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Legambiente e le potature a Trecate

"POSSIAMO CHIAMARLI ANCORA ALBERI?"

Trecate - Riceviamo e pubblichiamo dal circolo Legambiente Il Pioppo a firma del presidente Roberto Gazzola: "Quando si vedono certi interventi di manutenzione del verde in ambito urbano sorge veramente spontaneo un grido di dolore a vedere gli alberi ridotti a cose inanimate. Quanto succede adesso a Trecate con le potature, è un esempio, eclatante, di una pratica che purtroppo è ancora molto diffusa! Dov’è l’albero? Dov’è quel pezzo di natura trasportato in città? Dov’è la sua bellezza, lo sviluppo armonico  della sua chioma, il suo colore, il suo portamento, la sua bellezza? A cosa serve un albero che non fa ombra, non produce ossigeno, che invece di donare serenità produce sofferenza in chi lo vede? Alberi amputati, ridotti a tronchi con qualche moncherino di ramo! Questo è il frutto di una pratica e di una sottovalutazione sistematica del verde urbano che dura da decenni. A partire dagli errori nella messa a dimora, con alberi piantati troppo vicini e che non tengono conto del loro sviluppo adulto, in posti non adatti, senza spazio per le radici e per una crescita naturale. Poi ovviamente crescono troppo, crescono male ed è necessario potarli, ma almeno fossero potati in modo corretto! L’uomo e le piante hanno un rapporto ormai millenario e la potatura si è sempre eseguita per finalità estetiche o utilitaristiche, ma veniva fatta secondo precisi criteri colturali, come si dice “a regola d’arte”. Ora questi interventi sono fatti senza nessun piano organico del verde, con ditte che spesso si  improvvisano, vincono gare al massimo ribasso e fanno la manutenzione senza alcun criterio o competenza, trattando le piante come semplice oggetti che ingombrano lo spazio. Nessun agronomo, nessun forestale potrebbe mai approvare le potature fatte in questo modo, che vanno contro ogni insegnamento della arboricoltura: gli effetti di queste potature non fanno altro che favorire l’insorgere di malattie e la risposta  vegetativa della pianta ancora più violenta, che tenta di sopravvivere con uno sviluppo caotico e disordinato, che in futuro, ovviamente, richiederà ulteriori interventi di potatura. Oltretutto gli strumenti per una buona gestione ci sono: con Decreto 10 marzo 2020 sono stati emanati i “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde”, che danno precisi criteri affinché le stazioni appaltanti, in particolare le amministrazioni comunali, si dotino e applichino concretamente gli strumenti più avanzati di gestione del verde pubblico ed evitino interventi sul territorio qualitativamente scarsi o addirittura dannosi, con conseguente aggravio di costi per la comunità. E poi la sicurezza! E’ un aspetto sempre importante ma certamente è molto più sicuro un albero sano e sviluppato in modo coerente con le sue caratteristiche naturali che una pianta continuamente maneggiata (e maltrattata) e magari malata! In questi ultimi anni si parla tanto di cambiamenti climatici, di necessità che le città aumentino la loro “resilienza” ai cambiamenti stessi e una delle strategie che viene indicata è quella dell’incremento della dotazione vegetale delle città: per ridurre l’effetto isola di calore d’estate, per assorbire anidride carbonica, per trattenere il particolato delle emissioni in atmosfera, per renderci la vita più piacevole. A che serve anche quello che noi facciamo, chiedere delle donazioni per piantare degli alberi, la Festa dell’albero che facciamo con le scuole, se poi le piante vengono trattate in questo modo? Pensiamo che sia ora di affrontare questo tema con la serietà che gli è dovuta per evitare di continuare a fare danni e dilapidare il patrimonio vegetale già ora presente nelle nostre città!"

Se i diretti interessati avessero qualche dichiarazione da rilasciare in merito, la redazione di Freenovara è assolutamente - come sempre - a disposizione. I contatti sono i soliti: giba969@gmail.com oppure w up 370 3286083.