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Porte aperte con i Bambini di Impresa sociale

Novara - Ammonta a 728.065,60 euro il finanziamento a “Porte aperte”,  progetto dell’assessorato all’Istruzione ed Educazione selezionato da “Con i Bambini Impresa sociale”, organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2016 e interamente partecipata dalla Fondazione con il Sud nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorileistituito da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo per il sostegno interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori.

"Il progetto – spiegano il sindaco Alessandro Canelli e l’assessore all’Istruzione ed Educazione Angelo Sante Bongo - è un importantissimo risultato per la nostra realtà e un riconoscimento della qualità della proposta socio-educativa che il team del nostro assessorato ha saputo efficacemente elaborare in quanto interlocutore privilegiato e profondo conoscitore delle problematiche e delle esigenze dei bambini della città e delle loro famiglie".

“Porte aperte” vede il coinvolgimento di diversi partners che cofinanziano per 105.468 euro complessivi, dei quali 45.166 euro del Comune: nel progetto sono state coinvolte varie realtà territoriali, ovvero Asl No, Casa circondariale, Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto comprensivo “Bellini”, asilo infantile “Ricca”, Parrocchia di Sant'Agabio, associazione di promozione sociale “Orientamente, cooperativa sociale “L'albero a colori”. Le attività del progetto, che prenderanno concretamente il via nei prossimi giorni, s'intrecciano l'una con l'altra, peculiarità che garantisce la costruzione di relazioni e azioni vere: i partners sono coinvolti su più azioni e si fanno garanti della costruzione di una rete comunitaria attenta a cogliere le necessità e a sviluppare le possibilità. Per tre anni il Comune e i partners programmeranno diversi tipi di intervento che riguardano "specifiche azioni rivolte ai bambini dagli zero ai sei anni e alle loro famiglie, con particolare focus sul quartiere di Sant'Agabio, agli operatori dei servizi riservati ai bambini dagli zero ai sei anni della città. Gli obiettivi sono quello di affrontare le problematiche di crescita, sviluppo e apprendimento dei bambini in un'ottica preventiva sostenendo e rafforzando anche le competenze dei servizi educativi e delle famiglie, sostenere la genitorialità e attivare le famiglie nell'ambito della comunità. Le azioni si concretizzeranno, con il coinvolgimento dei vari partners, in vari modi. "Innanzitutto – chiariscono il sindaco e l’assessore – si prevede un’attività di prevenzione, con la valutazione su problemi di ritardo nello sviluppo non certificati e la conseguente offerta a genitori e insegnanti di strumenti necessari per mettere in atto un intervento precoce, con percorsi diagnostici con eventuale successiva presa in carico da parte dell'Asl No quando necessario. Saranno programmate azioni di sostegno alla genitorialità con incontri su contenuti psicopedagogici, gruppi di confronto per fasce di età dei figli, consulenze psicopedagogiche. Come detto una particolare attenzione sarà riservata al quartiere di Sant’Agabio, con un ampliamento dell' offerta formativa all’interno dei plessi scolastici, dove saranno progettate pratiche “sfidanti” sul piano dei contenuti, con strategie educativo-didattiche, gestione di gruppo, organizzazione di spazi e tempi: il coinvolgimento dei partners consentirà di avviare proposte laboratoriali e didattiche per quanto riguarda le attività motorie, linguistiche, affettive, creative, acquaticità. Saranno inoltre co-progettate e gestite da insegnanti, tecnici specializzati  in ambito pedagogico, genitori e nonni".

Presso alcune scuole del quartiere sono inoltre previsti interventi strutturali di riqualificazione: 82.185,68 euro sono stati destinati al  plesso “Sulas”-“Arcobaleno”.

Particolare attenzione sarà quindi riservata al tema del sostegno alla genitorialità fragile, "per la quale – precisano Alessandro Canelli e Angelo Sante Bongo -  sono stati predisposti specifici interventi per e con i genitori separati e i loro figli all’interno di  gruppi di auto-aiuto, piccoli gruppi di rielaborazione emozionale per bambini dai tre ai cinque anni  e incontri delle mamme o dei papà allo spazio gioco con i bimbi anche in autogestione. In questa parte del progetto si inseriscono anche gli interventi con i carcerati, che prevedono laboratori riservati a genitori e figli in spazi diversi dalla sala colloqui: presso lo spazio gioco “Il Melograno”del Centro per le Famiglie i bimbi con il papà detenuto, in piccoli gruppi, vivranno opportunità di gioco e tenerezza coltivando la loro relazione in modo naturale in un ambiente stimolante e connotato dal punto di vista pedagogico. Con l’aiuto di uno psicologo saranno anche istituiti gruppi di rielaborazione in carcere per ricomporre il ruolo genitoriale".

Sempre a Sant’Agabio saranno istituiti percorsi formativi rivolti a tutte le educatrici dei nidi e delle scuole dell'infanzia per costruire una cultura pedagogica condivisa tra i servizi per i bambini dagli zero ai sei anni e una formazione mirata per i partners.

Per quanto riguarda le neo-mamme "sono previste azioni di sostegno attraverso interventi congiunti da parte di Consultorio Sant’Agabio, Centro per le Famiglie e Parrocchia così da supportare le coppie mamma-bambino con modalità e interventi diversificati come servizio a domicilio dell'ostetrica, iniziative zero-un anno,  gruppi d’incontro. Un ulteriore obiettivo – aggiungono il sindaco e l’assessore – è quello di garantire l'accesso ai bimbi in condizione di povertà economica iscritti a scuole partner o ai nidi comunali: i genitori che non possono pagare la retta “restituiscono” attraverso percorsi di inclusione e di solidarietà civile e sociale stabiliti sulla base di bilanci di competenze individuali e famigliari.  Inoltre, durante gli orari abituali di apertura dello spazio “Il Melograno”, saranno accolti madri con figli in emergenza abitativa per offrire uno spazio  dove i bimbi possano vivere tranquilli e ospiti in comunità di accoglienza per far sperimentare concretamente alle madri modelli di genitorialità e inserirle in un contesto caratterizzato da scambio e confronto sui temi educativi. Infine – concludono Alessandro Canelli e Angelo Sante Bongo – si prevede l’attivazione delle famiglie nella e per la comunità  sia a livello cittadino con la proposta di percorsi di enrichment familiare rivolti a gruppi di genitori  per un impegno a livello comunitario e sociale, sia nello specifico a Sant’Agabio con progetti e attività ricreative, culturali, socializzanti da parte dei genitori fino alla costituzione di un'associazione delle famiglie".