Trecate - Con la scomparsa di Giuseppe Bolognini se ne va davvero Trecate. Quel 'paesone' che dalle macerie del dopoguerra è riuscita a ripartire rimboccandosi le maniche e facendo pedalare l'economia e lo sviluppo di una intera comunità. Sì, pedalare, perché grazie a lui, alle sue bici, ai suoi motorini, ai suoi 'aggiustamenti' in corso e di corsa riusciva nel miracolo di rendere meno faticosa la vita. Ma la grande bellezza di questo uomo, marito, padre e nonno straordinario, è stato quella di non rinchiudersi nella sua officina in corso Roma, ma di 'fare' cultura con la stessa tenacia e caparbietà di quanto era stato capace nella sua 'bottega'. Anche a lui si deve quell'arte di essere professore a fianco degli studenti, quando dirise negli anni '70 e '80 alcune sedi Enaip della provincia. Anche a lui si deve la nascita e crescita dell'associazione trecatese per la storia e cultura locale. Anche a lui deve essere riconosciuta la bontà proprio di questo progetto, sì difficile, ma allo stesso tempo entusiasmante: tramandare il dialetto e le tradizioni trecatesi ai più giovani e a coloro che trecatesi - come me - non lo sono di nascita, ma di fatto. Addio Giuseppe. Lascia la moglie, le tre figlie e i nipoti. Forse non è un caso che se n'è andato come era solito fare in punta di piedi, anzi... pedalando piano piano con un rapporto leggero una delle tue biciclette, nel giorno in cui il Tacuich 2015 veniva presentato. Bella persona, bell'esempio, bella responsabilità per noi che siamo rimasti a portare avanti la sua 'due ruote'...
(nella foto è sulla destra con Mauro Ferrara e Silvia Colla dell'associazione trecatese per la storia e cultura locale)
Gianmaria Balboni