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OPERAZIONE “PANTA REI” DELLA GUARDIA DI FINANZA

Novara - La Guardia di Finanza di Novara ha posto sotto sequestro, in oltre 6 mesi di attività (denominata Operazione “Panta Rei), oltre 15.000 prodotti di rubinetteria, in quanto, potenzialmente,gravemente tossici per la salute umana. Piombo, cadmioe nichel presenti in quantità superiori ai limiti previsti dalla legge: è quanto è emerso nell’ambito dell’Operazione condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Novara e dalla Tenenza di Borgomanero e che, oltre ad estrinsecarsi nell’alto novarese, ha avuto risvolti operativi di respiro nazionale, sostanziandosi in 102 interventi - nei confronti di produttori, importatori e rivenditori - condotti in 9 Regioni e con l’ausilio di 58 Reparti del Corpo sub-delegati ai controlli. L’attività promana da una approfondita analisi dell’evoluzione recente di un settore di notevole importanza per l’assetto economico novarese, che annovera, va ricordato, più di nr. 300 imprese operanti che, oltre a detenere circa un terzo dell’intera produzione nazionale, costituisce il 15% delle esportazioni mondiali di rubinetteria e valvolame in ottone e bronzo. Negli ultimi anni, la presenza italiana nei mercati internazionali è, come noto, insidiata da una agguerrita concorrenza proveniente per lo più dai paesi asiatici che, attraverso la produzione e l’immissione sul mercato di prodotti di natura e qualità anche decisamente più basse, esercita una competizione mirata sul prezzo, soprattutto nella fascia bassa del mercato, costituendo così una seria minaccia non solo per lo sviluppo economico ma anche, e soprattutto, per la salute dei cittadini. Il servizio - finalizzato precipuamente all’individuazione di prodotti potenzialmente pericolosi per i consumatori -  è stato realizzato con il prezioso ausilio tecnico di un importante consorzio della Provincia di Novara - costituito da 24 imprese associate, rappresentanti buona parte dell’industria della rubinetteria Italiana - che ha assicurato una costante e qualificata consulenza relativa al materiale di volta in volta individuato dagli operanti. Si tratta di prodotti - rubinetti, valvole, soffioni - provenienti dall’estremo oriente asiatico, introdotti nel mercato nazionale da quattro distinte Aziende importatrici ubicate in Lombardia  e Campania, fino a raggiungere capillarmente gli utenti finali. In particolare, il Consorzio ha fornito:

  • un kit tecnico speditivo che le Fiamme Gialle hanno potuto utilizzare presso le sedi delle imprese oggetto di controllo, necessario all’espletamento di un primo accertamento sui prodotti campionati nell’ambito del servizio che, almeno potenzialmente, potevano contenere una quantità di piombo superiore ai limiti consentiti dalla normativa vigente;
  • una successiva consulenza relativa all’analisi chimica spettrometrica  del materiale risultato positivo al test speditivo preliminare.

Gli esiti sono a dir poco impressionanti, in quanto è emersa non solo la presenza di percentuali di piombo, cadmio e nichel non conformi ai valori normativi, ma persino l’impiego di materiali - quali lo zinco ovvero la cd. lega di zama” - il cui utilizzo non è affatto contemplato dalla normativa. Va rilevato, in particolare, come il piombo tenda a depositarsi negli strati superficiali del rubinetto, inducendo una dispersione, soprattutto nei primi mesi di utilizzo del prodotto, di percentuali metalliche nell’acqua che, qualora ingerite, possono risultare molto dannose per l’organismo umano. Nel corso degli interventioperati dalle Fiamme Gialle presso le sedi degli importatori e dei punti vendita sparsi sul territorio nazionale, è stata altresì riscontrata l’ulteriore presenza di circa nr. 185.000 tra accessori vari da bagno (porta-asciugamani, portasapone, dispenser, ecc…) ebeni di varia natura (giocattoli, cancelleria, materiale informatico, ecc) che sono risultati non conformi sotto il profilo della presenza di marchiatura comunitaria “CE”. Anche in questi casi sono stati effettuati il sequestro e le previste contestazioni di natura penale. In totale, sono 5 i soggetti, tutti importatori, denunziati alle competenti Autorità Magistratuali (1 italiano e 4 cinesi) per violazione al “Codice del Consumo”, alla normativa sulla sicurezza dei prodotti, nonché per l’ulteriore fattispecie criminosa di “frode in commercio”. Per quanto riguarda, in particolare, la situazione concernente precipuamente la realtà provinciale novarese, si segnala che i controlli delle Fiamme Gialle hanno preso in esame:

  1. prodotti di rubinetteria venduti dai più noti produttori locali (taluni di loro peraltro aderenti al citato Consorzio), senza che siano emerse irregolarità;
  2. analoghi prodotti offerti al pubblico da nr. 6 rivenditori al dettaglio (5 cinesi ed 1 italiano), in esito ai quali venivano rinvenuti e sequestrati, a carico dei primi, (mentre nel caso dell’esercente italiano non sono state evidenziati rilievi):
    1. nr. 48 prodotti di rubinetteria potenzialmente tossici in relazione alle percentuali di piombo, nichel, cadmio ed alla presenza della cd. “lega di zama”;
    2. circa nr. 150 prodotti non conformi sotto il profilo della marchiatura comunitaria.

A fattor comune, nessun imprenditore o commerciante della provincia è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria. Nella Regione Piemonte, infine, le province interessate dall’attività delle Fiamme Gialle sono state - oltre a quella novarese già descritta - quelle di Torino, Cuneo, Biella, Vercelli, Alessandria e Verbania, interessate da nr. 13 controlli ispettivi, con il sequestro di ulteriori 59 prodotti di rubinetteria dannosi per la salute. "Si conferma ulteriormente - commenta il Comandante Provinciale del Corpo, Col.t.SFP Angelo Russo - l’imprescindibile ruolo svolto dalla Guardia di Finanza quale moderno ed efficace strumento di presidio delle esigenze di sicurezza economica e finanziaria, che sono il presupposto indispensabile per il benessere e lo sviluppo del Paese e dell’Unione Europea. La fenomenologia riscontrata in uno dei settori che tradizionalmente costituisce il cardine dell’economia locale, infatti, oltre a produrre notevoli danni sia ai produttori sia ai commercianti che rispettano le leggi, inganna i consumatori finali che, non lo sottovalutiamo, possono andare incontro a gravi rischi per la salute, in considerazione del fatto che la merce prodotta in spregio delle norme poste a salvaguardia della salute ben difficilmente rispetta gli standards previsti dalla normativa comunitaria e nazionale. Per quanto riguarda, infine, la situazione della provincia novarese, sono emersi dati certamente confortanti, ove rapportati al totale nazionale, e probabilmente da un lato riconducibili alla serietà di Aziende nazionali ormai profondamente radicate nel tessuto economico e sociale della provincia, che hanno ritenuto in prima persona di voler e dover tutelare la salute dei cittadini con l’attività del Consorzio dalle stesse istituito, ma dall’altro testimoni della necessità, per il Corpo, di mantenere un’azione di controllo costante e pregnante, per evitare contrazioni delle garanzie di sicurezza sinora assicurate".