Galliate - Ormai è a tutti gli effetti un personaggio pubblico: Valentina Abinanti, la giovane ricercatrice, specializzata nella caccia ai tornado e ai fenomeni meteorologici straordinari, continua a far parlare di sé. L'ultima sua incredibile avventura ha avuto luogo nei giorni scorsi negli Stati Uniti. Questo il racconto: "Per il settimo anno consecutivo, anche questa primavera dal 10 maggio al 19 giugno mi sono recata nelle pianure americane per documentare temporali violenti e tornado. E' stato un viaggio molto più all'avventura degli scorsi anni, perché per la prima volta il mio amico ed abituale compagno di "cacce" Niccolò Ubalducci non è potuto partire. Mi sono unita così ad altri amici cacciatori di diverse nazionalità che ho avuto modo di conoscere nelle stagioni precedenti. I km percorsi in 40 giorni sono stati 37.000, per un totale di 13 Stati visitati, 10 tornado intercettati e decine di temporali assolutamente incredibili immortalati nei nostri scatti. La stagione dei tornado è partita piuttosto in ritardo rispetto alle solite tempistiche ed anche il numero degli eventi registrati è stato minore alle solite medie, ma sebbene l'anno non spicchi per la quantità di fenomeni vorticosi, in più occasioni tornado violenti si sono abbattuti nell'area densamente abitata di Oklahoma City, causando seri danni a persone e cose. In particolare - prosegue Vale - il 19 maggio un tornado EF4 si è abbattuto sulla cittadina di Shawnee (Oklahoma) ed il 20 maggio un EF5 ha colpito la città di Moore, che si trova ad una manciata di km a sud di Oklahoma City. Questa città era già stata colpita in passato da un EF5 il quale aveva avuto un percorso praticamente quasi identico. In entrambe le giornate tutti i parametri e gli indici che permettono di capire se e dove si svilupperanno temporali, indicavano che queste aree erano a forte rischio. La popolazione era stata quindi preallertata, ma non c'è alcun modo di capire il luogo e l'ora esatta dove il o i tornado colpiranno. Questo lo si può sapere solo quando il tornado ha già toccato terra ed è a questo punto che il centro di previsione americano fa partire le sirene nei centri abitati che saranno colpiti. Purtroppo il 20 maggio la dinamica che ha portato allo sviluppo del tornado EF5 è stata così rapida da lasciare pochissimo margine di tempo alle sirene. Con i ragazzi tedeschi in quella data abbiamo deliberatamente scelto di evitare di cacciare in quest'area, perché è estremamente pericoloso muoversi sotto un temporale tornadico in un'area fortemente urbanizzata e trafficata. Abbiamo così puntato l'area immediatamente più a sud, dove c'è stato un altro tornado. Il 31 maggio, solo 11 giorni dopo e ad appena 60 km di distanza ad ovest di Moore, un ennesimo EF5 ha colpito le zone nelle campagne di El Reno. Ho avuto modo di documentare questo tornado durante gran parte del suo ciclo vitale ed ho assistito con i miei occhi ad una delle espressioni più violente della natura in assoluto. Il potenziale in gioco era elevatissimo e, sebbene lo sviluppo di tornado violenti nel pomeriggio fosse praticamente quasi certo, neanche la più lontana immaginazione mi avrebbe portato a pensare quello che poi in realtà è accaduto. Proprio per l'incredibile mix di ingredienti presenti in loco, il vortice ha mostrato sin da subito un comportamento instabile e caotico. Fin dai primi secondi in cui ha toccato il suolo ha continuato a cambiare forma e dimensioni per poi divenire un classico WEDGE tornado. Un wedge è un tornado più largo che alto per definizione e generalmente si riscontra questa tipologia in presenza di elevata umidità. Prima di divenire wedge e nei primi istanti di questa nuova fase, il tornado si muoveva verso sud-est e moltissimi cacciatori, tra cui persone estremamente esperte, si trovavano di poco a nord-est di esso. Trovarsi a est-nord-est