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Operazione “Agua y Jabón” della Guardia di Finanza

Novara - Oltre trentamila prodotti cosmetici sono stati sequestrati a seguito di un’operazione condotta su tutto il territorio nazionale dai militari della Guardia di Finanza di Novara. Le analisi chimiche, effettuate grazie alla collaborazione dei laboratori dell’Arpa di Torino, hanno permesso di individuare, su una serie di prodotti selezionati, la presenza di metalli pesanti altamente dannosi per la salute in concentrazioni superiori anche all’800% del limite consentito dalla legge. Più di 18 mila cosmetici sono stati sequestrati per la presenza nella loro composizione chimica di tracce di piombo oltre le tolleranze ammesse ed in 4 mila è stata individuata addirittura la presenza di cromo. Erano tutti quanti prodotti in Cina e importati da due diverse società di diritto spagnolo per essere immessi in commercio in tutta Europa. Sette le persone denunciate, tutte di etnia cinese, residenti a Novara, Milano, Palermo, Catania, Bari, Bologna e Napoli. I finanzieri, costantemente impegnati sul fronte delle azioni a tutela del mercato e dei consumatori, questa volta hanno soffermato la loro attenzione sui alcuni prodotti cosmetici apparentemente innocui che riportavano l’indicazione degli ingredienti in lingua spagnola: esposti in bella mostra nella vetrina di un negozio di Novara attiravano l’attenzione dei possibili acquirenti attraverso un packaging gradevole ed un prezzo allettante. Ma dietro le ammicchevoli promesse di un prodotto dall’aspetto rassicurante proposto ad un prezzo particolarmente vantaggioso a volte si celano compromessi che posso arrivare a mettere a repentaglio anche la salute di chi inconsapevolmente lo acquista e lo utilizza per se stesso o peggio ancora lo regala a qualcun altro che ne disconosce completamente la provenienza.
Insospettiti dal prezzo fin troppo contenuto e dall’assenza di indicazioni in lingua italiana i finanzieri hanno deciso di far analizzare alcuni prodotti, principalmente ciprie ed ombretti, anche in considerazione della potenziale elevata pericolosità di questa tipologia di cosmetici che è naturalmente destinata a venire a diretto contatto con l’epidermide umana. Gli esiti delle analisi chimiche - effettuate presso i competenti laboratori dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale - si sono rivelati tutt’altro che rassicuranti: cromo e piombo in concentrazioni tali da superare notevolmente i limiti ammessi per legge. E’ scattata allora l’operazione “Agua y Jabón” che ha permesso di procedere all’immediato sequestro dei prodotti ancora presenti nel negozio ed a proporre alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Novara l’emissione di un provvedimento di sequestro su tutto il territorio Nazionale. L’esame della documentazione contabile acquisita dai militari nel corso dei primi interventi ha consentito di individuare gli importatori dei cosmetici in due società spagnole, che commercializzavano i prodotti in tutta Europa. Grazie allo scambio informativo con i paesi membri della Comunità Europea è stato possibile individuare i distributori italiani, presso cui sono state eseguite le ricerche che hanno portato al rinvenimento ed al sequestro di oltre 20 mila confezioni di ombretti e ciprie dannose per la salute, sottratte alla vendita al pubblico.
La parte più consistente dei prodotti è stata rinvenuta presso il magazzino di un grossista operante in provincia di Milano, distributore dei cosmetici per il nord Italia. Presso la ditta lombarda sono state sottoposte a sequestro circa 15.000 confezioni di cosmetici. Il restante quantitativo dei prodotti è stato individuato presso i distributori presenti in tutta la penisola dai vari reparti del Corpo. Un giro d’affari importante se si pensa che il valore delle vendite dirette al nostro paese, solo nel primo trimestre del 2011, è stato complessivamente superiore ai 450.000 euro. Un businnes sicuramente remunerativo che per poter conseguire ad ogni costo alti volumi di vendita non si è fatto scrupolo di lesinare sulla sicurezza dei prodotti. Ora i responsabili della filiera commerciale saranno chiamati a rispondere del reato di commercializzazione di prodotti cosmetici dannosi per la salute. Fortunatamente non tutti i prodotti commercializzati presentavano rischi per la salute umana ed è doveroso segnalare che in alcuni casi i reparti del corpo avevano già autonomamente provveduto al sequestro amministrativo di notevoli quantitativi dei medesimi cosmetici per l’assenza dell’etichettatura in lingua italiana e che le procure competenti sono già al lavoro per valutare la presenza di possibili elementi di pericolo anche su altri prodotti non ancora sottoposti ad analisi.
Come riferito dal Direttore dei Servizi Igiene Pubblica dell’A.S.L. di Novara, D. Aniello Esposito: "È opportuno sottolineare che i metalli pesanti sono componenti che, oltre determinati livelli di concentrazioni, possono determinare danni per la salute. In particolare, l'esposizione anche a bassi livelli di Cromo può irritare la pelle e provocare dermatiti, causare danni a fegato, reni e ai tessuti circolatori e nervosi; mentre, l'esposizione al Piombo può provocare una vasta gamma di effetti biologici dannosi a seconda del livello e della durata di esposizione. Nelle donne in attesa il piombo può giungere al feto attraverso la placenta della madre e arrivare persino a causare danni al sistema nervoso ed al cervello del nascituro”. “Si conferma ulteriormente - commenta il Comandante Provinciale del Corpo, Col.t.SFP Angelo Russo - l’imprescindibile ruolo svolto dalla Guardia di Finanza quale moderno ed efficace strumento di presidio delle esigenze di sicurezza economica e finanziaria, che sono il presupposto indispensabile per il benessere e lo sviluppo del Paese e dell’Unione Europea. La fenomenologia riscontrata oltre a produrre notevoli danni sia ai produttori sia ai commercianti che rispettano le leggi, inganna i consumatori finali che, non lo sottovalutiamo, possono andare incontro a gravi rischi per la salute, in considerazione del fatto che la merce prodotta in spregio delle norme poste a salvaguardia della salute ben difficilmente rispetta gli standards previsti dalla normativa comunitaria e nazionale. Per quanto riguarda la situazione della provincia novarese, sono emersi dati certamente confortanti, ove rapportati al totale nazionale, confermando la capacità del Corpo, di mantenere un’azione di controllo costante e pregnante, per evitare contrazioni delle garanzie di sicurezza sinora assicurate".