Novara - Circa cinquanta rappresentanti degli Enti e delle Istituzioni del territorio hanno partecipato nella mattinata di oggi, giovedì 24 novembre, al tavolo di lavoro dei sottoscrittori del Protocollo contro le violenze della Provincia di Novara convocato, come ogni anno, in prossimità della data del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
I SERVIZI E I DATI DELLA PROVINCIA DI NOVARA - I lavori sono stati aperti dal consigliere delegato alle Pari opportunità Annaclara Iodice (foto), che ha rimarcato "il costante impegno dell’Ente, che ormai da anni svolge un servizio di accoglienza delle donne che necessitano sostegno e supporto a trecentosessanta gradi, rivolgendosi in particolare a quante sono vittime di maltrattamenti e violenze, molto spesso dentro le mura di casa. Alle donne che si rivolgono al nostro Sportello vengono assicurati assistenza amministrativa e primissimo orientamento e, nel caso, la possibilità di assistenza legale e sostegno psicologico gratuiti: circa trenta avvocati e sei psicologhe del territorio hanno dato la propria disponibilità a supportare l’Ente in questo genere di azioni. Il modello che proponiamo è quello del lavoro di rete, in particolare con le realtà dei Centri antiviolenza del Novarese: una rete capillare che consente di dare risposte positive e immediate anche del caso di situazioni emergenziali".
Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2022, il servizio di accoglienza della Provincia ha gestito tredici casi di donne vittime di violenza, di età principalmente dai 45 ai 54 anni, con almeno un figlio minore, di nazionalità italiana. "L’Ufficio – ha ricordato il consigliere - ha anche monitorato l’andamento su tutto il territorio provinciale, con un andamento stabile degli episodi di violenza. Continueremo a fare informazione, prevenzione e sensibilizzazione soprattutto nei confronti dei giovani". Analizzando l’età delle donne, si sottolinea una distribuzione omogenea, in particolare nella fascia di età dai 35 ai 54 anni, con figli. "Nello specifico per ogni donna vittima si nota anche lo stesso numero di bambini o ragazzi a loro volta vittime, che dovranno gestire il dolore e la violenza per evitare di ricadere nella stessa dinamica proposta dai genitori. Nel complesso due terzi delle vittime sono di nazionalità italiana: questo dato che può celare una mancanza di strumenti idonei nelle donne straniere per far emergere la propria condizione. Ci risulta – ha ricordato infine il consigliere – che le donne che arrivano a presentare una formale denuncia sono più della metà delle donne che si rivolgono a un servizio".
ENTI E ISTITUZIONI: L’IMPORTANZA DEL LAVORO DI RETE - Il prefetto vicario patrizia Bianchetto ha sottolineato che "l’Ufficio territoriale del Governo è attento a quanto accade nel territorio e alle esigenze di sicurezza manifestati dai cittadini. Gli episodi di violenza di genere mettono in luce limiti culturali ed educativi che devono essere ancora superati. Tuttavia il Novarese è una realtà nella quale gli Enti dialogano e fare rete è semplice". Il sostituto procuratore della Repubblica Chantal Dameglio ha spiegato che "la procura interviene annualmente rispetto a 450 notizie di reato tra maltrattamenti, lesioni, stalking o violenza sessuale. A Novara quattro sostituti su sette si occupano di questi reati e ciò restituisce la dimensione dell’impegno nella tutela delle vittime. In tutti i casi, da quelli nei quali è possibile instaurare un dialogo tra le parti fino a quelli più gravi, cerchiamo di essere sempre accanto alla persona offesa, che non deve mai sentirsi sola: anche in questo modo la Giustizia è al servizio dei cittadini. Fare rete e confrontarsi con i Servizi sociali e gli Enti territoriali è fondamentale per affrontare un fenomeno che non conosce condizione economica, sociale, età". L’importanza "e i buoni risultati della misura amministrativa dell’ammonimento del questore" sono stati evidenziati dal vicequestore Massimo Auneddu. "L’ammonimento – ha infatti spiegato ha una sua particolare efficacia determinata anche dalla rapidità con la quale è possibile intervenire sul singolo caso. Ricordiamo comunque anche l’opportunità per gli autori di maltrattamenti di aderire al protocollo “Zeus”, che offre un sostegno con l’obiettivo di far comprendere che la violenza come metodologia di dialogo non è mai proponibile in nessun genere di relazione". Il comandante della Compagnia di Novara dei Carabinieri tenente colonnello Camillo Di Bernado ha concordato rispetto al "costante dialogo tra i soggetti che cercano di far fronte al fenomeno della violenza di genere. L’Arma è particolarmente attenta a intercettare le dinamiche familiari scorrette e questo anche grazie a nostri presidi sul territorio, che, nel caso, ci consentono di poter attuare strategie opportune". Gli aspetti positivi della collaborazione sono stati evidenziati anche dal funzionario pedagogico dell’Uepe Elena Gambino. "Noi stessi – ha detto - collaboriamo con gli sportelli territoriali che si occupano di uomini maltrattanti per concordare il percorso di trattamento con educatori specializzati. Fondamentale è anche il lavoro con le scuole per prevenire linguaggi d’odio e violenza di genere".
