Share |

Quest’anno abbiamo esagerato!

Con Act Nativi Teatrali porteremo a teatro 1.719 bambini e ragazzi

Arona - Teatro... per le strade della città e teatro in… teatro. “Arona è una cittàteatro, abitata da nativi teatrali, bambini e ragazzi che potranno respirare teatro per tutta la vita a cui presentiamo, nei prossimi mesi, al teatro San Carlo - insieme alle loro insegnanti, veri testimonial del nostro messaggio, attive e propositive - alcuni spettacoli tradizionali che hanno bisogno della scatola nera teatrale, del mistero del buio e della meraviglia delle luci di scena, delle musiche che armoniosamente accompagnano i sentimenti dei bambini e l’intimità del silenzio, per vivere le emozioni raccontate e interpretate sul palco, per confrontarsi con in compagni e in docenti al termine della rappresentazione” spiega il presidente di Act Luca Petruzzelli. Hanno aderito alla nostra proposta le scuole dell’infanzia e primaria di Santa Croce di Borgomanero, dell’infanzia di Cureggio, di Dormelletto, di Borgo Ticino, Cesare Battisti e San Giorgio di Arona, le primarie Dante, Usellini, Nicotera, Marcelline di Arona, la primaria di Invorio, infanzia e primaria di Oleggio Castello, la scuola superiore di primo grado Gobetti di Borgomanero e Giovanni XXIII di Arona. “Dobbiamo davvero ringraziare i docenti e in nostri sponsor: Paolo Astori, Novacoop, Fondazione Cariplo” conclude Petruzzelli.

Questi sono gli spettacoli scelti da Act, proposte diverse per un pubblico dai 3 ai 14 anni.

Abbracci, regia di Angelo Facchetti, con Michele Beltrami e Paola Cannizzaro. Due panda stanno mettendo su casa, ognuno la propria. Si incontrano. Si guardano. Si piacciono. E poi? Come far sentire all’altro il battito del proprio cuore? Come si può condividere il bene più prezioso? È necessario andare a una scuola speciale: una scuola d’abbracci. Perché con gli abbracci si possono esprimere tante cose: ci si fa coraggio, si festeggia una vittoria, la gioia di un incontro o la speranza di ritrovarsi quando si va via. E così i nostri due panda imparano a manifestare le proprie emozioni, quelle che rendono colorato il mondo. Una riflessione sul potere comunicativo di un gesto semplice come l’abbraccio: nasciamo in un abbraccio, da un abbraccio, spesso ce ne andiamo cercando un abbraccio; l’abbraccio è ciò che più spesso desideriamo nei momenti di sconforto, quando rivediamo qualcuno dopo molto tempo, quando vogliamo esprimere una gioia incontenibile. È per eccellenza il gesto della condivisione, dell’unione, della tenerezza, del ritorno, della riconciliazione. Un gesto che i bambini cercano e sentono come naturale all’interno del loro orizzonte affettivo, ma che si deve imparare a ogni nuovo incontro.

Mondo, compagnia Anfiteatro, testo e regia di Giuseppe Di Bello, con Marco Continanza. Mondo è il diminutivo di Raimondo, un ragazzino tenero, semplice di spirito, puro, appassionato di ornitologia, emarginato e deriso dai compagni per i suoi interessi e per la sua visione delle cose che passa parecchio tempo da solo, a cavalcioni di un ramo di un grande tiglio che custodisce un segreto commovente. La storia, che nel preambolo racconta la sua infanzia, si arricchisce poi con l'arrivo di Margherita, una ragazzina che condivide le sue scelte e che con le sue conoscenze sugli alberi aumenta l'esperienza del ragazzo. La loro amicizia si sviluppa in modo leggero, divertente e appassionante fino al giorno in cui scoprono che l'esecuzione di alcuni lavori prevede l'abbattimento del loro e di altri alberi. Senza esitare un istante, i due ragazzini decidono di salire sull'albero e di non scendere più fino a quando non fosse cambiata la decisione di abbatterlo. Ma traditi nella fiducia e nell'ingenuità vedranno sfumare il loro sogno. Nel frattempo, durante la loro resistenza, scopriranno piccole, semplici, ma fondamentali ed emozionanti verità che accompagneranno il giovane pubblico verso la consapevolezza che il pianeta è la nostra casa… l'unica che abbiamo. La storia, a tratti esilarante ma pure dolce e commovente, è narrata con grande passione in prima persona da Mondo ormai adulto, mentre costruisce un albero finto, da lui chiamato albergo, per continuare a dare rifugio a tutti quegli esseri che popolano un albero vero, almeno fino a quando non diventeranno grandi gli alberi che lui pianta in ogni luogo dove ne viene tagliato uno.

