Borgomanero - Non ha usato certamente mezzi termini Davide Bomben, ranger in terra d’Africa (da quando aveva due anni, ora ne ha trentasei) e fondatore dell’A.I.E.A. (Associazione Italiana Esperti d’Africa): ‹‹Il bracconaggio non solo mette in pericolo la sopravvivenza della fauna africana, ma aiuta le nuove mafie e il terrorismo››. Sono parole, forti, dure, ma che raccontano la realtà d’oggi nel continente africano, il secondo per estensione al mondo per un totale di oltre 30 milioni di chilometri quadrati e suddiviso in 54 stati. Bomben, che ha dedicato gran parte della sua vita per studiare e approfondire la conoscenza del territorio e della natura africana, ha illustrato ciò che oggi succede agli animali del continente “nero”. Lo ha fatto al meeting di giovedì 23 ottobre del Lions Club Borgomanero Host, su preciso invito del presidente Francesco Cerutti. E’ stata una serata interessante e al tempo stesso ha mostrato la “piaga” del bracconaggio in Africa ‹‹una realtà – ha sottolineato – che ha sensibilmente, negli ultimi anni ridotto il numero di grandi animali come gli elefanti e i rinoceronti; quest’ultimi ricercati perché una diceria vuole che il loro corno, posto sul muso, sia un prodotto afrodisiaco ››. Ecco che Bomben, sfata la leggenda e illustra cosa significa commercio clandestino d’avorio, di ossa d’animali e pelli degli stessi. ‹‹Oggi – ha continuato – assistiamo al fenomeno del bracconaggio come modo di finanziare alcuni gruppi terroristici legati ad Al – Quaida, o ancora agli interessi delle mafie che si evolvono e puntano tutto sul commercio clandestino››. Fattori questi che inducono tristezza e preoccupazione al tempo stesso ‹‹salvaguardare la fauna africana, significa salvaguardare il futuro della’Africa – ha evidenziato Bomben – perché se oggi più di trenta milioni di africani vivono grazie al turismo e ai safari fotografici,la scomparsa degli animali pregiudica questo lavoro ››. Bomben ha poi illustrato l’opera antibracconaggio svolta quotidianamente negli stati africani: l’addestramento e il motivare gli stessi abitanti alla salvaguardia della fauna, è il principale tassello su cui si basa il programma in fase di attuazione. Molto parte anche dall’Italia, dai vari progetti antibracconaggio come “Torinoceronte” o le mostre allestite in varie Città, il tutto per debellare ‹‹questa attività che pregiudica il futuro e non solo quello degli abitanti dell’Africa››.