Novara - Nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi, venerdì 4 marzo, nella Caserma della Guardia di Finanza di Novara, il Comandante delle Fiamme Gialle, Col. t. SFP Angelo Russo, ha illustrato, nel dettaglio, l’origine, lo sviluppo ed i risultati dell’Operazione denominata “Panta Rei”, svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria e dalla Tenenza di Borgomanero nel settore della sicurezza dei prodotti e tutela dei cittadini.
Gli aspetti tecnici del servizio sono stati, peraltro, illustrati dagli esperti del “Consorzio Ruvaris”, costituito da 24 importanti imprese associate, rappresentanti buona parte dell’industria sanitaria e della rubinetteria Italiana che, grazie alla lunga esperienza nel monitoraggio e nel coordinamento industriale, gioca un ruolo essenziale nello sviluppo della ricerca, soprattutto per quanto attiene l’analisi ed il controllo dei requisiti tecnico-normativi dei prodotti immessi sul mercato.
L’importanza dell’incontro è stata ulteriormente valorizzata dalla partecipazione dei vertici dell’Unione Industriali Novaresi, che con la loro presenza hanno inteso rimarcare il vivo interesse per uno dei settori ritenuti strategici per l’economia dell’intera provincia, che annovera, va ricordato, più di nr. 300 imprese che, oltre a detenere circa un terzo dell’intera produzione nazionale, costituiscono il 15% delle esportazioni mondiali di rubinetteria e valvolame in ottone e bronzo.
L’operazione “Panta Rei” - ha evidenziato l’alto Ufficiale - promana da una approfondita analisi dell’evoluzione recente del citato settore; iniziata all’interno della provincia, ha infine assunto profili di rilievo nazionale, sostanziandosi in 102 interventi - nei confronti di produttori, importatori e rivenditori - condotti in 9 Regioni e con l’ausilio di 58 Reparti del Corpo sub-delegati ai controlli.
Partendo dagli assunti che la pressoché totalità dei rubinetti prodotti nel mondo è fabbricata in ottone cromato, e che quest’ultima è lavorabile soltanto con l’aggiunta di piombo (in una percentuale fra lo 0.5 e il 3% del peso della lega finale), in grado di garantire un’ottimale lavorabilità della stessa, si evince come in assenza di un valido materiale alternativo il piombo, allo stato attuale, sia ben difficilmente eliminabile dalla produzione dei rubinetti.
Non tutti, però, sanno che il piombo, proprio durante la fase di fusione e lavorazione a caldo, tende a depositarsi negli strati superficiali del rubinetto; l’acqua, pertanto, scorrendo semplicemente attraverso il prodotto ultimato genera una sorta di “effetto lavaggio” che asporta le particelle superficiali di metallo. Tali percentuali di piombo, se ingerite, possono essere molto dannose per l’organismo umano.
Occorre in merito ricordare come l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia appositamente elaborato una lista delle percentuali consigliate di concentrazione di metalli pesanti nei rubinetti destinati all’erogazione di acqua potabile, consigliando che il rilascio di piombo nell’acqua potabile non superi i 10 microgrammi per litro. La stessa ha, poi, rilevato che il piombo è un contaminante che si accumula nell’organismo e che manifesta la propria tossicità già da concentrazioni minime di 80-100 microgrammi per litro nel sangue.
È dimostrato che l’acqua che attraversa un rubinetto nei suoi primi mesi di utilizzo assorbe percentuali di piombo che possono essere molto superiori ai 10 microgrammi per litro, arrivando a percentuali di circa 100/120 microgrammi/litro, dunque assai pericolose per la salute umana. In questo contesto, le Fiamme Gialle novaresi hanno posto sotto sequestro, in oltre 6 mesi di attività, oltre 15.000 prodotti di rubinetteria, in quanto, potenzialmente, gravemente tossici per la salute umana, riscontrando materiali quali piombo, cadmio e nichel presenti in quantità superiori ai limiti previsti dalla legge. Si tratta di prodotti - rubinetti, valvole, soffioni - provenienti dall’estremo oriente asiatico, introdotti nel mercato nazionale da quattro distinte Aziende importatrici ubicate in Lombardia e Campania, fino a raggiungere capillarmente gli utenti finali.
In particolare, il Consorzio ha fornito:
• un kit tecnico speditivo (vd. metodo analiticamente descritto in allegato), che le Fiamme Gialle hanno potuto utilizzare presso le sedi delle imprese oggetto di controllo, necessario all’espletamento di un primo accertamento sui prodotti campionati nell’ambito del servizio che, almeno potenzialmente, potevano contenere una quantità di piombo superiore ai limiti consentiti dalla normativa vigente;
• una successiva consulenza relativa all’analisi chimica spettrometrica del materiale risultato positivo al test speditivo preliminare.
