Trecate - Fu un fatto che fece parlare di Trecate in tutta Italia, anzi in tutto il mondo. Era il 28 febbraio del 1994 e all'ora di pranzo di una giornata uggiosa si capì subito che qualcosa si stava mischiando alla pioggerellina di fine inverno-primavera. Inoltre si avvertiva un puzzo incredibile di olio e si sentiva un forte rumore provenire dalla campagna a nord al confine con Romentino, da dove si poteva vedere una nuvola nera simile al fungo atomico di Hiroshima. Era il disastro ambientale dell'esplosione del pozzo TR24, che riversò sull'abitato di Trecate e in gran parte del territorio (soprattutto campi pronti per la coltivazione a riso o cereali nel giro di pochi mesi) un quantitativo impressionante di petrolio grezzo provenire dal pozzo petrolifero. Di preciso non si sa ancora oggi cosa avvenne; le poche e certe informazioni riguardano l'asta di trivellazione che ad una profondità di circa 5.500 metri si ruppe e l'impressionante pressione dal sottosuolo fece eruttare litri e litri di petrolio sulla città, come se fosse in film ambientato nel Texas di inizio Novecento (avete presente 'Il Gigante' con James Dean?). Tra i primissimi ad arrivare sul posto, allertato dalla chiamata di una residente in quell'area, ci fu l'allora comandante della Caserma di Carabinieri di Trecate, il maresciallo Salvatore Varisco. Un uomo molto noto in città per il suo impegno negli anni '70 e '80 contro la criminalità legata allo spaccio di sostanze stupefacenti e anche per alcune sue indagini sul mondo terroristico. Insomma un pezzo da 90 che da subito si fece benvolere dentro e fuori la caserma di largo d'Acquisto. Immediatamente vennero informati la Prefettura, la Questura, i soccorsi e i titolari del sito (l'Agip). E quel che accadde dopo è storia... Il pozzo eruttò per 3 notti e due giorni e poi, forse complici le preghiere e i rosari recitati in chiesa parrocchiale dall'arciprete don Gilio Masseroni, ecco che smise lasciando un paesaggio lunare... dove al bianco bisogna sostituire il nero del petrolio...
Sono passati 27 anni da quel tragico giorno, dove non si registrarono vittime, nemmeno tra coloro che operavano nei pressi del TR24. Ma da allora tutto è cambiato. Si susseguirono riunioni, incontri, vennero stimati i danni, si provvide alla pulizia casa per casa con particolari solventi e delle campagne, tanto che dieci anni dopo dalla stessa Agip gli esperti parlavano di un 80% degli idrocarburi piovuti dal cielo recuperati. Ma tante sono le domande che ancora non hanno un perché. Ed è per questo motivo che si è formato un comitato apolitico e apartitico per ricordare le vittime del pozzo TR24. A presiederlo il cav. Salvatore Varisco; nel ruolo di vice presidente invece l'ex assessore all'Ambiente (oggi consigliere comunale di Cambiamo Trecate) Lorenzo Volontè. "Se è vero che non ci sono stati morti o feriti al momento dello scoppio del pozzo - hanno detto la mattina di venerdì 26 febbraio in un incontro svoltosi al Teatro Comunale - ci sembra che i decessi causati dal cancro a Trecate siano aumentati in modo esponenziale negli ultimi 27 anni".
Sia Varisco che lo stesso Volontè sono stati toccati da malattie oncologiche che hanno privato loro degli affetti più cari. "Ma non solo noi abbiamo avuto lutti dovuti al cancro, quanti sono i morti per tumore a Trecate oggi? E quanto sono aumentati rispetto a quel 28 febbraio 1994? Quel petrolio caduto su tutta Trecate siamo sicuri che non solo ha inquinato le nostre terre, i nostri giardini e orti, ma anche le nostre falde acquifere? E i solventi utilizzati per eliminarlo che effetti hanno avuto sui trecatesi, considerando poi che molti vivevano e vivono tutt'ora circondati da tetti in amianto?".
Tutte domande alle quali i due vorrebbero delle risposte, anche se 27 anni dopo i fatti. "E' un nostro dovere di cittadini sapere, essere informati e avere tutti gli incartamenti senza alcuna omissione. E se c'è qualche responsabile, è giusto che paghi. Sia fatto un esame epidemiologico serio su Trecate; si vada a fondo in un'analisi seria che non è stata mai fatta o promossa da nessuna Amministrazione comunale, dal 1994 ad oggi, men che meno dalla ditta responsabile di quanto accaduto". L'iniziativa vuole essere una sorta di assist per gli schieramenti che si presenteranno alle prossime Amministrative, perché tali richieste vengano inserite nel programma elettorale. Per accedere al Comitato e saperne di più è sufficiente contattare gli stessi Varisco e Volontè: due persone toccate profondamente dal destino e che ora cercano una risposta a tanto (e assurdo) dolore.
Gianmaria Balboni