LA FORMAZIONE COME VALORE AGGIUNTO - Silvia Godio, avvocato dell’associazione Cammino, ha auspicato "un rapporto empatico da stabilire con le vittime di violenza fin dalla prima richiesta d’aiuto: da ciò possono scaturire percorsi positivi per evitare la rassegnazione. Bisogna combattere contro l’inconsapevolezza creata a sua volta dalla cultura e puntare sulle nuove generazioni". Aspetto, quest’ultimo, ribadito anche dal presidente dell’Ordine degli Avvocati Giulia Ruggerone, che ha anche evidenziato "i progressi compiuti dagli avvocati grazie a una specifica formazione sulla gestione delle vittime. Oggi la sfida è quella della gestione degli autori di violenza: la loro presa in carico spesso diventa una forma di sostegno alla genitorialità e va quindi potenziata l’assistenza, con verifiche sui percorsi intrapresi attraverso i protocolli".
Dopo i saluti della presidente dell’Ordine degli psicologi Anna Sironi, la collega Giuliana Ziliotto ha evidenziato come "la Provincia di Novara abbia lavorato benissimo in questi anni, perché attraverso questi incontri ha consentito agli operatori di conoscersi e confrontarsi sul piano professionale e umano, di fare rete. Uno sguardo simultaneo e allargato è comunque fondamentale, ma dobbiamo dotarci, però, anche di strumenti di verifica per valutare l’andamento dei singoli casi". La presidente della Commissione Pari opportunità dell’Ordine degli Avvocati Fulvia La Rocca ha posto l’accento sull’attività di formazione degli avvocati e sulla "necessità di intervenire sulle scuole per cambiare la cultura". Il dirigente medico della Direzione sanitaria dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara Edit Shahi ha aggiunto che "la media di casi di violenze sessuali gestita annualmente dal Pronto soccorso si aggira intorno agli otto-dieci. Oggi ci troviamo in difficoltà con la violenza sui minori e combatterla è il nostro obiettivo. Ricordo che, in questi anni, rispetto alla tematica della violenza di genere sono stati formati tra i 300 e i 400 operatori: uno sforzo notevole che resta e può dare ovunque i suoi frutti". Lucia Colombo del Servizio di Psicologia dell’Asl Novara ha ricordato "l’investimento dell’Azienda con la formazione per tutto il personale ospedaliero e territoriale, oltre alle azioni di presa in carico e prevenzione: numerose iniziative, infatti, hanno sostenuto la figura paterna, altre hanno messo al centro le scuole>>. Il Direttore del Servizio di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale “Santissima Trinità” di Borgomanero Renata Brigatti ha sottolineato <<l’azione fondamentale della rete per aiutare le famiglie nel percorso di consapevolezza, tutelando i minori".
OSPEDALE DI BORGOMANERO: I RISULTATI DEL QUESTIONARIO - Il direttore della Struttura Medicina e Chiurigia d’accetazione e d’Urgenza dell’ospedale di Borgomanero Claudio Didino ha ricordato che "dal 2006 lavoriamo su questo problema: il personale ha maturato sensibilità e attenzione e si riesce a far emergere il problema con un giusto approccio. A volte i soli sintomi manifestati dalle pazienti non riconducono immediatamente al maltrattamento e alla violenza, ma la domanda giusta al momento giusto ci fa arrivare alla vera causa del disagio. Grazie al Soroptimist si è ultimamente aperta una porta con le scuole di Borgomanero. Nel nostro territorio c’è una splendida collaborazione con le forze dell’ordine e il Centro anti-violenza: sappiamo di affidare le donne in buone mani. Lo scorso anno abbiamo distribuito questionario sulla violenza di genere, raccogliendo novanta schede: il dato è esiguo e non permette conclusioni statistiche, ma è emerso che il dieci per cento ammette di subire maltrattamento, che il due per cento violenze sessuali all’interno della famiglia e che il trenta per cento ignora l’esistenza del numero 1522".
VITTIME, NON SOLO NELL’EMERGENZA - L’assessore alle Pari opportunità del Comune di Novara Giulia Negri ha ricordato "gli sforzi compiuti dai nostri servizi, che lavorano attraverso attività di sportello e su progetti che funzionano nel sostegno delle vittime di violenza. L’emersione dei casi è un fatto che va letto in maniera anche positiva: significa che le donne stanno trovando, più che nel passato, la forza di denunciare". Da parte dell’assistente sociale del Comune di Novara Sonia Medda, della responsabile dello sportello di Arona Romina Tavano e dell’assistente sociale del Cisas Castelletto Ticino Sara Mazzetti è stata espressa "soddisfazione per l’interazione tra operatori, Enti e Istituzioni che si è consolidata negli anni". Un parere, questo, condiviso anche dal direttore del Casa Gattinara Andrea Lux ("l’efficacia delle azioni – ha aggiunto – sta nella gestione dell’emergenza, ma anche nell’accompagnamento delle persone vittime di violenza") e dalla coordinatrice ostetrica dei Consultori dell’Asl Novara Annarita Pedroni.