Novara - "Ho accolto con emozione e grande trepidazione - scrive ai novaresi monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo eletto di Novara - la nomina a Vescovo della Diocesi di Novara, che la benevolenza di Papa Benedetto XVI ha voluto affidarmi. Sono grato al Signore Gesù e al Papa che mi manda a voi, portando a compimento il dono dell’episcopato che ho ricevuto quattro anni fa dalle mani dell’amato card. Dionigi Tettamanzi. Mi incoraggiano a intraprendere il servizio di “collaboratore della vostra gioia” (2Cor 1,24) tre segni che scruto in questi giorni di attesa. Il primo segno è il più antico, ma è denso di significato: ho abitato in questi ultimi cinque anni presso la Basilica di S. Simpliciano, maestro e primo successore di S. Ambrogio, che ha ordinato San Gaudenzio, vostro patrono e fondatore della Chiesa di Novara. Il secondo segno è pieno d’affetto: alla mia ordinazione episcopale ho voluto come ministro conconsacrante il vostro amatissimo Vescovo mons. Renato Corti, che per venti lunghi anni ha impresso alla Chiesa novarese il segno di una dedizione e spiritualità profondissime. Negli anni della mia giovinezza è stato il padre spirituale dei primi anni di teologia nel Seminario di Saronno. Il terzo segno, infine, è il più umile, ma è per me affollato di volti e di amicizie: per trentasei anni ho fatto da aiuto parroco estivo a Rima, forse la parrocchia più piccola della “nostra” Diocesi in alta Valsesia. Non avrei mai neppure sognato che nell’ultimo tratto della mia vita quella piccola parrocchia, dove da professore andavo per imparare a fare il prete vicino al cuore della gente, sarebbe diventata il punto di partenza per venire a Novara. Per questo mi sento già un po’ a casa vostra. Una sola parola desidero dirvi come primo saluto. Viene dal mio motto episcopale che ho preso da S. Ambrogio: Loquamur Dominum Iesum. Il Vescovo che volle, tra Vercelli e Milano, una Chiesa insediata nel territorio novarese, così proclama nel Commento a 12 salmi: «Parliamo dunque il Signore Gesù, poiché è lui la sapienza, è lui la parola e la parola di Dio. Anche questo sta scritto: Apri la tua bocca alla parola di Dio! È lui il respiro dell’uomo, che fa eco ai suoi discorsi e medita sulle sue parole. Lui sia sempre il nostro racconto!». (S. AMBROGIO, Expl. Ps. XII, Ps. XXXVI, 65). Anch’io vengo a voi con nient’altro che la cosa più preziosa della mia vita: vi racconterò il Signore Gesù, perché Lui è la sapienza di Dio e il respiro dell’uomo. Gesù è il racconto di Dio che fa respirare l’uomo. Anzi ci dona il suo Spirito perché diventiamo uomini e donne capaci di contagiare con la nostra fede. Egli dà fiducia e speranza alla nostra vita. Questo è il mio saluto ai sacerdoti, che sono i primi collaboratori della Chiesa e del vescovo, ai diaconi e agli alunni del Seminario, ai religiosi e consacrati – così numerosi nella diocesi di Novara – che danno testimonianza a tutti della radicalità della vita cristiana, alle famiglie che camminano nell’amore e educano con generosità e pazienza, alle coppie dal cuore ferito che attendono la nostra prossimità, ai laici che si dedicano al servizio degli altri, nella chiesa e nella società civile, nel volontariato e nell’accoglienza degli ultimi. Una carezza particolare ai bimbi, ai ragazzi, perché sono il nostro tesoro più grande. Stringo la mano agli adolescenti e giovani, perché non si scoraggino nell’affrontare l’avventura stupenda e drammatica del diventare grandi e possano trovare in noi guide amorevoli ed esigenti. Agli anziani e agli ammalati, ai disabili e alle persone sole il nuovo Vescovo dice che nella comunità cristiana hanno la loro casa, per trovare affetti che guariscano la desolante solitudine della nostra società. Ai fratelli di altre confessioni cristiane il bacio santo, perché tutti siamo amati dall’unico Signore Gesù e rigenerati nello stesso battesimo. Un saluto rispettoso a tutti coloro che sono di religioni e culture diverse e abitano la nostra città e la nostra terra, perché ciascuno vivendo bene la propria identità diventi un arricchimento degli altri e con gli altri. E, infine, a chi regge la cosa pubblica e amministra la vita civile auguro una passione nuova per dare splendore ai luoghi incantevoli e alle ricchezze naturalistiche, storiche e artistiche che fanno da panorama alla nostra regione a forte vocazione turistica e culturale. Loquamur Dominum Iesum! Raccontiamo il Signore Gesù, come fanno i nostri missionari e le nostre missionarie, perché diventi il respiro degli uomini d’oggi. Di fiducia e di speranza abbiamo bisogno sopra ogni cosa. Ci illumini la contemplazione del Crocifisso del Santuario di Boca e ci sostenga la devozione alla Santissima Pietà di Cannobio. Ci accompagni la protezione di S. Francesco del Sacro Monte d’Orta, la vicinanza materna della B. Vergine Assunta del Sacro Monte di Varallo e della Madonna del Sangue del Santuario di Re".