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Novara: cybertruffatore dalle mille identità arrestato dalla Squadra Mobile

Novara - La Squadra Mobile, venerdì, ha tratto in arresto un abile cyber truffatore dalla mille identità. In particolare gli investigatori della Mobile erano stati allertati dalla Polizia Postale di Verona presso la quale un cittadino aveva presentato denuncia di sottrazione di 4.500 euro dal proprio conto corrente. Tale somma era stata accredita su un conto corrente acceso a Novara ed intestato ad un cittadino polacco. Con uno stratagemma gli uomini della Mobile riuscivano a bloccare il conto costringendo, così, il malvivente a recarsi personalmente presso l’istituto bancario. Al termine di un lungo appostamento i poliziotti sono riusciti a bloccare il cyber truffatore. L’uomo, vistosi scoperto, ha consegnato una Carta di identità italiana attestante le proprie generalità e la propria cittadinanza polacca. Da subito, però appariva inverosimile che l’accredito della somma di denaro fosse stata fatta su un conto corrente intestato. Gli operatori della Polizia, quindi, hanno avviato ulteriori accertamenti per scoprire la reale identità del malvivente che, verosimilmente, si era avvalso di documenti falsi e di un’identità di comodo per non essere identificato. L’intuizione ha trovato un primo riscontro quando, controllando le precedenti frequentazioni del fermato si scopriva che, spesso, era stato oggetto di controlli di polizia in compagnia di cittadini russi ed ucraini. Si avviava, così, una ricerca tra cittadini ucraini e russi residenti in provincia sino a giungere all’ex moglie del malvivente. L’immediato controllo permetteva di rinvenire il vero passaporto del reo, attestante, ovviamente, generalità differenti da quelle dichiarate, e la vera nazionalità, russa. L’uomo è stato, quindi, arrestato per immigrazione clandestina, uso di atto falso valido per l’espatrio, false attestazioni e frode informatica. L’accredito dal conto corrente della vittima, infatti, era stato fatto “craccando” le password ed aggirando il sistema di sicurezza dell’ ebanking. Anche il conto corrente intestato all’identità fantasma del reo è stato sequestrato. Le indagini, ora, proseguono per addivenire all’identificazione di altri complici e per accertare se vi siano altre vittime ed altre identità utilizzate dal malvivente.