Novara - Dei 52mila casi di tumore al seno diagnosticati ogni anno in Italia sono oltre 500 quelli che colpiscono donne, sempre più giovani, nel Novarese. Di tumore al seno e di cura su misura se n’è parlato ieri nel corso di un seguitissimo convegno organizzato all’Arengo del Broletto, in occasione del mese ‘Ottobre rosa’ dedicato alla prevenzione e alla lotta del tumore al seno, da Comune di Novara Salute Pubblica e Assessorato alla Cultura. Hanno presentato Luca Piantanida assessore alla Cultura del Comune di Novara e Maria Cristina Stangalini presidente della VIIa Commissione Consiliare ‘Salute pubblica’ del Comune di Novara.
Tra le autorità intervenute presenti anche Daniele Giaime presidente del Centro Servizi Territoriale Novara- Vco quindi Federico Perugini consigliere regionale, Marina Chiarelli vicesindaco di Novara e Giancarlo Avanzi ‘Magnifico Rettore Upo’, Daniela Kozel direttore sanitario AOU ‘Maggiore della Carità’ di Novara e Giuseppina Gambaro della LILT Novara Odv Associazione Provinciale. A seguire, come da ‘scaletta’, le relazioni di Eleonora Gallarotti e Licia Galli su "Dalla valutazione multidisciplinare al trattamento personalizzato", Alessandra Gennari che ha parlato tema "Terapia oncologica del tumore mammario: trattamenti personalizzati", Liah Moalem sul "Il ruolo del chirurgo plastico nella chirurgia oncologica" e Anna Gambaro che ha trattato "L'importanza della prevenzione: la diagnostica per immagini".
Da tutti un messaggio forte e chiaro: “Dobbiamo investire in salute e non in malattia, sapendo che lo screening senologico porta a una riduzione della mortalità per cancro al seno fino al 40%”. Per raggiungere, così indicano i dati, il traguardo, non più utopistico, della mortalità zero per cancro al seno. In Italia 1 donna su 8 si ammala di tumore alla mammella e si stima che ogni anno vengano diagnosticati oltre 50mila casi di carcinoma mammario. Da ormai diversi anni si registra però anche una progressiva riduzione della mortalità per questa neoplasia. Lilt Novara, associazione che diffonde la ‘cultura della prevenzione’ (primaria, secondaria e terziaria) come metodo di vita, mette a disposizione una serie di progetti seguiti passo a passo da un fitta e preziosa rete di volontari che hanno sempre offerto e continuano a offrire il loro tempo, impegno ed entusiasmo per la realizzazione dei compiti istituzionali e dei progetti dell’associazione.