Trecate - Ci sono parole che racchiudono in sé un'arte, una storia e un personaggio d'altri tempi. E' il caso de L'Anciuatt, che per tutti i trecatesi (e no) era solo ed esclusivamente Giovanni Martino. Un brutto male non gli ha lasciato scampo a 78 anni, nonostante il suo temperamento forte e coriaceo; ma di lui rimane il ricordo di una bella persona, simpatica, capace e soprattutto di un artigiano del sapore. Eh sì, perché la sua storia assomiglia a tante altre di grandi personaggi che dal dopoguerra ad oggi hanno fatto diventare grande il nostro Paese. Martino era originario del cuneese; trasferitosi con i suoi genitori a Trecate negli anni Cinquanta, giovanissimo, era da subito diventato un abile 'creatore' di ricette a base di tonno o acciughe (su tutte la deliziosa bagnacauda); e poi aveva creato con la moglie e i cognati un'autentica boutique... gastronomica, meta di tantissimi clienti che arrivavano da ogni parte del Nord Italia (e non solo) pur di acquistare i suoi prodotti. Si fidavano di lui ciecamente, perché Giovanni aveva la capacità del commerciante di una volta: sapeva vendere e, soprattutto, era informatissimo su quel che proponeva al cliente. Storie d'altri tempi e generazioni...
E poi Giovanni era anche una persona dal cuore grande, immenso. Un buono, estremamente disponibile, una parola e un sorriso per tutti. Ha inoltre fatto per 25 anni il volontario dell'Oftal (innumerevoli i suoi viaggi a Lourdes come barelliere o aiutante): insomma ha sempre cercato di aiutare il prossimo.
Lascia la moglie Ines e la figlia Alessandra che come il papà ha una grande capacità di raccontare e proporre il meglio dai piaceri della tavola: questa volta non acciughe ma buon vino. E poi il vuoto dietro di sé diventa enorme se si pensa a Martino al suo banco al mercato settimanale del mercoledì; oppure come dirigente del Trecate Calcio, o anche come punto fermo del Torino Club locale. I granata erano un'altra sua grande passione: nelle cene con i calciatori o i dirigenti della squadra raccontava loro storie e aneddoti carichi di nostalgia e di orgoglio per quella maglia dai colori così accesi e veri. Proprio come lui.
Lo scorso novembre aveva preso parte da protagonista al Bagna cauda day nel Cuneese: manifestazione che s’ispira alla ricetta e parte dalla testa, la testa d’aj, il premio pensato per chi nella vita ha dimostrato di saper andare controcorrente con tenacia e fantasia; in quella occasione il premio venne consegnato ad Antonio Ricci e al tavolo con le autorità c'era proprio Giovanni, invitato per raccontare come nasce la bagnacauda buona.
L'estremo saluto sarà celebrato giovedì 13 settembre alle ore 14,30 (mercoledì 12 alle 17.30 si tiene il rosario) in chiesa parrocchiale. Che possa deliziare con i suoi prodotti anche gli angeli, i quali rimarranno di certo estasiati dalle sue bontà e dalle sue storie di Toro, che andavano da Valentino Mazzola a Mondonico, passando per gente come Giagnoni e Radice. Addio Anciuatt...
Gianmaria Balboni