Galliate - Prosegue senza sosta l’azione di contrasto al fenomeno dell’evasione fiscale da parte della Guardia di Finanza: questa volta sotto la lente delle fiamme gialle novaresi è finito il caso di un galliatese che affittava “in nero” due dei suoi appartamenti. Nessun contratto registrato, nessun reddito dichiarato al fisco: eppure in quegli appartamenti abitava qualcuno. Insospettiti dalle anomalie riscontrate i finanzieri hanno voluto vederci chiaro ed hanno scoperto un altro caso di evasione fiscale: in tre anni il proprietario aveva nascosto al fisco oltre 30.000 euro di reddito derivanti dai canoni di locazione. Ora, oltre alle imposte ed alle relative sanzioni per l’omessa dichiarazione dei redditi derivanti dalla locazione degli appartamenti (dal 100 al 200% dell’imposta evasa, in questo caso pari a circa 8.000 euro), il proprietario dovrà corrispondere una sanzione da 2.400 a 4.800 euro, per l’omesso versamento dell’imposta di registro.
“Quello dell’evasione fiscale nel settore immobiliare - commenta il Col. t.SFP Angelo Russo - è ancora un problema diffuso: una parte significativa degli appartamenti “sfitti” è inrealtà fonte di guadagno per i proprietari, che approfittando della posizione di debolezza dei loro inquilini, occultano le loro entrate sottraendo preziose risorse alla collettività”.
E’ opportuno ricordare che dal giugno scorso, grazie alle novità introdotte insieme alla cedolare secca sugli affitti, i proprietari che non hanno regolarizzato la posizione dei loro inquilini, trasformando l’affitto in nero in un regolare contratto di locazione, possono essere costretti a stipulare contratti 4+4 ad un canone mensile anche 10 volte più basso di quello attuale. Tutti gli inquilini “in nero” possono infatti avviare le procedure previste per la registrazione unilaterale del contratto di locazionedenunciando l’esistenza di una locazione irregolare: in questo caso il proprietario dovrà registrare un contratto di locazione di 4 anni, rinnovabile per altri 4 anni (il cosiddetto 4 + 4) ad un prezzo che può arrivare ad essere inferiore anche del 90% rispetto a quello di mercato. Il canone che l’inquilino dovrà pagare sarà pari a tre volte la rendita catastale che, soprattutto per le case con qualche anno sulle spalle, è nettamente inferiore al valore di mercato. Per poter accedere a questi benefici sarà però necessario che l’inquilino sia in grado di dimostrare il pagamento dell’affitto, per esempio esibendo la ricevuta di una quietanza di pagamento o di una utenza di luce o gas a lui intestata.