Novara - Nel pomeriggio di domenica 5 febbraio ha fatto il suo ingresso ufficiale a San Gaudenzio il nuovo Vescovo, monsignor Franco Giulio Brambilla. Basilica piena e moltissimi piccoli del catechismo da tutte le parrocchie novaresi per dare il benvenuto al nuovo 'pastore'. Tra i vari interventi quello del sindaco di Novara, Andrea Ballarè, che qui riportiamo integralmente.
"Eccellenza, l’inizio del suo ministero a Novara proprio nel clima della nostra festa patronale, il fatto di trovarci oggi qui a darle il benvenuto nella grande basilica dedicata a San Gaudenzio, crocevia della dimensione religiosa e civile della nostra terra, rende quasi naturale un riferimento proprio alla figura del Santo Patrono di Novara. C’è un episodio della vita di San Gaudenzio, uno dei più popolari, che mi pare significativo ricordare in questo frangente. L’episodio è quello dell’intervento miracoloso di Gaudenzio che salva la città di Novara da un gigantesco incendio che rischiava di distruggerla. «Un fuoco – dice il testo dell’antica “Leggenda” di San Gaudenzio - accesosi per caso nel circuito delle mura, che divampò accrescendosi e circondando la città da ogni lato». San Gaudenzio prega, gira intorno alle fiamme, e l’incendio si placa. Novara è salva. Caro monsignor Brambilla, il fiume della storia ha visto scorrere uno dopo l’altro i decenni e i secoli. Oggi lei si insedia sulla cattedra che fu di Gaudenzio e ne diventa il 125° successore. Ma - a mio parere - l’immagine di quell’episodio resta una formidabile icona del legame tra la comunità cittadina e il suo vescovo. Un simbolo, certo. Ma molto eloquente. La città, monsignore, anche oggi vede accendersi fuochi intorno alle sue mura. Sono gli aspetti più duri di una crisi economica non più solo letta nelle cronache, ma vissuta sulla propria pelle. Una crisi che ha fatto riemergere bisogni che consideravamo confinati nel passato: la casa, il cibo, il lavoro. Chi come noi si trova ad esercitare la responsabilità amministrativa ha il compito di spegnere questi fuochi, e di mettere al sicuro la città. Nel darle oggi il benvenuto a Novara a nome della città e dell’amministrazione comunale le dico: caro vescovo, abbiamo bisogno di poter sperare che anche lei, come San Gaudenzio, ci aiuti a respingere le fiamme, e a restituire sicurezza alla città. Se lo vorrà, avrà con lei in quest’opera, oltre a noi amministratori, soprattutto i novaresi. All’apparenza schivi e perfino un po’ diffidenti, ma capaci di gesti di straordinaria generosità. Poco inclini alle manifestazioni esteriori, ma in grado di vivere intensamente e con partecipazione. Sobri, ma sempre entusiasti della vita e pronti a coinvolgersi e ad appassionarsi. La “Leggenda” di San Gaudenzio, nel raccontare la vicenda dell’incendio domato, ci rivela anche un particolare, che pure mi pare molto significativo: il gesto dello spegnere l’incendio viene compiuto dal Santo “cantando”. Caro monsignor Brambilla, in questo canto quasi paradossale, io leggo uno stile che mi piacerebbe molto poter condividere con lei nell’opera quotidiana al servizio della città: uno stile che sa recuperare una dimensione umana, anche affettiva. Novara ha bisogno di riscoprire il valore delle relazioni e dei legami, che spesso rimangono consegnati ad una dimensione privata, solo personale. Io credo invece che la nostra città debba e possa restituire un valore pubblico a questo reticolo di rapporti. È ciò che noi dall’inizio della nostra esperienza amministrativa abbiamo chiamato la costruzione della città-comunità. Qualcosa che ha a che fare con quell’invito che lei ha richiamato nella sua relazione al convegno ecclesiale nazionale di Verona del 2006 ricordando come «sperare è la cosa più personale, ma ciò non è possibile senza tener per mano la speranza degli altri». Caro monsignor Brambilla, comincia qui e oggi un percorso insieme che certamente sarà lungo e fruttuoso. Sappia che non la lasceremo tranquillo, che chiederemo sempre anche a lei di esserci compagno di strada fino in fondo, nella costruzione della città del futuro. La vicinanza del vescovo potrà essere per me, per tutti noi, un aiuto a trovare ogni giorno il coraggio e la fiducia. Benvenuto tra noi, monsignor Franco Giulio!"