Novara - Due i nuovi progetti approvati sul Bando “Patrimonio di Comunità” di Fondazione Comunità Novarese onlus che sostiene progetti che prevedano una forte sinergia fra le azioni di tutela e valorizzazione di beni mobili e immobili di valore storico, artistico e culturale, presenti sul territorio della provincia di Novara e sottoposti a vincolo, ai sensi del D.Lgs. 22/01/2004 n. 42. Si tratta del Restauro dell’Altare e della tela della Cappella di San Giuseppe nella Chiesa parrocchiale di San Mamante promosso dalla Parrocchia San Mamante di Cavaglio d’Agogna e del progetto I Visconti e il Barocco nella chiesa di Santa Maria di Egro promosso dalla Parrocchia Sant'Antonio Abate di Castelletto Ticino. I due progetti ricevono da FCN un contributo complessivo di 48.500 euro (18.500 euro per la Parrocchia di Cavaglio e 30.000 per quella di Castelletto Ticino).
“I beni culturali sono l’eredità che proviene dal nostro passato – commenta il Presidente di Fondazione Comunità Novarese onlus, Prof. Davide Maggi – e di cui possiamo godere oggi ma che, si spera, potremo trasmettere alle generazioni future. Il patrimonio architettonico, culturale e artistico di un territorio è una testimonianza di vita e di storia e anche una fonte di idee e d’ispirazione che restituisce alla comunità identità e i valori. Per questo motivo, la Fondazione sostiene, con piacere, progetti che guardano alla tutela dei beni e alla loro valorizzazione per una fruizione attiva e partecipata. La cultura e i suoi beni non possono essere protetti solo da leggi e regolamenti: in prima linea ci devono, sempre, essere le persone che ne riconoscono il valore anche in termini di conoscenza di un passato comune”.
Di seguito, la descrizione dei due progetti:
1) Restauro dell’Altare e della tela della Cappella di San Giuseppe promosso dalla Parrocchia San Mamante di Cavaglio d’Agogna - Costo di progetto 32.100 euro - Contributo FCN 18.500 euro. Della chiesa parrocchiale di San Mamante di Cavaglio D'Agogna, consacrata dal vescovo Bascapè nel 1596, non si conosce l’epoca certa di costruzione. L'edificio, in origine alquanto modesto, a partire dalla metà del XVIII secolo subisce importanti interventi di ristrutturazione che lo portano, tra il 1728 e il 1732, ad assumere le sue fattezze attuali. Le dimensioni raddoppiano e gli altari divengono cinque: due per lato oltre all'altare maggiore, realizzato a conclusione dei lavori di ampliamento. La seconda cappella di destra, oggetto del restauro, è detta degli Agonizzanti o di San Giuseppe. Il nome si deve al tema riprodotto sul quadro collocato sopra l’altare ligneo, raffigurante la Morte del Giusto, protetto dal santo. Scopo del progetto è quello di restaurare la tela e l'altare ligneo che gli fa da cornice, grazie alle due colonne tortili laterali, sormontate da una trabeazione che reca al centro la colomba dello Spirito Santo con raggi e due puntini ai lati. L’altare nel complesso appare ben conservato, pur avendo subito numerosi interventi di ridipintura e la tela si presenta in un precario stato conservativo: numerose sono le perdite di colore ed è chiaro un processo di decoesione di tutti gli strati pittorici.
“L'intento di questo progetto – spiega il parroco, Don Fabrizio Coppola - è aggregativo e la comunità ha risposto, fin da subito, con entusiasmo per contribuire ai restauri, con una donazione. Mesi fa abbiamo inviato una lettera per raccontare l’obiettivo e, ancora prima di cominciare concretamente i lavori, abbiamo raggiunto un numero di donazioni che ci ha consentito di raggiungere la sfida lanciata da FCN e di ottenere il contributo dall’ente”.
