Novara - Ha toccato in maniera rilevante anche la provincia di Novara l’operazione “Ghost Trucks” condotta dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza di Viterbo. La mattina di martedì 16 aprile, infatti, personale della Squadra Mobile di Novara ha eseguito una delle otto custodie cautelari in carcere emesse dal GIP di Viterbo nell’ambito della citata indagine. In manette è finito il noto imprenditore D.G.G., titolare della concessionaria di camion a Sizzano. Le articolate attività d’indagine svolte dai colleghi laziali, protrattesi per circa due anni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Viterbo, dott.ssa Paola Conti Sost. Proc., hanno individuato un consolidato meccanismo di frode nel quale sono coinvolte, a vario titolo, 25 persone e 16 società, operanti nel settore delle infrastrutture, del movimento terra e dei trasporti. La complessa attività di indagine ha riguardato l’intero territorio nazionale ed in particolare Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Lazio, Calabria e Sicilia.
Con le odierne operazioni scattate su buona parte del territorio nazionale, sono state:
a. Arrestate 8 persone tutte di nazionalità italiana e talune delle quali particolarmente vicine ad organizzazioni criminali ‘ndranghetiste;
b. eseguite 16 perquisizioni locali e domiciliari;
c. denunciate all’A.G. 17 persone a piede libero.
Singolare il meccanismo di frode adottato dall’organizzazione che, con sistematico e preciso “metodo”, attraverso artifizi e raggiri in danno di varie società assicuratrici è riuscita a conseguire illeciti profitti. Ciò è stato possibile anche grazie ad una fitta rete di connivenze e complicità, riconducibile allo spessore criminale di taluni soggetti facenti capo ad organizzazioni criminali operanti nella provincia di Reggio Calabria.
Il meccanismo di frode è stato pianificato ed attuato attraverso tre fasi:
- l’individuazione dei mezzi oggetto del sistema di frode;
- l’occultamento, trasporto e “la sparizione” dei mezzi;
- la predisposizione di false denunce di furto – simulazione di reato e richiesta di risarcimento alla società assicuratrice.
Nella prima fase, i mezzi oggetto di frode sono stati reperiti sulla base di un collaudato“modus operandi”che ha coinvolto di volta in volta:
a. società riconducibili all’organizzazione criminale operanti nel settore delle infrastrutture, dei trasporti e del movimento terra, che hanno proceduto al noleggio presso varie concessionarie sparse sul territorio nazionale di macchine operatrici per il movimento terra d’ingente valore commerciale e non dotate di codici o numeri seriali di riconoscimento risultanti da pubblici registri;
b. società gestite dall’organizzazione, proprietarie dei mezzi di trasporto per il movimento terra, ovvero di macchine operatrici non iscritte in pubblici registri.
In tale contesto le persone di volta in volta incaricate, sulla base di precise direttive ricevute dagli organizzatori della frode, hanno prodotto false certificazioni di lavoro, onde attestare che le macchine noleggiate fossero “impegnate” nello svolgimento di lavori all’interno di cantieri precedentemente individuati.
Nella fase successiva, i vertici dell’organizzazione mediante l’intervento di società di trasporto ad essi riconducibili hanno provveduto attraverso l’impiego di autisti di propria fiducia, al trasporto su strada di tali macchine presso alcuni porti nazionali con destinazione Sicilia per ”far sparire”i mezzi dal territorio dello Stato, potendo contare su “appoggi” logistici all’estero opportunamente precostituiti.
Nella terza ed ultima fase, a sparizione avvenuta veniva denunciato il furto delle macchine operatrici in questione, ormai “al sicuro” fuori dal territorio delle Stato, in particolare a Malta.
L’organizzazione criminale, avente quali elementi di spicco e menti pensanti D.G. G. e un soggetto residente nel Lazio, G.G., ha conseguito un illecito profitto quantificabile in oltre un milione di euro.
Vale la pena di rammentare che, solo pochi giorni addietro, il D.G.G. è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Novara alla pena di anni tre ed euro 8.000 di multa per il reato di usura.