Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Roberto Mari, presidente della cooperativa Prisma: "È utile premettere qualche breve informazione sulla Cooperativa. PRISMA è in attività a Novara da più di vent’anni e precisamente dal 1990, dopo l’entrata in vigore della legge 180, più nota come “legge Basaglia”: il provvedimento che decretò la chiusura dei manicomi. Il laboratorio artigianale fu creato appunto con lo scopo primario di collaborare con le strutture sanitarie territoriali al recupero e al reinserimento sociale, attraverso il lavoro, di persone reduci da una sofferenza psichica: uomini e donne che hanno bisogno di impadronirsi di ciò che serve per passare dal ruolo di “malato psichico” a quello di “cittadino comune”. Dopo un lungo trascorso attivo all’interno delle strutture dell’ASL di Viale Roma, la sede della PRISMA è stata trasferita nel maggio 2011 in Via San Francesco d’Assisi, dove tuttora svolge la propria attività sociale e lavorativa: legatoria, confezione di articoli regalo e di cornici per quadri di ogni genere. La nuova attività di servizio “Manutenzione Casa e Condominio”, nel concreto, si prefigge l’attuazione di due importanti obiettivi attinenti alle finalità sociali della Cooperativa. In primo luogo la creazione di opportunità di lavoro a stretto contatto con il pubblico, che consenta alla persona con disagio psichico di migliorare di volta in volta la propria capacità relazionale col prossimo. Mentre il secondo obiettivo pianificato è la creazione a breve di tre nuovi posti di lavoro: l’aumento del valore di produzione programmato consentirà il successivo inserimento nell’impresa di tre Soci Lavoratori, assunti a tempo indeterminato, di cui due Soci Svantaggiati. Nel concreto si tratta di un servizio di pronto intervento dedicato a lavori di manutenzione e riparazioni per la casa e il condominio che esigono mano d’opera qualificata di idraulico, elettricista, falegname, fabbro, imbianchino, piccoli traslochi e pulizia. Il gruppo operativo è suddiviso in più equipaggi, ognuno composto di un operatore esperto accompagnato da un aiutante apprendista. Il lavoro così svolto, esperto con assistente, oltre una piena garanzia di qualità tecnica della prestazione artigianale, offrirà senz’altro alla persona reduce da un’esperienza psicotica più occasioni di nuove pratiche di mestiere e frequenti opportunità di contatto diretto con i clienti: momenti vissuti che permetteranno di migliorare efficacemente la capacità di relazione e di confronto con il mondo esterno; in definitiva, una credibile speranza di poter uscire quanto prima dalla grigia sofferenza psichica. E per quanto attiene i costi dei singoli interventi, sono stabilite delle tariffe d’indubbia convenienza. Al pubblico di Novara rivolgiamo l’invito di volerci rinnovare la stima di sempre e di avvalersi con fiducia delle nostre prestazioni artigianali. In più, ogni richiesta, ai numeri 342 1814910 / 0321 624479, sarà un generoso incentivo al nostro impegno donato a coloro che, in silenzio, ci chiedono un aiuto. Molto volentieri cogliamo anche questa favorevole occasione per esprimere sincera gratitudine a tutti coloro che sono di sostegno prezioso alla missione sociale di PRISMA: il gruppo di Volontari, lodevoli donatori di gratuità, e molte Istituzioni del territorio, in particolare: la Direzione dell’ASL, il Dipartimento di Salute Mentale, l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Novara, la Fondazione Banca Popolare di Novara, la Fondazione De Agostini e la Fondazione Banca Intra Onlus".
Riguardo a questo nuovo servizio, la dottoressa Paola Bossi dell'Asl Novara spiega: "La legge 180 del 1978 e successivamente i PON stabiliscono il principio fondamentale della cura e della prevenzione terziaria, cioè l’attenzione alla riduzione delle conseguenze devastanti della malattia attraverso interventi volti ad attivare le risorse della persone e del contesto sociale di appartenenza. Si deduce chiaramente come compito dei CSM non sia solo lo svolgersi di una tradizionale attività ambulatoriale, ma si sposti verso il concetto di riabilitazione sociale, promuovendo attività lavorative, l’abitare e i beni relazionali, cioè la produzione di relazioni affettive e sociali, con un continuo miglioramento della qualità di vita. Questo modo di operare non si rivolge quindi solo alla remissione dei sintomi ma coinvolge nella totalità la persona sul piano esistenziale come presenza al mondo e comprende la realizzazione di una rete sociale dove abitare, vivere in famiglia, lavorare, prendersi cura di sè e intraprendere relazioni emotivo-affettive significative. Nel curare la persona è importante il progetto terapeutico integrato. L’intervento riabilitativo non deve essere inteso solo come una proposizione di attività in situazioni separate dal contesto sociale, o mero intrattenimento, ma intervento che miri al ripristino di una presenza al mondo. L’obiettivo di ogni riabilitazione è quello di restituire senso all’esistere esaltando valori come l’integrazione sociale fino all’acquisizione del diritto alla cittadinanza. Intervenire sulla relazionalità spazio-temporale dell’individuo nel suo intorno per attuare stabili cambiamenti nell’organizzazione strutturale del suo interno. Nell’ambito della riabilitazione psichiatrica si affianca la centralità dell’individuo alla centralità della relazione. Intervenire sulla relazionalità spazio-temporale dell’individuo nel suo intorno porta stabili cambiamenti nell’organizzazione strutturale del suo interno. La possibilità di un’attività che si esplica all’esterno di un ambiente protetto, in un esterno in continuo divenire laddove si incontrano diverse esistenze, esistenze-relazioni, permette alla persona di cimentarsi (sperimentarsi) in ciò che è il “mondo comune”. Il piccolo artigianato portato a domicilio del cliente può divenire, allora, l’occasione per visionare nuovi modi di abitare, di “essere con”, di relazionarsi oltreché, fatto non certo secondario, l’apprendimento di sequenze necessarie all’attuazione del lavoro. Sequenze non ripetitive che avvengono in uno spazio ed in un tempo permettendo quindi una definizione di spazialità e temporalità: esistenziali spesso incrinati nella malattia. Si vede, inoltre, un lavoro “finito”, si misurano cioè le proprie capacità e si realizza un’”opera”, un tutto, un intero che contiene la dispersione frammentaria di chi abbia vissuto, viva, un’esperianza psicotica. Le persone che accederanno a questo tipo di attività potranno imparare un lavoro e quindi ottenere una qualificazione spendibile ma soprattutto la possibilità di reinserimento in un tessuto sociale ai margini del quale si è troppo spesso sospinti dalla malattia".