“La tela è interessata da grossi tagli e grandi pieghe – spiegano le restauratrici Katia Negri e Gabriela Monzani - ha perso il suo tensionamento corretto sul telaio e, inoltre, presenta numerose ridipinture che ne alterano la leggibilità. Le numerose riprese di colore interessano anche l’altare ligneo barocco che, per alcuni tratti, si rende visibile nelle raffinate cromie seicentesche. Il lavoro prevede nuove tecniche di restauro: sarà evitata la foderatura completa della tela, preferendo l'inserimento di fasce perimetrali e le metodologie, nella fase di pulitura, prediligeranno l'utilizzo di solvent gel e supportanti, per evitare un grosso apporto di umidità”.
La chiesa di San Mamante e, in modo particolare, l’altare di San Giuseppe saranno inseriti nell’itinerario del “Camminar mangiando” e della manifestazione podistica “La Stracan” che ogni anno porta molte persone visitare Cavaglio. In queste occasioni si organizzeranno visite guidate anche all’interno della Chiesa parrocchiale così come durante tutte le occasioni che riportano i cavagliesi a casa oppure i turisti in zona.
2) I Visconti e il Barocco nella chiesa di Santa Maria di Egro promosso da Parrocchia di Sant’Antonio Abate di Castelletto Ticino - Costo di progetto 57.200 euro - Contributo FCN 30.000 euro. Collocata all'interno del cimitero cittadino, la chiesa di Santa Maria di Egro sorge su un preesistente luogo di culto, di cui non si conosce l’epoca di fondazione, ma che, all’inizio del 1600, si trovava già in pessime condizioni. Per questi motivi, se ne decise la sostituzione e, nel 1612, viene posata la prima pietra del nuovo edificio. La nuova chiesa ha pianta basilicale ed è suddivisa in tre navate. Al fondo della navata laterale di destra, si trova la cappella dedicata a San Giuseppe, che, nel 1635, viene concessa ai Visconti di Ornavasso. Ricca di stucchi, che si svolgono tutto attorno all'altare e adornano il cornicione che suddivide la volta rettangolare divisa in quattro vele, la cappella propone alcuni elementi architettonici e storici di notevole valore. Fra questi spiccano, sulla parete di sinistra, l'affresco che rappresenta lo Sposalizio della Vergine e, sulla parete di destra, le lapidi della famiglia Visconti. La parete di fondo si presenta interamente a stucco: sulla lunetta sono presenti due angeli con al centro lo stemma visconteo. Scopo del progetto è porre mano a un restauro complessivo della cappella, rimediando al deterioramento causato da vecchie infiltrazioni di acqua, dagli incauti interventi di restauro, dalle lesioni e dai buchi di vecchi chiodi sparsi sulle sue superfici.
“Sono tantissime le esclamazioni di gioia di fronte ai ponteggi posizionati nella Cappella dei Visconti – commenta il parroco di Castelletto, don Fabrizio Corno – e sono tutte testimonianze dell’affetto della comunità. Entrando, si avverte l’importanza della storia di questo luogo di culto per la presenza di numerosi sepolcri e lapidi che permettono di fare un salto a ritroso, lungo i secoli. In diversi momenti dell’anno, per celebrare la memoria dei cari defunti, la Chiesa si affolla per le funzioni. Inoltre, per la comunità cristiana, la chiesa è depositaria della fede trasmessa dalle passate generazioni poiché, da più di mille anni, qui viene celebrata la liturgia Eucaristica in tutti i giorni festivi. Infine, il restauro della cappella dei Visconti dedicata a San Giuseppe cade nell’anno che Papa Francesco ha voluto dedicare a San Giuseppe, patrono della Chiesa universale”.
“La Chiesa di S. Maria – concludono le restauratrici incaricate del progetto Katia Negri e Gabriela Monzani - riveste per la comunità di Castelletto Sopra Ticino un alto valore simbolico che necessita di una riscoperta, di un recupero e di una valorizzazione sia della struttura materiale, sia della memoria storica. Spesso, è la storia di questi luoghi di culto considerati “minori” a rivestire un’importanza fondamentale per mantenere e rafforzare i legami di una comunità che, con il territorio, trova sempre meno punti di riferimento. Il restauro e la valorizzazione di questi beni, in tempi così difficili, è un bel segnale di speranza”.