Novara - Ad un occhio poco attento poteva sembrare una normale ricevuta fiscale ma erano completamente assenti i dati identificativi dell’azienda e la numerazione progressiva prestampata per anno solare: nel corso dei quotidiani controlli effettuati per verificare la regolare emissione di ricevute e scontrini fiscali i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Novara hanno scoperto un altro “furbetto” dello scontrino. Alla richiesta dei finanzieri, la cliente, appena uscita dal laboratorio di sartoria, riferiva -esibendola ai militari - che le era stata rilasciata la ricevuta fiscale e, mostrando anche una certa sensibilità all’argomento, aggiungeva, con spirito partecipativo, che quell’esercizio le aveva sempre rilasciato la ricevuta. Peccato che la ricevuta, per quanto idonea a trarre in inganno un occhio poco esperto, fosse tutto meno che un documento fiscale. Il successivo controllo, operato nei confronti dell’esercizio commerciale, consentiva di accertare che quanto appena constatato non era un semplice errore di distrazione ma un vero e proprio “modus operandi” del titolare del laboratorio che, al momento del pagamento del corrispettivo, era solito rilasciare una ricevuta priva di alcun valore fiscale per non destare alcun sospetto nei clienti. Il controllo operato dalle fiamme gialle novaresi consentiva il rinvenimento di oltre 100 ricevute non fiscali grazie alle quali è stato possibile procedere alla puntuale e dettagliata contestazione di altrettanti casi di mancata emissione del documento fiscale.
Ricordiamo che la ricevuta e lo scontrino fiscale devono essere sempre emessi dai commercianti al minuto ed assimilati a fronte di cessioni di beni e prestazioni di servizi rese nei confronti di utenti finali e che la ricevuta fiscale può essere emessa anche avvalendosi di stampati cartacei da compilare manualmente. La ricevuta e lo scontrino costituiscono a tutt’oggi l'adempimento documentale più efficace per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale ostacolando le possibilità di occultamento dei corrispettivi: una volta rilasciato il documento al cliente, l'operatore è in qualche misura indotto a registrare l'operazione, nella consapevolezza di non poterne nascondere le tracce. La Guardia di Finanza, nel più ampio contesto della lotta all'evasione fiscale, si avvale dei poteri conferiti dalla legge per contrastare tutti quei comportamenti non conformi alle regole imposte dal legislatore (mancato rilascio, emissione irregolare, ecc.) ma un importante ruolo, può essere svolto anche dal cittadino il quale, oltre a richiedere il documento a fronte del pagamento effettuato, può controllare anche l'esattezza dei dati fiscali riportati su tali documenti. “Va segnalata” sottolinea il Col. t. SFP Angelo Russo, Comandante Provinciale del Corpo “la prassi diffusa da parte di diversi esercizi aperti al pubblico (in genere bar e ristoranti ma, come abbiamo appena visto, non mancano anche esempi diversi), di utilizzare, per finalità gestionali, scontrini non fiscali. Questa possibilità, sicuramente legittima, non deve essere utilizzata per trarre in inganno il cliente e la documentazione rilasciata con questa finalità dovrebbe presentare un colore differente dall'ordinario ed avere chiaramente impressa la dicitura "non vale come scontrino fiscale". In tali circostanze, all'atto del pagamento, deve sempre essere rilasciata apposita documentazione fiscale. Qualora, viceversa, non vengano emessi un regolare scontrino o ricevuta fiscale, l'esercente commette una violazione, sanzionata amministrativamente; al fine di evitare che questa pratica sia sfruttata per evadere le imposte, in caso di inadempienza da parte dell'esercente è buona prassi che il cliente chieda sempre l'emissione del regolare documento fiscale”.