Torino - Proseguirà anche nel triennio 2013-2015 il progetto di contrasto al bullismo che vede l’impegno congiunto della Regione e delle forze dell’ordine e il coinvolgimento del mondo della scuola per contrastare un fenomeno che esprime la presenza di un profondo disagio giovanile ma rischia di rivelarsi l’anticamera di una vita segnata da comportamenti violenti e illegali. A firmare il rinnovo del protocollo d’intesa che regola un progetto avviato nel 2007 e continuato nel 2009 sono stati, il 23 novembre nell’aula magna dell’Itis Avogadro di Torino, il vicepresidente della Regione, Ugo Cavallera, il vicedirettore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Silvana Di Costanzo, il Comandante della Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, generale di brigata Pasquale Lavacca, i questori di Alessandria, Filippo Dispenza, Biella, Mario Mondelli, Novara, Giovanni Sarlo, Vercelli, Gaetano Giampietro, il vice questore Aggiunto di Asti, Carmine Bagno, il commissario capo di Cuneo, Guglielmo Battisti, il vicequestore vicario di Torino, Giuseppe Ferrari, il commissario capo del VCO, Roberta Toma. Presente anche il viceprefetto di Torino, Maurizio Gatto.
“Questa iniziativa - ha detto Cavallera - ha portato a risultati non risolutivi ma certamente utili, concorrendo in un'azione formativa e di dialogo tra gli studenti e gli specialisti delle forze dell’ordine”.
Solo nell’ultimo triennio sono stati più di 100mila gli studenti piemontesi coinvolti nel ciclo di incontri organizzati con le forze dell’ordine per promuovere e diffondere tra i giovani la cultura della legalità e i principi alla base di una loro crescita come cittadini responsabili (327 interventi e più di 13mila studenti nell’Alessandrino, 66 interventi e quasi 6mila studenti nell’Astigiano, 229 interventi e più di 13mila studenti nel Biellese, 150 interventi e 23mila studenti nel Cuneese, 321 interventi e oltre 12mila studenti nel Novarese, più di 1900 interventi e 68mila studenti in provincia di Torino, 103 interventi e oltre 6mila studenti nel VCO e 104 interventi e quasi 7mila studenti nel Vercellese). Un lavoro che ha già portato risultati importanti: dai dati raccolti dall’Osservatorio regionale sul bullismo su un campione di circa 600 scuole (dalle materne alle superiori) emerge, infatti, che dall’avvio del progetto nel 2007 al 2011 il fenomeno ha mostrato un calo del 6,2%.
I dati raccolti dall’apposito osservatorio regionale rilevano che la maggior parte dei casi di bullismo si registra nella scuola media (52,9%), seguita da superiori (25), elementari (19,6%) e scuola dell’infanzia (2,5%). Geograficamente il fenomeno si manifesta con valori percentuali che oscillano tra il 2,9% del Verbano-Cusio-Ossola al 46,6% della provincia di Torino. Sul resto del territorio la percentuale dei casi dichiarati è del 9,8% nell’Alessandrino, del 4,4% nell’Astigiano, del 5,9% nel Biellese, del 16,7% nel Cuneese, del 7,8% nel Novarese e del 5,9% nel Vercellese. La manifestazione più diffusa è quella diretta verbale, ma il 12% del campione ha segnalato anche forme di bullismo diretto e fisico, con atti di violenza quali per esempio il furto, la rapina o le molestie sessuali. In generale, gli atti di bullismo coinvolgono solitamente come carnefice e vittima alunni dello stesso sesso, indipendentemente da un’azione di gruppo o singola ed interessano principalmente i maschi, mentre tra le femmine la percentuale di “bulle” risulta limitata tra il 10 e il 20%.
Negli ultimi due anni si sono svolti anche specifici incontri rivolti al personale docente per la prevenzione in classe dei comportamenti legati al disagio socio-relazionale, come il bullismo: oltre 2mila a livello regionale gli insegnanti che vi hanno preso parte fino ad oggi. Incontri che proseguiranno dunque fino al 2015, durante i quali sarà distribuita anche la nuova edizione del volumetto “Bulli e Bulle? No grazie”, con le due versioni rivolte una agli studenti e l’altra a insegnanti e genitori.