Trecate - Il racconto ricco di emozioni di un gruppo di ospiti della Rsa Il Melograno con sede a Trecate in via Arno: "Sul terrazzino che dalla grande sala ricevimento si affaccia sul prato antistante la struttura aspettiamo la classe 5 A della Rodari, desiderosi di abbeverarci alla vitalità che sgorga dalla gioia di vivere dei bambini. Siamo quasi tutti in carrozzella, abbiamo preso posto accompagnati dalle operatrici, ognuno di noi vivrà questa nuova esperienza secondo la propria sensibilità. E’ bello stare all’aria aperta, vedere la luce del sole nell’azzurro pallido di un cielo sereno dopo l’acquazzone che ieri ci ha fatto temere di non poter realizzare l’incontro che Emanuela ha organizzato. Quanti giorni e mesi abbiamo passato al chiuso, timorosi dell’epidemia, accuditi e protetti dalla Direzione che solo da poco e con mille cautele ha riaperto almeno ai parenti e agli amici! Siamo un po’ ansiosi… Eccoli! Arrivano! Tutti allunghiamo il collo per vederli, aguzziamo gli occhi stanchi, il respiro sembra sospeso… Benvenuti, ciao, sedetevi qui davanti a noi, state all’ombra sulla striscia di prato. I bambini avanzano titubanti, ci guardano con occhi curiosi. Chissà come ci hanno immaginato! Abbiamo avuto con loro soltanto contatti epistolari. Noi li abbiamo pensati come nostri nipoti con i quali condividere confidenze, fiabe, sogni. Ci troviamo di fronte a ragazzini briosi, vivaci, impazienti di parlare con i nonnini. Il ghiaccio è subito rotto, basta qualche parola tra i maestri, Emanuela, le operatrici. Ascoltiamo attenti. Ci vengono offerti colorati fiori di carta, letterine e disegni preparati dai bambini durante le attività didattiche o la pausa mensa, gesti e doni commoventi… poi chiacchiere, simpatici scambi di domande, curiosità reciproche. Riviviamo con loro la vita di scuola, immagini e ricordi lontani rimbalzano nella nostra mente e ci fanno confrontare la scuola di oggi con quella che abbiamo frequentato noi. Abbiamo avuto anche noi la stessa vivacità di questa classe, abbiamo fatto anche noi passeggiate esterne con maestri e maestre, ma ci sorprende la loro confidenza con gli adulti. Per noi, invece, ogni adulto e l’insegnante in special modo era sempre circondato da un alone d’autorità, mai ci saremmo permessi di rivolgerci al maestro in modo diretto, quasi fosse un compagno o un fratello più grande. Ci impressiona vedere insieme italiani e allieve di colore con i capelli divisi e avvolti in tante treccine , occhi scuri mobilissimi su visi ambrati, fisionomie “straniere”. Questa è una classe multietnica nella quale i giovanissimi studenti hanno imparato non solo i rudimenti del sapere, ma anche la convivenza e la condivisione di emozioni, successi, difficoltà. E’ bello ascoltare le loro domande, rispondere alle curiosità, informarsi sulle loro esperienze in un intercalarsi vicendevole di voci, di risate, di sorrisi. E’ bello respirare quest’aria di scuola, rivivere con questi nuovi amici l’atmosfera spensierata della nostra lontana infanzia, risentirci capaci di accettare il diverso, come avviene in questa età bella, quando nulla turba e la fragilità non allontana, ma fa sentire vicini agli altri. Si avvicina l’ora di tornare a scuola, tra applausi e saluti, la 5^ A Rodari si allontana. A noi rimane nel cuore il loro arrivederci per le strade di Trecate. A nostra volta auguriamo buona strada, ragazzi! Noi rimaniamo qui".