Cameri - L'ente gestione aree protette Ticino e Lago Maggiore apre l'anno con un piano di azioni mirate a migliorare ed ottimizzare il sistema di azioni per il contenimento e l’abbattimento della fauna selvatica, con particolare riferimento ai cinghiali. La soluzione alle problematiche dovute alla diffusione della specie cinghiale e suoi ibridi rientra tra le priorità gestionali faunistiche a cui l'ente dedica grande impegno. L'estensione e la differenza dei territori in gestione richiede una attenta analisi delle differenti necessità, con azioni coerenti con le linee guida Ispra e la normativa in tema di PSA. A tal fine l'Ente sta definendo un gruppo di lavoro che interverrà con un piano mirato adatto alle peculiarità e caratteristiche proprie di ogni area protetta in gestione, con la previsione sia di azioni attive attraverso l'attività svolta dalle squadre di operatori selezionati sia con azioni passive. L'attività 2023 ha come obiettivo l'attuazione di azioni per ottenere una effettiva contrazione della popolazione di cinghiali, con un aumento dei capi femmina abbattuti in linea con le indicazioni in materia. Fra le previsioni anche nuove azioni di smaltimento e l'avvio di un tavolo di confronto con le categorie agricole. La gestione della fauna selvatica all'interno delle aree protette regionali viene svolta in un'ottica di promozione della funzionalità ecologica dell'area protetta in rapporto di compatibilità con le attività antropiche e, in particolare, agricole e zootecniche. La gestione del cinghiale, specie nota per la grande adattabilità e per il suo elevato tasso riproduttivo, richiede molte risorse per limitare gli ingenti danni che questi animali provocano alle coltivazioni. Già nel 2022 l'ente aveva assegnato contributi per la realizzazione di recinzioni atte a prevenire i danni provocati alle coltivazioni agrarie nel territorio del Parco Naturale del Ticino e, anche per il 2023, è in previsione una nuova assegnazione di contributi per la promozione di azioni rivolte alla prevenzione dei danni provocati dai cinghiali.