Galliate - In merito a recenti notizie di stampa sulla radiologia della sede di Galliate dell’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della carità”, il direttore generale Mario Minola precisa quanto segue: «Bisogna ricordare, prima di tutto, che il presidio di Galliate è una delle tre sedi in cui si articola l’attività del “Maggiore” e svolge funzioni specifiche e integrate con quelle della sede centrale e di viale Piazza d’Armi. La sua attuale configurazione funzionale è sostanzialmente orientata ad un’area di degenza ordinaria di medicina generale e a una di degenza breve chirurgica, oltre alla concentrazione di una rilevante attività ambulatoriale specialistica. In quest’ottica, da settembre Galliate diverrà sede del Progetto “Proteus donna”, grazie all’installazione in radiologia di un nuovo mammografo digitale con tomosintesi di ultimissima generazione, destinato al programma regionale di prevenzione dei tumori femminili, che porrà all’avanguardia l’azienda ospedaliero-universitaria. Non solo, ma entro fine anno sarà a pieno regime al San Rocco il Centro di procreazione medicalmente assistita della clinica ginecologica universitaria, unico per il Piemonte Orientale. Non è prevista, nell’ambito della programmazione dell’attività del “Maggiore”, la chiusura della radiologia della sede galliatese; semplicemente è in atto una riorganizzazione di tutto il settore radiologico che si articola su due poli, Novara e Galliate, al fine di evitare sprechi e duplicazioni inutili. L’obiettivo è quello di modulare i tempi di attesa dell’attività ambulatoriale a seconda delle dotazioni tecnologiche disponibili nel rispetto delle tempistiche previste dalla Regione. A Galliate sarà garantita l’attività radiologica di base alla popolazione e saranno velocizzati i tempi di risposta per i ricoverati».
Dal canto suo il sindaco di Galliate, Davide Ferrari, aggiunge: "La comunità galliatese si impegnerà in una gara di solidarietà per raccogliere i 40mila euro circa necessari per l'acquisto un ecografo, che aumenterà ulteriormente l'attività. Come già fatto per l'eco cardiografo. Oggi quegli apparati hanno più di 39 anni e fare diagnosi con apparati così vecchi rappresenta un rischio di falsi negativi più che un beneficio. Dove non ci arriva la Regione ci arriveranno... i galliatesi!"