Gli esiti sono a dir poco impressionanti, in quanto è emersa non solo la presenza di percentuali di piombo, cadmio e nichel non conformi ai valori normativi, ma persino l’impiego di materiali - quali lo zinco ovvero la cd. “lega di zama” - il cui utilizzo non è affatto contemplato dalla normativa.
Per tutto quanto sopra premesso, le Fiamme Gialle novaresi hanno sequestrato gli articoli di rubinetteria che sottoposti ad esame di laboratorio sono risultati non a norma, con contestuale segnalazione alle Autorità Giudiziarie competenti dei responsabili delle violazioni di cui agli articoli 3, 103 e seguenti del D. Lgs. 206/2005 (Codice del Consumo), puniti dall’art.112 dello stesso decreto.
Successivamente, le A.G. interessate hanno emesso appositi provvedimenti finalizzati alla perquisizione e contestuale sequestro degli articoli di rubinetteria risultati non a norma, da effettuarsi presso le sedi dei loro importatori e di punti vendita dislocati sul territorio nazionale.
Durante lo svolgimento delle perquisizioni delegate sono stati rinvenuti circa 200.000 ulteriori accessori vari da bagno (porta-asciugamani, portasapone, specchi, dispenser, porta-salviette, mensole, portascopino, doccette, portarotolo) nonché beni di varia altra natura (giocattoli, cancelleria, torce elettriche, fermacapelli, spazzole, fiori secchi, accessoristica varia per informatica, telefonia, cicli e televisioni) che risultavano non conformi alle prescrizioni di cui al D. Lgs. 313/91 o alla normativa in materia di apposizione della marcatura CE; da ciò scaturivano ulteriori segnalazioni all’A.G. competente per violazioni di cui all’artt. 517 c.p..
Inoltre, sono state acquisite le prove dell’avvenuta commercializzazione (fatture e Documenti di Trasporto) degli articoli di rubinetteria sottoposti a sequestro che consentivano l’emissione di ulteriori provvedimenti magistratuali finalizzati al sequestro nei confronti degli acquirenti degli stessi in diverse località dislocate su tutto il territorio nazionale.
In totale, sono 5 i soggetti, tutti importatori, denunziati alle competenti Autorità Magistratuali (1 italiano e 4 cinesi) per violazione al “Codice del Consumo”, alla normativa sulla sicurezza dei prodotti, nonché per l’ulteriore fattispecie criminosa di “frode in commercio”.
Da segnalare, infine, che nel corso dell’Operazione “Panta Rei” un importatore cinese con sede in Monza si è reso, altresì, responsabile, di violazione colposa dei sigilli apposti dalle Fiamme Gialle sui colli contenenti i prodotti sequestrati, causata, a suo dire, da una manovra errata durante gli spostamenti interni di magazzino.
Per quanto riguarda, in particolare, la situazione concernente precipuamente la realtà provinciale novarese, si segnala che i controlli delle Fiamme Gialle hanno preso in esame:
1. prodotti di rubinetteria venduti dai più noti produttori locali (taluni di loro peraltro aderenti al citato Consorzio), senza che siano emerse irregolarità;
2. analoghi prodotti offerti al pubblico da nr. 6 rivenditori al dettaglio (5 cinesi ed 1 italiano), in esito ai quali venivano rinvenuti e sequestrati, a carico dei primi, (mentre nel caso dell’esercente italiano non sono state evidenziati rilievi):
a. nr. 48 prodotti di rubinetteria potenzialmente tossici in relazione alle percentuali di piombo, nichel, cadmio ed alla presenza della cd. “lega di zama”;
b. circa nr. 150 prodotti non conformi sotto il profilo della marchiatura comunitaria.
A fattor comune, nessun imprenditore o commerciante della provincia è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria.
Nella Regione Piemonte, infine, le province interessate dall’attività delle Fiamme Gialle sono state - oltre a quella novarese già descritta - quelle di Torino, Cuneo, Biella, Vercelli, Alessandria e Verbania, interessate da nr. 13 controlli ispettivi, con il sequestro di ulteriori 59 prodotti di rubinetteria tossici.
"L’operazione illustrata - ha concluso il Col. t. SFP Russo - appare destinata a costituire un brillante punto di partenza per intraprendere ulteriori e sempre più proficue collaborazioni tra il Corpo e l’imprenditoria locale, al fine di garantire forme di tutela sempre più efficaci della salute e della qualità della vita dei nostri cittadini".