Novara - Je suis Charlie: tre parole di solidarietà precedute da un hashtag sono diventate parola chiave su Twitter per condividere rabbia e desiderio di libertà. Tre parole che hanno chiamato a raccolta migliaia di persone. Le piazze di tutta Italia sono con Charlie Hebdo, con gli agenti e i giornalisti morti e con quelli sopravvissuti, e invocano la libertà di stampa e il rifiuto di ogni integralismo. Anche a Novara, sabato 10 gennaio, nella piazza di fronte al Duomo, bandiere a mezz'asta, riempivano le vie circostanti. Matite al cielo, come bandiere, più forti dei cartelli. Di quelle armi che hanno ucciso dodici persone , "le nostre armi di oggi": la stessa impugnata dai vignettisti e dai giornalisti caduti oggi sotto i colpi di kalashnikov degli attentatori.
In segno di lutto, alcune candele accese in un silenzio quasi irreale. Un raduno di solidarietà, quella di Novara, iniziata nel tardo pomeriggio, che ha visto, tra i primi ad arrivare, alcuni studenti di giornalismo con uno striscione «Solidali» e cartelli con messaggi sulla libertà di stampa che «non ha prezzo».
Alcuni hanno anche portato mazzi di fiori, e messaggi su sfondo nero con la scritta «Je suis Charlie», la stessa immagine che è diventata fotografia dei profili sui social network, che è diventata sintesi di quella solidarietà testimoniata in tante forme, stessa scritta ideata con dei lumini davanti piazza Duomo. Emozione e commozione per quanto di drammatico è accaduto a Parigi mercoledì scorso, che ha visto la mobilitazione di tutte le forze sociali che hanno a cuore la democrazia, la libertà, la convivenza civile: “ Gli ideatori sono diversi giovani del nostro Circolo GD - dichiara Gill Gastaldelli, studente di Scienze Politiche - i quali hanno anche curato l'organizzazione pratica. Abbiamo scelto di non farne un evento politico della nostra giovanile proprio perché riteniamo che sul tema della difesa della libertà e della democrazia sia sbagliato piazzare bandiere di partito. Il sit in vuole essere una manifestazione di solidarietà al popolo francese e alle famiglie delle vittime, motivo per cui prenderanno parte diverse persone della comunità musulmana novarese così come esponenti di Libera”. Tra i presenti anche il sindaco Andrea Ballarè con il vice Fonzo, l'assessore regionale Augusto Ferrari, gli assessori Pirovano, Turchelli ed il consigliere regionale Domenico Rossi, oltre a diversi rappresentanti della Provincia e del Consiglio comunale. Il popolo francese e i familiari delle vittime non sono soli, come ha dimostrato la manifestazione. Anche Novara continuerà a far la sua parte per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di contrastare ogni forma di violenza e per promuovere i valori della pace e dell'integrazione.
Francesca Riga