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Altro che cover: Riccardo è un artista vero!

Riccardo Scirè alla chitarra

Milano - Nell'ultimo Festival di Sanremo, anche se non ha vinto ufficialmente, la vera trionfatrice è stata senza ombra di dubbio Arisa. Con la sua "La notte", scritta dall'ex fidanzato Giuseppe Anastasi e prodotta dal grande maestro Mauro Pagani (ex collaboratore di Fabrizio De André), ha subito scatenato un sacco di cantanti e musicisti, che si sono dilettati a presentare 'cover' sul canale musicale Youtube. Tra queste una delle più originale è senza dubbio quella di Riccardo Scirè, 25enne milanese. Contattato attraverso Facebook ha rilasciato un'intervista 'al volo' nel quale ci spiega perché ha scelto questo pezzo, la sua storia artistica e quali le sue aspirazioni per il presente e futuro.

Parlaci di te e della tua preparazione artistica (che studi hai fatto, quali strumenti suoni, da quando hai la passione per la musica e il canto)? "Ho cominciato a suonare più o meno dieci anni fa, in cameretta, strimpellando sulla chitarra classica di mio padre. Il problema è che strimpellavo sempre lo stesso accordo, e dopo qualche giorno al grido di mia madre, esasperata, 'Cambia accordo!'; ho deciso che ne avrei imparati anche altri. Con sua somma gioia. Poi la prima chitarra elettrica, la prima band, i concerti, i dischi, i tour ed eccoci qui! Stavolta da soli, però. Ho sempre suonato in gruppi, dove spesso scrivevo e cantavo, perché era bello condividere un'esperienza intensa come la musica con altra gente. Crescendo, però, non tutti mantengono la stessa voglia di impegnarsi e quindi le strade si dividono. Diciamo che si può dire che suono decentemente chitarra e basso. Per quanto riguarda pianoforte e batteria me la cavo, almeno abbastanza per poter registrare le parte delle mie canzoni. Nel frattempo sto terminando il corso di Comunicazione Musicale alla Statale di Milano. Insomma, tanto per restare in tema". 

Scegli cover di brani molto 'popular' ma li trasformi a modo tuo. Come nasce questa idea e chi ti dà l'ispirazione? "L'idea è nata dal fatto che, devo ammetterlo, sono un po' snob nei confronti dei talent show. O forse sono troppo pigro per andarci. È l'idea di doversi aprire, doversi vendere in qualche modo come fossi un prodotto e di attendere di venire giudicato, di prendere un voto o televoto che sia e dover cantare quello che ti fanno cantare che non mi va a genio. Però ci sono così tante belle canzoni che si sentono in giro che rifaccio volentieri, e siccome la cover è un ottimo modo di ampliare il raggio d'azione della mia musica, quella originale, insomma, perché no. Allo stesso tempo cerco di curare al massimo le cover che faccio e quindi sono soggette a un arrangiamento mio, per forza di cosa, perché altrimenti sarebbe un puro karaoke. E siccome vorrei dare anche un'idea della musica che faccio di mio mi sembra un ottimo compromesso". 

Com'è nata la cover de 'La Notte' di Arisa, chi e quando ha girato il breve ma significativo clip? "La cover è nata dopo la seconda serata di Sanremo, mi pare; al secondo ascolto mi sono reso conto del potenziale della canzone. Cantata divinamente e supportata da un arrangiamento ottimo (anche e soprattutto su disco: del resto Mauro Pagani non ha bisogno di complimenti da parte mia) mi ha totalmente conquistato. Ho pensato che sarebbe stato un ottimo modo, come sopra, per rifare un pezzo a modo mio e trovare qualche ascoltatore in più per la mia musica. Per cui la mattina dopo mi sono messo a registrarla e il pomeriggio stesso abbiamo girato il video. Il regista si chiama Fabio Intiso, ed è un ragazzo con cui collaboro da molti mesi. A dire la verità dopo che la mia vecchia band si è sfasciata avevo un po' perso la motivazione, non avevo il coraggio di presentarmi al mondo con nome e cognome; tergiversavo, cercavo scuse, pensavo di appendere la chitarra al chiodo. Fortunatamente l'incontro con lui e le sue grandi doti sia professionali che umane mi hanno dato una spinta notevole nel ritrovare la fiducia giusta in me stesso, per cui abbiamo scritto il mio primo singolo, Senza Titolo, di cui ha anche firmato il video (lo potete trovare su YouTube cercando Riccardo Scirè Senza Titolo)". 