Storia di un no di e con Annalisa Arione e Dario de Falco. Può un adolescente cambiare il mondo? Martina ha quattordici anni, una pianta carnivora di nome Yvonne, non ha il motorino o vestiti firmati, non ha la mamma. Il papà di Martina lavora da casa, ama Jane Austen e cucina lasagne ogni volta che c’è qualcosa di importante da festeggiare. “Storia di un no” parla anche di lui. E poi c’è Alessandro, che ha una felpa di marca, un ciuffo a cui dedica venti minuti ogni mattina e che si innamora di Martina praticamente subito. Almeno così dice lui. “Storia di un no” racconta di un primo bacio che non è come era stato sognato, di famiglie che non sono come le vorremmo, dell’amore confuso con il possesso. È la storia di Martina, che sceglie di pensarsi intera e quindi dice basta, creando con la sua consapevolezza una reazione a catena in grado di cambiare le cose.

Act, però, ha pensato anche ad allargare il palcoscenico, come caratteristica propria dell’associazione, a tutta la città, con lo spettacolo itinerante Arona e il suo tesoro, dove il teatro è la città stessa e le scenografie sono rappresentate dai beni storico/artistici e dai paesaggi di Arona. Queste visite guidate teatrali sono finanziate interamente da Fondazione Cariplo attraverso il bando “Alla scoperta della cultura” e Act ringrazia la famiglia Sandrelli, gli Amici del Centro Storico e la Corte della Rocchetta. Ben 12 le date curate da Franco Carapelle e dalla Compagnia Teatro e Società alle quali partecipano le scuole primarie Marcelline, Anna Frank, Dante Alighieri, Usellini e Nicotera di Arona, Pertini di Oleggio Castello, Santa Croce di Borgomanero. Sono iniziate lunedì 20 marzo e proseguiranno fino a maggio.

“Si parte dalla piazza del Comune di Arona – racconta Franco Carapelle – tappa all’Ossario Beolchi, in piazza del Popolo con la chiesa Santa Marta, a Villa Ponti e poi si sale alla Rocca. Un percorso che segue la narrazione di una leggenda: esiste una mappa con le indicazioni per trovare una porta magica che si apre ogni 100 anni. Dietro la porta ci sono un campanaccio, una ragazza bellissima e un tesoro. Un giovane vuole trovare questa porta magica che il nonno aveva aperto anni addietro, prendendo però il campanaccio mentre lui ora vuole la ragazza. Il giovane si fa aiutare da due “fanfaroni” che bramano invece il tesoro. I tre arrivano alla porta che si apre rivelando la bellezza del luogo in cui si trovano, l’incanto della città e del suo lago. Il messaggio è chiaro: quello è il vero tesoro che tutti debbono conoscere e preservare”. In scena Franco Carapelle a intepretare uno dei furfanti con Elisabetta Baro mentre Diego Coscia è il nipote. Un viaggio teatrale che fornisce informazioni corrette sulla storia di Arona ed educa alla bellezza e al rispetto.

Ecco, i Nativi Teatrali sono pronti a invadere la città e il teatro San Carlo: così si cresce bene.