Novara - Il mondo Nrb nel giro di pochissimo tempo è riuscito nell’impresa di entrare nella mente e soprattutto nel cuore di tantissimi novaresi. Come c’è riuscito questo gruppo di motociclisti? Forse perché, oltre alla loro passione per la mitica Harley Davidson, ci sono state numerose iniziative a favore dei meno fortunati e molte altre sono in cantiere in vista del 2016. Per tracciare capire il fenomeno Nrb abbiamo posto la stessa domanda a tre persone che, a vario titolo e con ‘incarichi’ o compiti differenti, hanno collaborato con il portavoce Nrb Giò Vertigo Giovanni Montipò, i suoi ‘ragazzacci’ e le splendide due ruote. Sono: Magda Rosso (giornalista), Paolo Carbone (Birra Hordeum, birrificio artigianale) e Marina Caccia (fotografa). Nel prossimo ‘tour’ invece daremo spazio a Diego Fiorani (architetto), Gianfranco Mercuri (mastro pasticcere) e Gianmaria Balboni (direttore di Freenovara).
Come sei entrato in contatto per la prima volta col mondo Nrb?
Magda: La telefonata di un amico comune che mi chiedeva se potevo dare una mano a un gruppo di ragazzi, che stava cercando di aiutare bambini meno fortunati, a farsi conoscere, a far conoscere le proprie iniziative. Rispondere di sì con questa premessa è stato facilissimo.
Paolo: Giò Vertigo ha parlato del progetto NRB al mio socio Roberto Lentini durante una degustazione dei nostri prodotti: è stato fin da subito entusiasta e me ne ha parlato subito chiedendomi se potevamo in qualche modo collaborare a questa iniziativa davvero lodevole. L'idea è venuta a Roberto, che quasi per scherzo, ha proposto a Giò Vertigo: “e se ti dedicassimo l'etichetta di una nostra birra?”
Marina: Ne ho sentito parlare per la prima volta da Giovanni Montipò; ci conosciamo dai tempi delle superiori, ma persi di vista negli ultimi 30 anni; mi ha contattata qualche tempo prima dell'evento di Garbagna in favore di Angsa. Mi ha raccontato del suo impegno nel sociale e parlato del gruppo, chiedendomi poi se volevo parteciparvi come fotografa. Ho accettato subito volentieri... anche perché, per casualità conoscevo già Benedetta de Martis (Angsa); ho trovato che la coincidenza non potesse essere casuale! Sarebbe stata una bella esperienza a livello lavorativo ma soprattutto umano!
Che idea avevi prima e che idea ti sei fatto dopo aver collaborato con loro?
Magda: Nessuna idea. Era un mondo, quello bikers, che non conoscevo per niente. E non posso dire di conoscere bene neanche ora. Forse oggi ne intuisco qualche meccanismo in più. NRB però, credo sia qualcosa di diverso. E’ vero si parte dalle moto e dalla passione per le moto, ma intanto non stiamo parlando di una moto qualsiasi. Harley Davidson è un marchio che parla da solo. E’ un sogno, un modo di essere e di pensare prima ancora di essere una moto. A quello che già di per sé è, come direbbero i ragazzi, “tanta roba” aggiungi l’ambizione di fare qualcosa per i bambini meno fortunati… Tanti si fermano all'apparenza o alla "leggenda". E' vero: ai raduni, agli eventi NRB li vedi con i giubbotti in pelle nera, la patch, gli anelli coi teschi, le catene e l’aspetto “Easy Rider”. E’ un modo di essere, di vestire, di sentirsi ma limitato a quel contesto. Quando la moto torna in garage, il biker lascia il posto al padre di famiglia… Quello che voglio dire è che non stiamo parlando di marziani. Semplicemente di un gruppo di persone che ha trovato il modo di vivere la propria passione facendo del bene. Mi sembra un ottimo compromesso no?
Paolo: Devo dire che all'inizio non ci conoscevamo e quindi i primi tempi sono serviti un po' per rodare le nostre sinergie; attualmente la collaborazione sta dando veramente grossa soddisfazione sia a noi Hordeum che al gruppo NRB che ha potuto veicolare il proprio messaggio attraverso la nostra birra ed inoltre poter essere partecipi attivamente di tante iniziative benefiche portate avanti dalle ONLUS locali.
Marina: Non avevo proprio idee dal momento che non avevo mai visto nulla delle loro precedenti iniziative... a parte (dopo la chiacchierata con GiòVertigo) qualche foto sul sito e su Facebook. Dopo Garbagna è iniziata la vera conoscenza del gruppo; abbiamo fatto altre foto che serviranno per il calendario in collaborazione con Casa Alessia e per il nuovo sito in allestimento. Trovo che siano una vera forza... ho una grande stima per tutti loro; penso che abbiano trovato il modo giusto per arrivare al cuore della gente... mettendo a disposizione il loro tempo a favore dei bambini e il connubio con i motori sia geniale, inusuale e molto efficace!
Tu e le moto (o motori): gioie, dolori o…?
Magda: Appena compiuti i 18 anni presi la patente, ma in casa il motorino era off limit. Questo però mi permise di venire scorrazzata dagli amici motomuniti. Vivevo in Liguria allora e in moto lì si va quasi tutto l’anno. Mi è sempre piaciuta. Ma da qui a pensare di guidarne una… per carità! Al volante della mia quattroruote però,… quanti chilometri…
Paolo: Se mi sentisse Giò non mi parlerebbe più… Io ho una Vespa PX 125!
Marina: Ho l'anima rock, perciò mi piacciono da sempre le moto; le Harley Davidson hanno un fascino particolare, sono un'icona e dal punto di vista fotografico uno stimolo non indifferente; ognuna con la propria personalità e anima: è come fare un ritratto ad un essere umano, cercare di carpirne l'essenzialità, dai particolari.
Un sogno nel cassetto che senti di poter realizzare col gruppo Nrb?
Magda: NRB è cresciuta tantissimo in poco tempo. Subito ho condiviso il loro obiettivo, quello di aiutare i bambini. Era bello pensare di poter essere utile a una causa tanto bella. Bello pensare che con il mio lavoro potevo sostenere e promuovere le loro iniziative. Questo primo sogno sta diventando realtà. Il gruppo si è allargato, con Marina, Paolo, Diego, e il Comandante Mairati e il sogno si è fatto più grande. Credo sia la nostra forza, il gruppo… E ora il sogno è quello di creare una rete, una rete di associazioni di volontariato, metterle in sinergia una con l’altra perché ciò che può servire a una serve anche a un’altra… e insieme si può davvero fare tanto.
Paolo: Portare in Hordeum i bambini che abbiamo aiutato insieme per far vedere loro come nasce Birra Hordeum e magari lasciare in loro un po' della nostra passione che mettiamo nel nostro lavoro e che si può ritrovare all'interno dei nostri prodotti.
Marina: Un sogno? Spero di continuare questa collaborazione... nel tempo poterli seguire nelle iniziative future e magari coinvolgerli in qualche mio progetto fotografico (ritratti), che chissà potrebbe poi diventare una mostra personale. Comunque sia a livello professionale che umano mi stanno dando tantissimo e non posso far altro che ringraziare di avermi coinvolta.