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Quello strano colloquio del "bell'Ignazio"

Un set fotografico

Milano - E' bello avere tanti amici, anche se virtuali, su Facebook. Ti fa sentire un po' a casa, anzi ti sembra di essere quella persona che entra nel bar e ogni volta sente a destra e a manca "Ciao Gian, come stai? Tutto ok?". Ma quello che più "fa fico" è trovare delle storie assurde, che sembrano sceneggiature per programmi tv come Le iene e Striscia la notizia. Mi contatta un amico di Fb che chiamerò Ignazio, anche se il suo nome è assolutamente inventato. Ha  quasi 25 anni, viene da fuori Milano, di sicuro è un bel ragazzo visto che pratica molti sport e gli piace essere molto trandy. Mi racconta: "Sai cosa mi è successo l'altro giorno? Avevo mandato la richiesta ad un'agenzia di moda di Milano per partecipare ad un colloquio. Mi piacerebbe essere tra coloro che hanno spazio in programmi televisivi del pomeriggio su Mediaset o Sky. Mi hanno contattato telefonicamente loro e mi hanno detto di presentarmi per le 15.30 puntuali nel loro ufficio zona Università Cattolica. Prendo l'auto, la lascio nel parcheggio, prendo il metrò e dopo qualche passo a piedi nell'afa tremenda milanese arrivo finalmente davanti all'ufficio. Sono molto emozionato. Suono il campanello e il portiere ci indica la strada: primo piano di quell'edificio sulla destra. Salgo e qui nell'ingresso vedo che ci sono molte persone, anche bambine, che sono in attesa del colloqui. Ci sono papà di famiglia, ragazze molto belle e anche donne di mezza età con un sogno nel cassetto: partecipare ad uno spot pubblicitario. Arrivano le impiegate che in modo molto educato e piacevole mi chiedono di compilare un modulo; pazientemente scrivo tutto il necessario e con qualche minuto di ritardo sono chiamato al colloquio. Mi chiedono di me, che lavoro faccio, dei miei interessi, finché arrivano al dunque: <Per valutare se prenderla o meno dobbiamo farle fare da un nostro fotografo un book. Questi scatti ci servono per poterla presentare alle varie agenzie pubblicitarie>. Chiedo se è a pagamento e mi rispondono ovviamente di sì. Io dico che non sono disposto a tirare fuori 500 o mille euro e dallo sguardo della persona che ho di fronte capisco che sarebbero anche di più. Mi alzo, la saluto, mi fa l'occhiolino e me ne vado... Ma è possibile che per partecipare ad un colloquio di lavoro, visto che di lavoro si tratta, devo pagare oltre 1.000 euro per qualche fotografia?". Nell'era dell'immagine forse sì. Almeno era così fino a qualche tempo fa, ma la crisi e l'aria che tira sta cambiando velocemente le cose. Forse qualcuno nella calda, afosa e assolata Milano non se n'è accorto.

Lo saluto, chiudo la conversazione ed esco dal mio 'bar'.

Gianmaria Balboni