Trecate - Riceviamo e pubblichiamo dall'architetto Fabiano Bariani. In relazione alle dichiarazioni alla stampa locale della Sezione trecatese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia relative al cenotafio in ricordo di Vittorio Dorè, l’Architetto Fabiano Bariani, in qualità di Progettista e Direttore dei Lavori dell’opera in questione, in una nota giornalistica precisa quanto segue: "La polemica che apprendo per mezzo della stampa, relativa al monumento edificato in Trecate e che mi vede conseguentemente coinvolto in quanto progettista dell’opera, da un mese a questa parte è imbevuta di disinformazione e diffamazione. Come prima cosa l’ ANPI trecatese pone in dubbio una vicenda storica avvenuta e ricordata attraverso un monumento (ancora in fase di ultimazione e di varianti in corso d’opera): la fucilazione di Vittorio Dorè per mano di elementi partigiani (e quindi mettendo in dubbio la stessa legittimità di un’opera pubblica realizzata). Tra i tanti documenti che possono invece avvallare la correttezza della ricostruzione storica effettuata ai fini della opportuna documentazione per le Pratiche presentate presso gli opportuni Enti, vi è un rapporto dei Carabinieri di Novara datato 13 maggio 1945 che riporta: “Il 12 corrente, ore 23.30 circa, nei pressi del Cimitero di Trecate (Novara) elementi della 2a Brigata Della Vecchia hanno fucilato, per asserito ordine del comando Piazza di Novara, DORE’ Vittorio di Giovanni, classe 1927, non meglio identificato”. Chi attacca l’opera architettonica in questione e come conseguenza indiretta anche l’operato professionale da me svolto nel progettarlo e nel dirigerne - come da legge - i lavori di edificazione, non solo non conosce la vicenda storica di Dorè (quindi lacunoso su di un fatto di memoria locale) ma pretende addirittura di mistificarla a proprio piacimento per attacchi politici alla amministrazione comunale di riferimento. Sarebbe opportuno scindere le questioni di carattere politico da quelle della memorialistica storica effettuata attraverso la costruzione di monumenti. In queste settimane, attraverso le accuse rivolte all’opera da me progettata, sono stato fatto oggetto di accostamenti infondati ad illeciti penali, quali l’apologia del fascismo e la propaganda razzista. La scelta dell’epitaffio è frutto di ricerche stilistiche riscontrabili in monumenti analoghi che sono stati oggetto di studio comparativo preliminare per poter svolgere più correttamente la progettazione del monumento a Trecate. Infatti in tutta Italia ci sono cippi dedicati a Caduti della Repubblica Sociale Italiana: un sacrario con l’iscrizione che richiama all’ “immane scontro del sangue contro l’oro” è presente a Sant’Angelo in Formis (Santa Maria Capua Vetere), di proprietà comunale e inaugurato negli anni’90 per ricordare militari della RSI fucilati dagli angloamericani nel 1944; in Alto Adige in diversi monumenti ai Caduti sono menzionati sudtirolesi che hanno combattuto nelle formazioni militare tedesche nella seconda guerra mondiale; a Munsingen, in Germania (dove le leggi sulla materia sono molto più severe che in Italia) vi è un cippo dedicato ai soldati Divisione Alpina “Monterosa”, collocato presso il luogo del campo di addestramento dove Mussolini passò in rassegna le truppe nel 1944. Nulla di tutto ciò ha mai dato adito a strumentalizzazioni politiche e meno ancora ad ipotesi di rimozione di tali manufatti e peggio di reato, proprio perché anche di recente la Corte di Cassazione ha escluso che possa ricorrere l’apologia del fascismo in contesti commemorativi dei defunti, ancorpiù se caduti in fatti bellici. Le insinuazioni di cui sono stato fatto oggetto, dato l’assidua pubblicità nel citare il mio nominativo in più occasioni, sono al vaglio dei miei legali, i quali stanno verificando gli estremi per la tutela della mia onorabilità morale e professionale nelle sedi opportune".
Va anche aggiunto che questa mattina nel corso di un incontro voluto e organizzato dall'Anpi Trecate lo scrittore e storico Riccardo Ferrigato ha raccontato la vicenda, 'bollando' l'opera come "fascista" e realizzata su suolo comunale; sottolineando come il sindaco Binatti "non potesse non sapere il tipo di opera e le scritte inneggianti al Ventennio presenti sulla lapide commemorativa di Vittorio Dorè". Un fatto drammatico avvenuto 76 anni fa e che rimane, ancora oggi, una pagina ricca di sofferenza e dolore anche nella Trecate odierna.