Novara - Saranno le Molinette di Torino e il Maggiore della Carità di Novara, in quanto centri con maggiore esperienza diagnostica e terapeutica, a realizzare il programma attuativo del progetto di continuità assistenziale per i pazienti affetti da Sla e le loro famiglie. Il programma, finanziato con 7.610.000 euro da un decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nell’ambito del Fondo per le non autosufficienze 2011, è finalizzato a potenziare quanto già avviato dalla Regione. Le azioni previste sono le seguenti: attivazione del percorso di presa in carico congiunta da parte degli operatori del sistema socio-sanitario e socio-assistenziale attraverso la valutazione multiprofessionale delle persone con Sla effettuata dalle competenti Unità di valutazione, che individuano e attivano la risposta assistenziale più appropriata dando la priorità agli interventi che garantiscono la permanenza presso il domicilio; continuità di cura in stretta collaborazione con i servizi socio-sanitari territoriali ed ospedalieri; potenziamento dei ricoveri di sollievo; collaborazione con le associazioni dei pazienti e di volontariato; gestione della cartella informatizzata regionale di monitoraggio del paziente, utile a rendere tracciabile il percorso assistenziale; potenziamento delle azioni di supporto attraverso l’incremento del numero di ore di assistenza tramite l’assunzione di un assistente familiare; riconoscimento del lavoro di cura del familiare (caregiver); attività di formazione, supporto ed addestramento delle persone affette da Sla, dei caregivers e dei familiari; fornitura di comunicatori e altri ausili; realizzazione di interventi tecnici e domotici presso il domicilio del paziente. Il progetto sarà sottoposto ad un attento sistema di monitoraggio delle attività programmate attraverso specifici indicatori che verrà effettuato dal Centro esperto per la Sla delle Molinette.
“I fondi assegnati dal Ministero - sostiene l’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino - ci consentiranno di integrare la rete di assistenza attraverso una serie di iniziative che hanno come obiettivo prioritario la permanenza il più a lungo possibile al domicilio delle persone malate di Sla, garantendo un’assistenza adeguata tramite un progetto individuale che tenga conto non solo della persona interessata, ma anche della famiglia sia durante la fase della malattia sia, per la famiglia stessa, nella fase successiva”.