Novara - Operavano nel settore della telefonia ed in pochi anni erano arrivati a gestire un business da oltre 100 milioni di euro all’anno con società dislocate in Italia, Svizzera, e nell’est Europeo. Un complesso intreccio di operazioni societarie aveva permesso di creare in pochi anni un enorme giro di denaro che si era interrotto improvvisamente con una rapida successione di fallimenti societari lasciando i creditori con un pugno di mosche in mano. Oltre 13 milioni di euro di bancarotta fraudolenta sono stati scoperti prendendo spunto da un semplice controllo fiscale avviato dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Novara. Un’operazione economica anomala, relativa ad un affare immobiliare che sembrava essere non andato a buon fine e che verosimilmente era finalizzata a nascondere una distrazione di denaro ai danni della società.
Sono stati così avviati una serie di approfondimenti che hanno portato alla nascita di un filone investigativo che ha prodotto i suoi primi frutti: con riferimento alle ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano (sotto la direzione dei sost. proc. Luigi Orsi, Mauro Clerici e Sergio Spadaro), si è giunti all’arresto di 5 soggetti coinvolti, a vario titolo, nel fallimento della Project Communications S.p.A. e della NGN Telecom S.p.A.
Grazie anche alla collaborazione con le Autorità Elvetiche è stato possibile trarre in arresto tutti i soggetti coinvolti nella frode: dopo aver operato nel mese di maggio l’arresto di Pestoni Alberto (46 anni) di Milano, Bocconi Daniela (37 anni) di Milano e di Ventrella Carmine (52 anni) di Magenta, l’ordinanza di custodia cautelare ha raggiunto, a giugno, Gozzi Stefano (37 anni) di Milano. L’ultimo a finire in manette è stato Gozzi Marco (33 anni), estradato dalle Autorità Elvetiche nella mattinata del 19 settembre. Per i primi quattro indagati è già stato disposto il rinvio a giudizio immediato per i reati di bancarotta mentre le indagini proseguono ancora per le ipotesi di frode fiscale e per assicurare alla giustizia i proventi degli illeciti commessi.