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Musica in aiuto

50 famiglie supportate, nei due anni di pandemia, dal progetto di terapia applicata attraverso le arti promosso da Dedalo Società Cooperativa Musicale di Novara e sostenuto da Fondazione Comunità Novarese onlus

Novara - Volge al termine il progetto “Musica in aiuto” promosso da Dedalo Società Cooperativa Musicale e sostenuto da Fondazione Comunità Novarese onlus. Scopo del progetto, nato nel 2019, è quello di utilizzare la musica, la danza e il teatro per  estendere il tempo della terapia anche nel tempo libero delle persone con fragilità. Un percorso non medicalizzato, dunque, da realizzare in uno spazio allestito in modo da poter essere condiviso da genitori e circa 50 giovani disabili o con difficoltà comportamentali, relazionali ed emotive e che, grazie al supporto di pedagogisti, psicologi, musicoterapeuti, danzaterapeuti ed esperti di teatro, non si proponga finalità strettamente terapeutiche, ma punti a realizzare quella base di benessere necessario alla buona riuscita della terapia stessa. Cuore del percorso? La centralità della relazione nutrita attraverso una terapia non verbale a sostegno delle fragilità.

LA REALTA’ DEDALO

Dedalo, nata come Associazione Culturale nel 1995, si è trasformata in Cooperativa Sociale nel 2012, sviluppando una sensibilità e una professionalità orientata alla promozione dell’attività musicale quale strumento di promozione sociale e sostegno alle fragilità. Ad oggi è la più grande scuola di musica della provincia di Novara con oltre 1.000 allievi e accanto ai tradizionali corsi di strumento, promuove l'attività collettiva, attraverso la partecipazione a cori e orchestre. Ha fondato e gestisce cinque orchestre giovanili operando nelle scuole con progetti volti a favorire inclusione e cultura, attraverso la pratica orchestrale. La natura di Cooperativa Sociale ha indotto un profondo cambiamento di approccio da parte della Scuola di Musica: non più musica come fine ma musica come strumento di promozione sociale. Dal 2019, in Dedalo è nata una innovativa equipe multidisciplinare (composta da Linda Anzaldi, Cecilia Prina, Michele Volpi Spagnolini, Luana Bigioni, Francesca Colli) in cui i saperi della musicoterapia si integrano con quelli della danzaterapia, della psicologia e della pedagogia. Equipe che si è trovata ad operare proprio nei difficili anni della pandemia.

IL PROGETTO “MUSICA IN AIUTO”

Il progetto originario “Musica in aiuto”, sostenuto da Fondazione Comunità Novarese con un contributo di 20.000 euro, si è dovuto adattare alle esigenze imposte dalla pandemia. In accordo con le linee guida condivise dalle maggiori scuole di musicoterapia nazionali l'accompagnamento di bambini e ragazzi è stato in parte realizzato (nei momenti più duri del lockdown) a distanza e  l’attuazione di protocolli di sanificazione specifici, opportunamente inseriti nel piano di sicurezza, ha consentito di riprendere, già nel giugno 2020, le terapie in presenza per tutti i pazienti fragili. 

“Molte ricerche relative alla pandemia – commenta il referente di progetto per Dedalo, Raffaele Molinari - sottolineano come la pandemia farà sentire i suoi effetti a livello psico-socio-relazionale ancora a lungo. E’ stato fondamentale garantire uno spazio di accoglienza, un tempo di condivisione e una relazione per supportare chi vive un momento di disagio psicoemotivo e relazionale in questo periodo che è sì di crisi, ma che può diventare tempo di trasformazione. Grazie al sostegno di Fondazione Comunità Novarese, si è potuto fronteggiare il momento di crisi testimoniato dalle numerose segnalazioni di difficoltà che arrivavano dalle famiglie. Sono stati assegnate borse di studio e si sono rafforzati i legami con associazioni che, sul territorio, si occupano di disabilità e di età evolutiva”.

“L’obiettivo di Dedalo, al momento della presentazione del progetto, – spiega il Presidente di Fondazione Comunità Novarese onlus, Prof. Davide Maggi – era quello di creare uno spazio accogliente per genitori e figli diversamente abili o con difficoltà comportamentali da condividere con il supporto di persone dedicate e adeguatamente preparate. Poi, la pandemia ha colto tutti di  sorpresa; la solitudine e l’isolamento, spesso già presenti nella vita quotidiana di persone con fragilità, si sono tramutati in una vera e propria piaga. Il progetto “Musica in aiuto” ha saputo, saggiamente, rimodularsi secondo le nuove esigenze dettate dalla pandemia e gli esperti hanno potuto toccare con mano i risultati positivi delle azioni introdotte. Per questo motivo non possiamo che essere soddisfatti dei risultati e della capacità di riprogrammazione della Cooperativa Musicale Dedalo, che si conferma un ente competente e capace ad andare incontro alle esigenze dei suoi iscritti”.

GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI

Grazie al progetto “Musica in Aiuto” l’equipe ha supportato oltre 50 famiglie in difficoltà e ha preso in carico oltre 40 pazienti con interventi in ambito preventivo e riabilitativo. Sono stati seguiti bambini ed adolescenti con disturbi emotivi e relazionali e anche bambini affetti da gravi patologie di natura genetica o disturbi inerenti lo spettro autistico. Risultati importanti e conseguiti non senza fatica, considerando la situazione complessa e inattesa. 

“La brusca chiusura imposta nel 2020 dal primo lock down – spiega il Dott. Michele Volpi Spagnolini, musicoterapeuta - ha fatto vivere e sentire in modo molto forte quanto sia drammatica la condizione di isolamento che i miei pazienti vivono nel quotidiano e quanto ancora più doloroso potesse essere per loro un ulteriore isolamento imposto dal Covid. Uno dei momenti più emozionanti della ripresa delle terapie è stato il rientro dei bimbi che hanno mostrato, soprattutto con linguaggio non verbale, una grande gioia nel ritrovarsi in un luogo, per loro, significativo. Fortunatamente tutti i pazienti hanno ripreso le terapie dando prova di grandi capacità di recupero nella situazione relazionale e contenitiva che il setting di musicoterapia offre loro. In breve tempo le difficoltà comunicative causate dall’isolamento forzato hanno lasciato spazio al ritorno di una routine fatta di ritualità e modi di essere tipici delle personalità in tempi pre-pandemici”.

“Indubbiamente – aggiunge la Dott.ssa Cecilia Prina, musicoterapeuta - se c’è qualcosa che la pandemia ci ha insegnato, è proprio l’importanza del poter coltivare relazioni in presenza. L’equipe di Musica in Aiuto ha investito prioritariamente su terapie in presenza, con tutte le misure di sicurezza necessarie. Continuare il lavoro è indispensabile ancora oggi per aiutare ogni paziente a  rielaborare, attraverso l’espressione sonoro-musicale e attraverso il corpo, le emozioni più forti che questa esperienza ci ha lasciato e che potrebbero avere una ricaduta sulla qualità di vita futura”.