Torino - “La drammatica situazione in cui si trovano i pronto soccorsi, al collasso sotto la pressione dei pazienti che si sono moltiplicati per il picco influenzale, va affrontata di petto anche dalla Regione, esattamente come stanno già facendo, da giorni, con abnegazione, un grandissimo senso del dovere e altissima professionalità, tutti gli operatori degli ospedali. L’assessore Saitta deve mettere mano, da subito, alle assunzioni e alla riorganizzazione. Poi auspichiamo che da subito, il più grande ospedale del Piemonte, la Città della Salute di Torino, inizi a dare l’esempio aprendo il “reparto polmone”. Ossia quella struttura, con 28 posti letto, prevista e pensata per dare sollievo all’intasamento del pronto soccorso, fornendo spazio per gestire la crisi. Un’azione concreta e semplice, da fare subito. Infatti l’emergenza rischia di esplodere...”. Lo ha detto Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, il sindacato degli infermieri, sollecitando la Regione e la Città della Salute e della Scienza ad agire subito.
Lo stesso Delli Carri aggiunge: “Ripetiamo, deve assolutamente esser aperto subito il ‘reparto polmone’ alla Città della Salute, perché con i medici di base fermi, a Torino e in Piemonte, si aprono prospettive di super intasamento ulteriore per guardie mediche e pronto soccorsi che sono già al collasso. Se ciò non accadrà, sarà difficilissimo che il sistema possa reggere. La speranza è che anche altri ospedali della regione individuino soluzioni simili, per affrontare questi giorni di emergenza”.
Per il Nursing Up la situazione odierna doveva essere prevista e affrontata con una programmazione che non c’è stata da parte della Regione. “Del picco influenzale particolarmente virulento si sapeva e delle criticità negli ospedali anche, da tempo – conclude Delli Carri -. Non si può sempre solo contare sull’incredibile capacità di risolvere i problemi che hanno dimostrato tutti gli operatori della sanità, a cui va il ringraziamento di tutti per quello che stanno facendo. È una precisa responsabilità dell’assessorato aver indicato tre punti cardine dopo l’uscita dal piano di rientro in sanità - assunzioni, riorganizzazione territoriale (che vuole dire apertura di nuovi posti letto) ed edilizia sanitaria – e non averne messo in pratica nemmeno uno. Una responsabilità di cui l’assessorato dovrà rendere conto ai cittadini e che non ci stancheremo mai di sottolineare. L’unica via per non finire più in queste situazioni di emergenza è quella di assumere nuovo personale, che significa anche nuovi posti letto e ospedali più efficienti”.