Novara - Una giornata all’insegna del contrasto all’usura quella di venerdì 5 febbraio, cominciata alle 14 con l’incontro tra le realtà del Nord-Ovest d’Italia che si occupano del fenomeno. Intorno al tavolo si sono seduti rappresentanti di fondazioni, associazioni e sindacati per la prima tappa di un percorso voluto da SOS Giustizia (il progetto di Libera che si rivolge alle vittime di usura ed estorsione) verso un forum nazionale per una proposta di riforma della legge sull’usura 108/1996. La normativa rappresenta un enorme passo avanti compiuto vent’anni fa, ma sconta inevitabilmente una certa obsolescenza, dato che «l’usura è un fenomeno in continua evoluzione», come ha sottolineato in apertura don Marcello Cozzi, responsabile nazionale di SOS Giustizia e presidente della fondazione nazionale antiusura Interesse Uomo.
Alla tavola rotonda ha partecipato anche la Dirigente della Squadra Mobile di Novara Sabrina Galli, che ha evidenziato l’importanza di fare rete e della collaborazione tra forze dell’ordine e cittadini: «Noi arriviamo sempre dopo, quando il danno è già fatto. Per questo è fondamentale il vostro operato», anche se a volte la repressione può essere funzionale alla prevenzione, come dimostra la recente operazione Bloodsucker, che ha generato fiducia nelle vittime.
Alle 21 si è invece tenuta al Palazzo Comunale di Trecate una conferenza dal titolo “Crisi, usura e mafie“, con al tavolo dei relatori don Cozzi, Francesca Rubino di SOS Giustizia Nord-Ovest, Alessandro Buscaglia dell’Osservatorio sulle mafie di Libera Novara, e il padrone di casa Filippo Sansottera, Presidente del Consiglio comunale di Trecate e delegato per Avviso Pubblico. Al centro della serata le cause dell’usura, le conseguenze e la via per uscirne offerta da SOS Giustizia. Come ha spiegato Francesca Rubino, «il progetto offre un aiuto “psico-sociale” alle vittime, che non condividono quasi mai il problema con nessuno, neanche con i familiari» e quindi occorre procedere a un vero e proprio “corteggiamento” per conquistare la loro fiducia. Il passo successivo consiste nella realizzazione del problema, raramente visto come tale dagli usurati, a cui deve seguire inevitabilmente la denuncia: «Non ci sono altre vie d’uscita, è fondamentale che la vittima compia un percorso di liberazione completo dalla soggezione agli usurai». In questo percorso Libera è sempre presente, prima e dopo la denuncia, supportando le persone offese da questi reati anche nel corso dei processi: «Siamo lì innanzitutto per dimostrare loro che non sono sole».