Pernate - Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato Salviamo Pernate: "Non hanno idea di quello che fanno, nella migliore delle ipotesi. Creare un centro logistico delle dimensioni complessive di 80 ettari a meno di 80 metri da un paese più piccolo dello stesso centro (77 ettari) è una scelta inconcepibile che segnerà inesorabilmente il destino della nostra frazione. Una Comunità che viene condannata a morte per lasciare posto a capannoni che sostituiranno completamente l’attuale visuale delle montagne con un muro in cemento di 1 km colorato forse di verde. La provincia di Novara sta per diventare il più grande ecomostro d’Italia e la frazione di Pernate l’agnello sacrificale su questo presunto sviluppo. Trecate, Cameri, Corso Vercelli, Casalino, Agognate, Biandrate (di cui sembra l’amministrazione fosse all’oscuro fino all’ultimo) e ora anche Pernate. E poi ci sarà il lotto b di Trecate e poi quello di Agognate e via discorrendo fino a quando non avremo esaurito ogni cm2 di terreno ricoprendolo di cemento. Alcuni esperti dicono che si arriverà complessivamente nella provincia a dieci milioni di metri quadrati, un numero difficile da immaginare. Enorme se pensiamo che l’intera area urbanizzata della città di Novara, periferia compresa,si estende ad oggi per poco più di 15 milioni di metri quadrati. Quasi una seconda città dedicata al magazzinaggio creando forse un migliaio di posti di lavoro. L’attuale amministrazione avalla le richieste di Develog4 e sceglie la strada più breve e meno democratica per arrivare al punto. Evita, legalmente, il dibattito in Consiglio Comunale e passa a una più diretta ma per nulla partecipata Delibera di Giunta. È assurdo pensare che un Piano Regolatore a tutti gli effetti decaduto (risale al lontano 2008) che si è rivelato fallimentare in tutte le sue previsioni possa determinare le scelte odierne senza contraddittorio. Pensare che oggi si stravolgano ottocentomila metri quadrati di suolo agricolo ad alto valore agronomico (20 volte il Parco dei Bambini e dell’Allea), senza nemmeno passare dal Consiglio Comunale, senza ascoltare le commissioni e i cittadini, evitando confronti e dibattiti, è indecoroso. La giunta si limita a una seduta lampo di ratifica unanime. Perché tutta questa fretta? Gli sviluppatori che oggi sono a Pernate ieri erano a Trecate e gli stessi architetti di Cameri sono ora qua proporre questo scempio colorato di verde. Ci chiediamo: se Novara come dice il sindaco, attrae investitori per ogni dove per la sua unica posizione, perché poi abbiamo a che fare sempre con gli stessi figuri? Riguardo alla loro attenzione per l’ambiente prendiamo come esempio i verbali delle conferenze dei servizi per la VAS camerese. Si osserva come ARPA abbia più volte criticato l’approccio semplicistico e superficiale dello studio di progettazione arrivando in conclusione ad affermare: “In assenza degli approfondimenti richiesti si ritiene che non sia dimostrabile la sostenibilità del piano in esame”. Volete sapere come è finita? Gli approfondimenti non sono mai stati mai forniti. La VAS è stata approvata e ARPA è stata ignorata, un ottimo inizio. Gli stessi sviluppatori di Pernate oggi sono quelli che ieri a Trecate si sono dimenticati di realizzare i 5 ettari di bosco promesso (là lo chiamavano quinta boscata e qua bastione verde), e hanno poi preferito pagare un’esigua multa alla forestale di 30 mila euro e rotti. Come potremmo oggi affidarci sereni a questi soggetti, memori di quanto successo? Abbiamo appena finito di notare come nello sviluppare Cameri i costruttori abbiano iniziato a sbancare ghiaia a diversi metri di profondità un mese e mezzo prima che la VAS fosse approvata. Viene da pensare che per loro sia prioritario il rispetto del cronoprogramma, prima che quello per l’ambiente ed i cittadini. Al Sindaco vogliamo poi ricordare che aveva promesso ai Pernatesi uno studio di bacino con l’Università di Pavia per mettere in sicurezza il Torrente Terdoppio prima di pensare a qualsiasi nuovo sviluppo. Ora però avvia la cementificazione di 80 ettari, dimenticandosi delle promesse fatte. Senza aver risolto quel piccolissimo e trascurabile problema: la portata di piena massima (centennale) del Terdoppio ad oggi non può essere contenuta nell’alveo del torrente, e non passa attraverso gli attuali ponti ferroviari di CIM SpA4 . Il rischio, causato in passato e aggravato ora, ricadrà in ultimo sui cittadini della frazione, che ne faranno le spese e vedranno i loro beni immobiliari svalutarsi. Questa cementificazione selvaggia andrà ad aggravare un reticolo irriguo già compromesso, scaricando verso il paese tutto ciò che le sette pozzanghere disegnate non riusciranno a contenere. Quelli che vengono dipinti come laghetti sono, semplificando, bacini di raccolta a cielo aperto dove vengono convogliate le acque di piazzale e di prima pioggia per essere disperse. Per alcuni mesi l’anno ipotizziamo che siano in secca melmosa e in altri pieni, pronti a offrire un soggiorno sicuro a nutrie e altri animali nocivi, il tutto a meno di cento metri dalle abitazioni di Pernate. Permetteteci di dissentire sul concetto di smontabilità enunciato dagli sviluppatori. A meno che essi non si intendano stoccare la merce nei Teepee degli indiani Apache, un insediamento logistico non si riduce solo ai prefabbricati (per definizione smontabili, n.d.r.) ma consta anche dei riempimenti fatti per portare a livello (inerti o ghiaia che alterano l’orizzonte del suolo), delle strade, dei parcheggi e dei piazzali, delle infrastrutture posate (tubazioni sotterranee per acqua, energia, fognature etc.).Tutte belle cose non esattamente smontabili con semplicità e economicità. Permetteteci, in ultimo, di protestare anche contro l’iter di pianificazione riportato nell’accordo di programma, che prevede esplicitamente l’esproprio per pubblica utilità. Non capiamo, in riferimento a quanto riportato nello stesso documento (affitto capannoni a 48 €/m2 ), come si possa configurare nell’area T3b la pubblica utilità in questo tipo di esercizio. Non riteniamo che dotare questo particolare sviluppatore privato del benefit di poter espropriare anche chi non vuol vendere pagando a tutti un vantaggioso prezzo tabellare sia giusto ed equo verso altri sviluppatori che altrove hanno acquistato i terreni a prezzo di mercato per realizzare la loro del tutto analoga attività imprenditoriale. Riassumendo, il Comitato esprime la sua forte contrarietà per le tragiche ricadute ambientali, con particolare riferimento a salute, sicurezza, viabilità, disagio, riduzione del valore degli immobili e conseguente decadenza della frazione. Quindi, esorta la cittadinanza, le opposizioni politiche e le associaziosni ambientaliste a unirsi a questa protesta attraverso azioni di sensibilizzazione e di manifestazione pacifica e civile del dissenso al fine di far rinsavire i decisori prima che sia troppo tardi. Adesso o mai più!"