Torino - “Imputare la situazione di grave sovraffollamento nei Pronto Soccorso di queste settimane solo alla sfortunata emergenza del momento è un errore palese e grossolano, compiuto da molti esponenti della politica nostrana. La verità è che a fronte di ampie sacche di eccellenza professionale, stiamo pagando i danni del progressivo impoverimento quantitativo e qualitativo delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie rese ai cittadini piemontesi, che deriva dalla diminuzione delle strutture ospedaliere, calate di diverse unità, del numero dei posti letti e dei dipendenti, tagliati in diverse centinaia. Una realtà voluta e progettata da una gestione della sanità pubblica regionale, tramite i piani di riordino e razionalizzazione di questi anni, votata all’unico obbiettivo economico. Un trend inaccettabile che però ormai è strutturale e consolidato. L’unica soluzione per arginare questo impoverimento e per fronteggiare l’emergenza, non l’emergenza influenza o quella del freddo, o di qualunque altra necessità del momento, ma l’emergenza sanità, quella che porta i nostri ospedali al collasso, è aprire reparti e posti letto. Questa è l’unica, vera, cosa di cui hanno bisogno i nostri cittadini malati. Per farlo serve personale. In attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali, che debbono avvenire nel più breve tempo possibile ma che crediamo avranno ancora, purtroppo, tempi assai lunghi, nell’immediato è necessario utilizzare il personale più qualificato già presente negli ospedali chiedendo la disponibilità ad erogare prestazioni aggiuntive al di fuori dei normali turni di servizio, ex legge 1/2002. Ciò ovviamente non toglie la necessità urgente delle assunzioni. Le disponibilità di spesa delle aziende sanitarie lo consentirebbero. Quindi basta solo che la decisione venga presa, smettendo la manfrina dell’allarmismo e di una emergenza che ha radici solo nella scarsa lungimiranza di chi governa”. Lo ha dichiarato oggi Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, il sindacato degli infermieri, in risposta alle tante polemiche per la situazioni degli ospedali al collasso di queste settimane.
Il ricorso alle prestazioni aggiuntive è una scelta che la politica regionale può fare subito. “Il capitolo di spesa è quello derivante dai risparmi legati al mancato turn over del personale – spiega Deli Carri -. Di certo la spesa sanitaria è stata contenuta in questi anni ma, al dì là dei proclami farlocchi dei vari assessori che si sono succeduti, le scelte fatte dalla politica non hanno avuto come risultato razionalizzazione dei servizi né miglioramenti in termini di efficienza o di efficacia né riduzione degli spechi. Il risparmio è stato esclusivamente prodotto da tagli alla Sanità. Ora la gente è stufa ed esasperata. I servizi di prevenzione, diagnosi e cura erogati sul territorio dai medici di base e dai poliambulatori ha subito una progressiva contrazione nel tempo, i tempi di attesa sono a volte infiniti. In questo contesto ai cittadini, con mezzi propri o con l’attivazione del 118, non resta che andare all’Ospedale e riversarsi nei Pronto Soccorso in cerca di una risposta ai propri bisogni di salute. E noi abbiamo il dovere di dare risposte concrete a questi cittadini. Negli ospedali – conclude Deli Carri - molti reparti un tempo fiorenti oggi risultano chiusi, mancano i posti letto sia nelle aree di base sia in quelle specialistiche e manca il personale infermieristico e OSS anche per gestire i posti letto che sono rimasti. I Pronto Soccorso non riescono a smaltire il flusso di richieste poiché non hanno un luogo dove ricoverare i malati bisognosi di un posto letto, questi creano un tappo che rallenta l’accesso alle cure di chi è in attesa e a farne le spese sono tutti: i più deboli che dovrebbero avere un posto letto in un reparto di degenza e che invece stanno su una barella del Pronto Soccorso; quelli che dovrebbero accedere più rapidamente alla visita medica e all’assistenza infermieristica che invece restano per innumerevoli ore in attesa; e gli infermieri che vorrebbero e meriterebbero di svolgere la propria opera professionale con attenzione e dedizione e che invece sono massacrati e costretti a continui rischi per gli eccessivi carichi di lavoro e per le carenze strutturali e di disposizione di materiali imposte dal sistema. È giunto il momento che l’assessorato si prenda le responsabilità del caso. In attesa delle assunzioni e dei concorsi che, colpevolmente, ancora latitano e appaiono rallentati, l’unica soluzione è il ricorso alle prestazioni aggiuntive che potrebbero dare un minimo di sollievo alla necessità di personale degli ospedali in attesa che la burocrazia produca le assunzioni di OSS, di infermieri e di altri professionisti sanitari che servono a mettere in sicurezza assistenziale i reparti ad oggi aperti e ad aprirne di altri, che sono nelle immediate disponibilità degli Ospedali ma che restano chiusi”.
Il Nursing Up infine ricorda che con intelligenza e coraggio una soluzione di questo tipo è stata da poco adottata all’Ospedale Cardinal Massaia di Asti con un accordo firmato il 10 gennaio tra Azienda e Sindacati. Quello che il Nursing Up chiede è di adottare immediatamente, in ogni ospedale dove ve ne sia necessità, il ricorso alla richiesta di prestazioni aggiuntive al personale per dare risposta ai servizi in maggior criticità e per attivare posti letto aggiuntivi.