ospedale come altro può essere considerato? C’è da chiedersi che cosa stia fermando quest’opera, non sarà come più volte è stato segnalato che i costi reali della città della salute sono superiori a quelli indicati dal piano economico finanziario? Non sarà che le coperture finanziarie del canone di disponibilità come più volte dichiarato pubblicamente da rete salute non sono sufficienti? Come è stato possibile non prevedere nel piano economico finanziario del nuovo ospedale novarese i costi per gli arredamenti, per i macchinari biomedicali e per gli impianti tecnologici? Non solo a oggi i due terzi dei terreni dove dovrà sorgere il nuovo ospedale non sono ancora di proprietà dell’azienda ospedaliera bensì di privati. Le fonti di finanziamento per l’acquisto di questi terreni non sono indicate in nessun atto dell’azienda ospedaliera. Cosa c’entra il partenariato pubblico privato in tutto ciò? Non c’entra nulla. Il partenariato pubblico privato aggrava i costi con degli interessi sul finanziamento privato di oltre 200 milioni assolutamente fuori mercato. Quindi vent’anni di annunci sui giornali di fantomatici piani economici, finanziamenti statali e privati hanno partorito un vero pasticcio tecnico burocratico. La richiesta da parte del ministero di una legge regionale per dare copertura a un’opera già finanziata dallo Stato e dalle banche dimostra inequivocabilmente il fallimento del grande partito degli affari. Medicina democratica fatte tutte queste considerazioni chiedela realizzazione di un nuovo ospedale pubblico, di proprietà pubblica costruito con fondi pubblici che non richieda il pagamento di un canone di disponibilità finanziariamente insostenibile per l’azienda ospedaliera novarese. La nuova città della salute di Novara non dovrà in alcun modo essere un affare per pochi, ma un’opera pubblica che non producaun indebitamento del sistema sanitario piemontese, premessa per procedere alla privatizzazione selvaggia".