Novara - Centri commerciali, negozi, farmacie e palestre: sono 126 gli esercizi commerciali che diffondevano abusivamente musica tutelata dal diritto d’autore che sono stati individuati dalle Fiamme Gialle novaresi a seguito dell’operazione “Music In Black”. Le attività d’indagine, coordinate dalla Procura della Repubblica di Novara, hanno permesso di raccogliere gli elementi di prova a carico di oltre 100 indagati nell’ambito di una vasta operazione di servizio che ha interessato tutto il territorio nazionale. Gli accertamenti, sviluppati sulla base dei dati acquisiti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Novara, hanno consentito di far emergere che oltre un terzo dei clienti collegati ad un network “pirata”, avvantaggiandosi dell’anonimato garantito loro dal sistema di frode ideato da un Music Provider novarese (che, per contenere i costi relativi alle licenze di sua spettanza, aveva omesso di comunicare a SIAE ed SCF i dati relativi alla propria clientela), avevano deciso di rischiare ed omettere in tutto o in parte il pagamento dei diritti spettanti agli autori ed editori nonché ai produttori di fonogrammi nel rispetto della legge sul diritto d’autore. Per poter utilizzare all’interno del proprio esercizio commerciale un sottofondo musicale composto da brani tutelati, qualunque sia la sorgente utilizzata (sia essa un compact disc, una radio o un servizio di music in store), occorre infatti acquisire una specifica licenza da parte della S.I.A.E. e, nel caso si intenda utilizzare i brani tutelati da quest’ultima, anche dalla Società Consortile Fonografici per quanto riguarda i relativi diritti connessi. A seconda delle superficie e della tipologia dell’esercizio commerciale, disporre di una regolare licenza per diffondere in pubblico un sottofondo musicale di qualità, soprattutto per le superfici commerciali più grandi, può, però,arrivare a costare anche diverse migliaia di euro all’anno. Può essere veramente forte, allora, la tentazione di provare ad ottenere furbamente un bel “risparmio” su queste spese! Questa volta, però, le cose non sono andate come i “furbi” si aspettavano: i responsabili dell’illecita diffusione dei contenuti musicali all’interno degli esercizi commerciali sono stati segnalati alle competenti Procure della Repubblica per la violazione dell’art. 171 della Legge 633/1941 e possono rischiare fino ad un anno di reclusione, mentre le sanzioni amministrative conseguenti all’applicazione dell’art. 174 bis, per alcuni degli esercizi individuati, arriveranno a superare anche l’importo di 30 mila euro. Le indagini svolte dai militari della Guardia di Finanza, infatti,avendo permesso di sequestrare gli elaboratori presenti presso i clienti, hanno, altresì, consentito di ricostruire con esattezza il numero e la tipologia di contenuti musicali diffusi all’interno dei singoli esercizi commerciali. Come se non bastasse, nei confronti del Music Provider novarese, oltre alle segnalazioni relative ai profili di responsabilità penale ed amministrativa, si è provveduto anche ad avviare le procedure necessarie per l’applicazione delle specifiche sanzioni amministrative per la responsabilità prevista per gli enti per i fatti dipendenti da reato. Per la commissione di alcuni dei delitti previsti in materia di violazione dei diritti d’autore, è infatti prevista l’applicazione in capo alla società nei cui interessi è stato commesso il reato, di una sanzione pecuniaria che può arrivare anche superare l’importo di 700.000 euro e l’applicazione di pesanti sanzioni accessorie tra cui, a mero titolo esemplificativo, rientrano anche l’interdizione dall’esercizio dell’attività, la sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito ed il divieto di pubblicizzare beni e servizi fino ad un anno.