della circolazione tornadica permette generalmente di osservare i tornado in assenza di precipitazioni o quasi, avendo quindi visuale ottimale su di essi. In linea di massima il corridoio percorso da un tornado è difficile che cambi direzione repentinamente, ma esiste la rara eventualità che questo accada. Ed è proprio quello che è successo ad El Reno, quando il tornado dopo esser divenuto wedge ha sterzato di 90° muovendosi drasticamente verso nord-est e quadruplicando nel contempo le sue dimensioni in meno di 30 secondi, raggiungendo l'assurda larghezza di 4,2km, ampiezza maggiore mai registrata in un tornado nella storia. In questi frangenti noi ci stavamo muovendo verso sud, riposizionandoci in base all'originaria direzione di spostamento del vortice. Ci siamo ritrovati con il tornado in un punto in cui non sarebbe dovuto essere, ovvero nei campi di fianco alla nostra auto. Continuando a muoverci a sud, questo ci ha poi attraversato la strada alle nostre spalle a circa 300 metri di distanza, per poi "scapparci" via verso nord-est. Non ci siamo trovati in diretto pericolo, proprio per la decisione di muoverci quanto prima verso sud, ma le cose sono andate diversamente per altri cacciatori che si trovavano di pochissimo a nord-est del vortice, in quanto non hanno avuto il tempo materiale di spostarsi. Inoltre, anche se la diretta circolazione tornadica è ancora distante, quando questa si muove verso di te ci sono venti fortissimi che ti impediscono anche di spostarti in automobile... specie se il tornado è un EF5. Molti cacciatori sono stati colpiti da detriti o ribaltati con le loro vetture. C'è chi ha abbandonato il veicolo ed è fuggito a piedi. Non si era mai visto uno scenario simile nella storia dello stormchasing, questo proprio perché il tornado di El Reno è stato qualcosa di eccezionale e fuori portata. Fortunamente sono tutti riusciti a cavarsela con pochi graffi o piccole ferite. Purtroppo però la notte del 1 giugno, il giorno successivo all'evento, in una stanza di un motel in Texas ho avuto modo di apprendere una notizia terribile in tempo reale, notizia a cui ho stentato a credere e chi mi ha profondamente colpita. I 3 ricercatori, cacciatori e scienziati storici Tim Samaras, il figlio Paul Samaras e Carl Young sono morti durante il tornado di El Reno. Non sono riusciti a sfuggire all'immenso wedge proprio dopo che questo ha virato, a quanto pare perché la strada su cui si trovavano erano stata preventivamente chiusa per sicurezza, tutto in relazione al fatto che il tornado si spostava all'inizio verso sud-est. Tim Samaras non era un improvvisato, era una persona che ha dedicato tutta la vita allo studio di questi fenomeni. Era il suo lavoro, la sua missione di vita. Depositava sensori sul percorso dei tornado per capirne dinamiche e comportamento, tutto per migliorare le conoscenze e salvare vite di altre persone. Tim era famoso per il suo approccio "safety first", sicurezza prima di tutto, in ogni singola caccia a questi fenomeni ed è per questo che fa ancora più male pensare che i primi e gli unici cacciatori morti durante un tornado siano lui ed il suo team. Erano veramente gli ultimi nomi a cui si sarebbe associato un destino simile. Ho avuto modo di conoscerlo 2 anni fa: una persona umile, disponibile, assolutamente alla mano. Un signore sotto tutti i punti di vista. Voglio pensare - conclude Valentina con visibile commozione - che ci abbiano lasciati facendo ciò che più era a loro caro e per la nobile causa di salvare vite svolgendo ricerca in questo campo. "Life isn't about waiting for the storm to pass; it's about learning to dance in the rain", "La vita non è attendere che passi il temporale; è imparare a danzare nella pioggia", Tim Samaras".
Un viaggio che sembra la sceneggiatura di un libro di Jack Kerouac. Grazie Valentina e... al prossimo racconto.