Bellinzago - Quando l’ingrediente segreto della pizza è lo sfruttamento della manodopera clandestina, è più facile presentarsi sul mercato con prezzi altamente concorrenziali. Probabilmente è stato questo il motivo alla base del successo della pizzeria da asporto di Bellinzago Novarese che in breve tempo poteva già vantare un buon giro di clienti e stava riscuotendo un favore di pubblico che l’avrebbe sicuramente messa nella condizione di sbaragliare la concorrenza. E sarebbe sicuramente andata a finire così se a guastare la strategia “a basso costo” della titolare non ci avesse pensato la Guardia di Finanza. In effetti, il piano poteva apparire vincente, tanto che si è deciso di sfruttarlo fino in fondo: al momento dell’accesso nessuno dei lavoratori individuati all’interno dell’esercizio commerciale era in regola. A partire dagli addetti alla preparazione, proseguendo con gli addetti alle consegna delle pizze, senza risparmiare la ragazza addetta alla cassa ed alle ordinazioni, tutta l’attività era completamente affidata a 5 lavoratori in nero, due dei quali addirittura sprovvisti di regolare permesso di soggiorno. Al momento del controllo uno dei due aveva con sé soltanto la fotocopia dei suoi documenti e così i militari hanno deciso di accompagnarli in caserma per gli ulteriori accertamenti. La rilevazione delle impronte digitali, eseguita anche grazie alla collaborazione con la locale Questura, ha confermato l’irregolarità della loro permanenza sul territorio. Uno dei due soggetti, che non aveva con sé neanche la fotocopia del documento di identità, aveva provato anche a fornire false generalità, ma i Finanzieri non si sono lasciati ingannare. Il riscontro eseguito attraverso la lettura delle impronte digitali, che non lascia spazio a dubbi e incertezze sull’identificazione, ha permesso di scoprire che su di lui, anche se con un altro “alias”, gravava già un precedente Decreto di espulsione emesso dalla Prefettura di Crotone; motivo per cui ai suoi polsi sono immediatamente scattate le manette ed il processo, celebrato per direttissima, si è concluso con la condanna ad 8 mesi di reclusione. Per il secondo extracomunitario, invece, trattandosi della “prima volta”; la Prefettura di Novara ha emesso un Decreto di Espulsione con Ordine a lasciare il Territorio Nazionale entro cinque giorni.
Questa volta, quindi, a pagare il conto è la titolare della pizzeria e sarà anche decisamente salato: oltre alla denuncia per sfruttamento di manodopera clandestina (per la quale rischia una condanna da un minimo di sei mesi ad un massimo di tre anni di reclusione, con una multa di 5000 euro per ogni lavoratore senza il permesso di soggiorno) per proseguire l’attività sarà costretta a pagare una sanzione amministrativa che va da un minimo di 9.300 euro ad un massimo di 12.600, che potrebbero addirittura “lievitare” è proprio il caso di dirlo, a 30 mila euro se il pagamento non fosse effettuato entro il termine di 60 giorni. I primi risultati positivi dell’intervento operato dalle Fiamme Gialle sono stati immediati: il controllo non era ancora terminato che il datore di lavoro aveva già provveduto a regolarizzare la posizione dei tre dipendenti, una ragazza e due stranieri, in regola con il permesso di soggiorno.
“L’attenzione della Guardia di Finanza sulle forme più gravi di illeciti nel mercato del lavoro - ha dichiarato il Col. t.SFP Angelo Russo - rimane sempre alta: oltre ai ben noti effetti dell’azione a contrasto del fenomeno dell’evasione fiscale nonché a tutela della concorrenza e dei lavoratori, bisogna infatti ricordare che di tutte le forme di lavoro irregolare, quello che comporta anche lo sfruttamento di manodopera clandestina, è sicuramente il più grave anche dal punto di vista delle implicazioni della pubblica sicurezza”.