
Trecate - Non è facile parlare di Oscar Padulo per chi come me lo conosce da sempre. Quasi coscritti, era nato nel dicembre 1967, a lui sono legati tantissimi ricordi, così come sono davvero numerosi gli aneddoti che mi fanno pensare alla sua famiglia come ad una sorta di 'cugini adottivi'. Ci ha lasciati proprio ieri, martedì 1° aprile, vinto da un male contro cui combatteva da anni, forse da sempre. Ma lui non lo faceva pesare, perché era così: sempre col sorriso stampato sul volto e sempre con quella parola scherzosa che ti faceva sorridere e ti rallegrava la giornata.
Eh sì... quante volte ho ascoltato quel: "Ciao Gian come va? Cambia squadra!", con un chiaro riferimento al 'mio' Toro e alla 'sua' Juventus.
Lo ricordo sin da giovanissimo quando, in occasione della mitica campagna 'Porte aperte alla Renault' nella concessionaria di famiglia in corso Italia faceva provare le chiavi agli avventori: in palio, per chi avesse trovato la chiave vincente, c'era un'auto nuova di zecca.
Mi vengono in mente gli anni dell'adolescenza con quella sua moto 125, la sua compagnia di ragazzi e ragazze sempre inappuntabili e precisi (quelli di Romentino) e la sua fidanzatina di allora, Laura, anche lei non più tra noi. Che strano il destino...
E poi gli anni del 'mio' servizio militare, vissuto per 12 mesi fianco a fianco in casa Padulo, perché insieme a suo fratello Walter, di 5 anni più giovane e uguale ad Oscar nel modo di porsi e di sorridere. Entrambi avevano avuto un grande maestro, il padre Luigi (anche lui non più tra noi da 9 anni... quanto ci manca!).
Per vicissitudini varie con la mia auto ho avuto modo di essere suo cliente nel soccorso stradale, apprezzandone - come tutti - la tempestività e il fatto di non conoscere mai pause, 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, festivi inclusi e con qualsiasi condizione di tempo... Instancabile.
Quindi gli anni dei figli piccoli, con il suo Andrea, stessa età di mio figlio (un 2003), stessa classe alla Materna 'F.lli Russi' e mille risate alle varie feste di compleanno, di Natale o di fine anno.
Infine questi ultimi anni con qualche sporadico incontro in centro a Trecate per dirci a vicenda "Come va?", un sorriso, una pacca sulle spalle e sapere che quando rispondevi "Tutto bene", in fondo in fondo stavi dicendo una bugia...
Lascia oltre al fratello e al figlio, anche la madre Mariangela, una donna, madre e nonna meravigliosa, che ora è circondata dall'amore dei nipoti e dall'affetto di una città intera che si è stretta al suo Oscar.
L'estremo saluto gli sarà dato venerdì 4 aprile in chiesa parrocchiale alle ore 15.30; in seguito la salma sarà tumulata a Trecate, presumibilmente vicino al papà Luigi.
Mi sembra di sentire le loro risate e gli sfottò calcistici. E mi sale impetuosa la nostalgia...
Addio Oscar.
Gianmaria Balboni