Vercelli - È stato presentato martedì 5 febbraio il progetto internazionale “PRIMED – Prevenzione e Interazione nello Spazio Trans-Mediterraneo”, di cui l’Università del Piemonte Orientale è soggetto capofila. Presso la sala conferenze del Rettorato (via Duomo 6, Vercelli), il rettore professor Gian Carlo Avanzi, i due delegati per i Rapporti internazionali professor Gianluca Gaidano e professor Edoardo Tortarolo, il direttore scientifico del progetto professor Roberto Mazzola e la professoressa Roberta Ricucci, associata di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Torino, hanno illustrato i dettagli dell’iniziativa a una platea di autorità e organi di informazione.
Il progetto PRIMED è di durata triennale, è finanziato dal MIUR per 850.000 Euro per il primo anno e 2 milioni in totale per il secondo e terzo anno, e coinvolge 22 università, di cui 12 italiane e 10 straniere, in particolare atenei di Egitto, Marocco, Tunisia, Libano, Algeria, Ciad e Niger.
L’obiettivo è affrontare in modo interdisciplinare i bisogni conoscitivi e operativi connessi ai processi d’integrazione in Italia e al contrasto alla radicalizzazione; in particolare attorno a tre assi: la cooperazione scientifica tra Italia e Paesi OCI (Organizzazione per la Cooperazione Islamica) sui temi dell’integrazione e della radicalizzazione tramite la costituzione di una rete interuniversitaria di studenti, ricercatori e docenti; la formazione dei protagonisti delle politiche di integrazione e del contrasto alla radicalizzazione, ovvero enti territoriali, Prefetture, amministrazione penitenziaria, pubblica sicurezza, scuola, strutture socio-sanitarie, operatori economici; la formazione di dirigenti e personale religioso per l’integrazione delle loro funzioni in Italia.
Più in dettaglio il progetto prevede la realizzazione di diverse iniziative:
- Una summer school su “Integrazione, interpretazione e diritti” dedicata a 20 studenti degli atenei italiani partner;
- Una winter school sul tema della radicalizzazione e del proselitismo jihadista dedicata a dirigenti del sistema penitenziario italiano e dei paesi OCI (nello specifico 10 italiani e 10 marocchini);
- La riattivazione del Master di I livello in Studi sull’Islam d’Europa, realizzato nell’ambito del FIDR, dedicato alla formazione civica e religiosa per il personale delle comunità musu8lmane e delle associazioni della società civile i cui membri provengano dai paesi OCI;
- Corsi di alta formazione dedicati a operatori della pubblica amministrazione, operatori socio-sanitari, operatori della pubblica sicurezza e agenti di polizia penitenziaria, dirigenti scolastici e insegnanti, operatori socio-economici, personale religioso;
- Un ciclo di 4 corsi congiunti sul tema dell’integrazione nella didattica ordinaria at home and abroad;
- Viaggi di studio verso Paesi OCI (in particolare a Beirut per 20 studenti italiani) e verso l’Italia (in particolare a Roma, per 20 studenti degli altri atenei italiani partner e 20 delle università stranieri partner);
- Viaggi per docenti in qualità di visiting professors;
«Il PRIMED – ha spiegato il prof. Mazzola – da un lato vuole incrementare la mobilità accademica di studenti e docenti, dando quindi un contributo all’internazionalizzazione dell’UPO, dall’altro ha l’obiettivo di rafforzare il ruolo degli atenei italiani nel contesto della ricerca internazionale, promuovere la formazione superiore, ma soprattutto costruire linguaggi e metodi comuni e integrare competenze».
«La diffusione dei risultati – ha concluso la prof.ssa Ricucci – avverrà sia attraverso una dedicata piattaforma web, sia attraverso 4 workshop dedicati a: Strumenti teorici e pratici per la comunicazione interculturale; Diritti universali, ruolo attori religiosi e società civile; Normative e policies anti-radicalizzazione; Giurisprudenza, integrazione e radicalizzazione».