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A CAVAGLIO PRESENTATO IL NUOVO LIBRO DI MAMRE

DON PALIZZI: ABBIAMO UN'IMMAGINE DI DIO SBAGLIATA

Cavaglio d'Agogna - «In un periodo in cui gli enti a tutti i livelli spendono sempre meno per il sociale, l'associazione Mamre ha deciso di lanciare una sfida: quella della realizzazione di una comunità mamma-bambino. Una struttura che qualcuno vedrà magari come fonte di disturbo, ma che in realtà risolverà delle situazioni difficili». Parole di Margherita Fortina, vice sindaco di Cavaglio ed educatrice a casa Piccolo Bartolomeo di Borgomanero: giovedì sera è intervenuta alla biblioteca del paese agognino dove è stato presentato il libro Vivere la carità... insieme. Introdotto da Cinzia Del Buono, presidente della biblioteca, il presidente di Mamre Mario Metti prima ha letto una poesia di Dacia Maraini e ha citato papa Francesco, e poi ha spiegato: «Può capitare che in una casa di accoglienza, di cui sono ospiti per fare un esempio sia ragazze senegalesi di vent'anni sia donne italiane sessantenni, si vivano anche momenti di tensione. Dare risposte da soli è impossibile; insieme è possibile». Sempre Metti, nel corso dell'incontro, s'è soffermato sui contributi, inseriti nel volume pubblicato dall'editore Giuliano Ladolfi, del direttore della Caritas diocesana Dino Campiotti e del vescovo emerito di Acerra Antonio Riboldi. Sono state inoltre proiettate delle videointerviste a una giovane vittima di inaudite violenze subite fra le mura domestiche e adesso ospite di casa Piccolo Bartolomeo, al presidente della Casa della carità di Milano Virginio Colmegna, al missionario Alex Zanotelli e a una donna di Lampedusa impegnata in prima fila, nonostante l'età non più verdissima, nell'aiutare i migranti sbarcati sull'isola. «La signora Maria è la dimostrazione che dalla semplicità possono nascere le cose più straordinarie», così ha commentato Fortina che ha quindi aggiunto: «A casa Piccolo Bartolomeo si svolgono attività di laboratorio e di socializzazione, viene insegnata la lingua italiana, si porta avanti un percorso di avvicinamento al mondo del lavoro e c'è uno spazio- gioco per i bambini. È una casa fra le case di Santo Stefano. Ma ci siamo resi conto che serve un qualcosa di più protetto. Appunto la comunità mamma-bambino che avrà anche un orto didattico, mentre a casa Piccolo Bartolomeo in futuro si vivrà la seconda tappa del reinserimento in società».

Le conclusioni sono state tracciate da Giuliano Palizzi, direttore del collegio salesiano di Borgomanero: «Si può educare alle cose concrete, per esempio a non buttare la carta per terra. Ma l'educazione alla carità può passare solo attraverso la testimonianza. Fondamentale è l'esempio». Il sacerdote ha poi invitato «a uccidere una certa immagine di Dio che ci siamo costruiti. Dio è più grande della religione. In confessionale si sente un susseguirsi di “non sono venuto a messa”, “ho mangiato la carne al venerdì” e “mi sono distratto mentre dicevo le preghiere”. Per i cristiani sono questi i peccati. Invece Gesù, che ha dato la sua vita per noi, ci ha detto solo di amare Dio e il prossimo. Lo so che certe idee ci sono state insegnate quando eravamo ragazzi e di ciò non siamo responsabili; ma è colpa nostra se non ce ne liberiamo. Quando arriveremo davanti al Signore, lui non ci chiederà se abbiamo mangiato carne al venerdì; vorrà sapere se abbiamo aiutato gli affamati, gli assetati, coloro che soffrivano... Il Vangelo è chiaro: si fa festa per il ritorno a casa del figliol prodigo, e Gesù sulla croce al ladrone pentito assicura che per lui ci sarà un posto in Paradiso».