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Tre decessi, sempre meno ricoverati e nuovi gesti di generosità

Novara - Nelle ultime 24 ore sono decedute all'AOU Maggiore della Carità tre persone: una ieri sera (classe 1940), due oggi (classe 1931 e 1957); 88 i ricoverati: 36 di novara, 42 della provincia, 6 del resto del Piemonte, 4 da fuori regione; i ricoverati in terapia intensiva sono 5, 17 in subintensiva; 6 i dimessi e 4 i trasferiti. Intanto si registra un nuovo gesto di grande generosità: la distribuzione di riso (nella foto) ai dipendenti dell'ospedale; si tratta di un'iniziativa di For Life Onlus, presieduta dal prof. Alessandro Carriero, in cooperazione con l'azienda agricola Falasco e con l'associazione "Dona un sorriso" in collaborazione con i suoi volontari presenti in ospedale

Veniamo alla situazione in Piemonte: oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono  4.911 (287  in più di ieri): 446  in provincia di Alessandria, 195 in provincia di Asti (+10), 255 (+24) in provincia di Biella, 549 (+45) in provincia di Cuneo, 401 (+30) in provincia di Novara, 2.479 (+135) in provincia di Torino, 256 (+28) in provincia di Vercelli, 268 (+11) nel Verbano-Cusio-Ossola, 62 (+4)  provenienti da altre regioni. Altri 2.538 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 66 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 14 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). Il totale è ora di 3.032 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 564 ad Alessandria, 168 ad Asti, 162 a Biella, 236 a Cuneo, 257 a Novara, 1.346 a Torino, 158 a Vercelli, 110 nel Verbano-Cusio-Ossola, 31 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

Sono 25.995 (+457 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.354 in provincia di Alessandria, 1.557 in provincia di Asti, 964 in provincia di Biella, 2.471 in provincia di Cuneo, 2.266 in provincia di Novara, 12.938 in provincia di Torino, 1.102 in provincia di Vercelli, 1.005 nel Verbano-Cusio-Ossola, 233 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 105 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 199 (-3 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.621 (- 16 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 12.694. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 152.447, di cui 81.195 risultati negativi.

Inoltre l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha inviato ai direttori generali di tutte le Aziende sanitarie della Regione Piemonte la richiesta di predisporre le azioni propedeutiche alla fase 2 dell’emergenza coronavirus sul territorio, elaborando i piani per il progressivo ritorno all’operatività pre-covid per le aree ospedaliera e territoriale, insieme ai piani delle reti di assistenza ospedaliera, territoriale e di programmazione di quadrante per affrontare l’eventuale ritorno dell’epidemia. «Oggi c’è meno pressione sui reparti di terapia intensiva e sub-intensiva – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, dobbiamo pensare a una graduale riconversione dei reparti covid all’attività ordinaria e a riprendere il programma dell’attività chirurgica che avevamo sospeso nella fase acuta dell’emergenza. Parallelamente dobbiamo tenere alta la guardia su una possibile ripartenza dell’epidemia, per cui stiamo lavorando con il gruppo del professor Fazio alla riorganizzazione della rete di medicina sul territorio, con il supporto dell’epidemiologo Paolo Vineis sulla pianificazione strategica complessiva». In ogni caso, nei piani che le Asl dovranno comunicare all’Unità di crisi entro il 3 maggio verranno mantenuti percorsi Covid dedicati e un’organizzazione modulabile per affrontare l’eventuale ripresa epidemica, considerando anche l’offerta delle strutture private, oltre che il progressivo recupero delle prestazioni ambulatoriali non urgenti e delle procedure di prenotazione.