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RIPRENDE ATTIVITA’ FEDERAZIONE REGIONALE ORDINE DEI MEDICI PIEMONTE

Nel primo incontro affrontate le tematiche della riorganizzazione del 118 e l’eccessiva burocratizzazione della professione
Federico D’Andrea

Novara - Dopo un periodo di inattività, è stata ricostituita, su iniziativa del dott. Federico D’Andrea (presidente dell’Ordine novarese) la Federazione regionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri del Piemonte. Nel corso della prima riunione, che ha visto intervenire tutti i presidenti provinciali o loro rappresentanti, sono stati affrontati due argomenti di stretta attualità: la riorganizzazione del servizio di 118 e le problematiche legate alla sempre più accentuata burocratizzazione della professione. Temi sui quali verranno preparati appositi documenti che verranno presentati all’assessore regionale alla sanità. «Proprio l’esigenza di confrontarci costruttivamente con la Regione – afferma il dott. Federico D’Andrea (foto) – ci ha portati a ricostituire al Federazione regionale, in modo da presentarci agli incontri in maniera unitaria e quindi di avere maggior potere contrattuale».

«Il documento regionale sulla riorganizzazione del 118 – è stato detto durante la riunione – ci preoccupa perché la strada intrapresa è quella di una presenza costante del personale infermieristico  sulle ambulanze e una relativa limitazione degli interventi dei medici  sul posto. E in più va sottolineato come gli Ordini non siano stati coinvolti, né informati. Non solo, ma dalla Regione è stato detto che gli Ordini non avevano alcun potere di modificare i contenuti, che era già stato deciso e il relativo documento veniva inviato solo per conoscenza. Non è il caso di proporre una sorta di ‘guerra’ di religione tra le due componenti, entrambe essenziali, del sistema dell’emergenza. Limitare la presenza del medico sulle ambulanze risponde a un altro problema, ovvero quello dell’assenza di un numero sufficiente di medici nel servizio 118. Un’emergenza che ben difficilmente si potrà colmare, stante il fenomeno, sempre più accentuato, di abbandono del Servizio sanitario pubblico da parte dei sanitari. Quindi, invece di intervenire alla radice del problema (ovvero trovare il modo di aumentare il numero dei medici) si trova il palliativo di mettere in ambulanza solo degli infermieri, per altro certamente preparati».

Altro argomento trattato nella prima riunione della Federazione regionale è stato quello della sempre più accentuata burocratizzazione della professione.

Una relazione ha evidenziato una serie di problematiche: 

- Sette ore al giorno per compilare moduli e firmare referti 

- Un’ora e mezza per verbali operatori complessi validati in tutte le proprie parti 

- Un’ora per compilare le cartelle cliniche digitali 

- Almeno 15 minuti per la trasmissione di ricovero all’INPS e 20 minuti per una certificazione di decesso allo stesso ente.

E inoltre vanno considerate le criticità relative al lavoro dei medici di medicina generale: «Molti medici vanno in pensione prima del tempo o addirittura si ritirano e cambiano attività per il problema della burocrazia e del tempo perso a fare cose che non sono proprie della professione che hanno scelto: il medico deve tornare a fare il medico». Anche su questo tema verrà redatto un documento da presentare all’assessore regionale.