Progetti per il futuro; cosa hai in cantiere come carriera professionale e musicale? "Sulla carriera professionale ci sto ancora lavorando! A saperlo... Al momento lavoro in un giornale, online, che si chiama Voce D'Italia, dove curo recensioni e news su musica, cinema e mondo dello spettacolo. Poi si vedrà! Per quanto riguarda quella musicale, attualmente sto curando la parte musicale di un musical che dovrebbe debuttare a maggio a Milano; è la mia prima esperienza come autore e sono parecchio emozionato. L'idea di poter giocare con molte voci a livello di arrangiamento mi stuzzica non poco, e per ora i risultati sono stati ultra soddisfacenti! E poi la cosa che mi prende più tempo e energie è il mio disco, il primo appunto da solo, che uscirà a maggio. In realtà più che un disco è un EP di sei pezzi. Ho già scritto sul mio blog che uscirà tra maggio e giugno, ma punto all'uscita maggio. Dipende tutto da quanto tempo ci vorrà a girare il video del nuovo singolo, che molto probabilmente sarà un pezzo chiamato "La Musica È Il Mio Dio" (non credo sia necessario specificare di cosa parla!). L'idea era quella di fare un disco intero, di pezzi pronti ne avevo una quarantina, poi ho pensato che di questi tempi in pochi avrebbero investito 10-12 euro sull'album di un esordiente; per cui, per cominciare, ho messo insieme alcuni tra i pezzi che più mi piacevano, sei appunto, cercando di dare un senso logico al tutto, nonostante le canzoni abbiano ognuna una propria caratteristica sonora. Le registrazioni sono finite al 90%, ora mi manca solo da mixare tutti i brani e poi ci siamo! È un lavoro di cui sono particolarmente contento e fiero, perché tutto quello che si sente è stato scritto, suonato, registrato e mixato da me nella mia cameretta; mi rappresenta perfettamente, dai brani più veloci a quelli più lenti, tra sonorità moderne e pop italiano. Quindi, insomma, qualsiasi merito e qualsiasi demerito sono da attribuire a me". 

Il sogno nel cassetto di Riccardo G. Scirè (musica, cinema, produzione, arte, ecc.)? "Mi piacerebbe molto che il disco potesse avere un buon riscontro. Non parlo di vendite, quelle nemmeno le calcolo, non ho nessuna presunzione di andare chissà dove; però se c'è una cosa che apprezzerei è vederlo raggiungere molte orecchie. Ma soprattutto due cose vorrei: che passasse l'onestà di fondo della musica che propongo e che la gente la smettesse, più in generale, di snobbare il pop. Il pop è una musica splendida, è un genere meraviglioso, che tutti ascoltano - solo che se ne vergognano. Fa figo dire che uno si ascolta solo gruppi indie, poi però torna a casa e singhiozza con Tiziano Ferro. Non riesco a provare che noia per queste persone, perché etichettare la musica rendendo il nome di un genere una parola negativa è inconcepibile. Non si può, semplicemente, parlare di bello o brutto? Se uno me lo chiede, messo alle strette, non ho problemi a dire che faccio pop, e cerco di portare avanti questo discorso. Molti annuiscono, poi ricominciano a fare gli snob. C'è poco da fare, mi sa. È più o meno il concetto che esprimo nel pezzo di apertura del disco, "O.D.I.O.": smettetela di odiare ciò che non vi piace. Se proprio dovete odiare, odiate le cose importanti".

Cosa ti senti di dire ai tanti tuoi coetanei che hanno la musica non solo nelle... orecchie, ma anche nel sangue? "Onestamente non me la sento di dare dei consigli, anche perché sono la persona più soggetta alle crisi d'insicurezza del mondo: un giorno sono soddisfatto al 100% di ciò che faccio, quello dopo non riesco più ad ascoltarmi e ricomincio tutto da capo. L'equilibrio non è facile da raggiungere, soprattutto in un mondo come quello nostro incentrato sull'attività internettiana, in cui l'esporsi porta direttamente a insulti e critiche feroci (sempre anonime, casualmente). Però la mia esperienza mi ha insegnato che se ti va di fare una cosa e proprio non puoi farne a meno non esisterà mai niente che ti farà cambiare idea. Anche nel momento di totale sconforto la forza la si può trovare. Dieci anni, svariate canzoni, molti concerti e tante botte e delusioni dopo, come direbbe Vasco, 'io sono ancora qua'. Auguro a tutti di avere la stessa capa dura, altrimenti che si vive a fare?".

In bocca al lupo Riccardo e a chi volesse: 100 secondi circa di vera poesia: testi di Anastasi, canzone di Arisa, arrangiamento di Pagani e... interpretazione di Scirè http://www.youtube.com/watch?v=wy5LppgXA5w