Novara - Cinquant’anni di storia novarese documentati dalla macchina fotografica di Mario Finotti e dalla penna di Renato Ambiel sono un patrimonio che merita di essere tramandato. Per questo Finotti ha deciso di conferire il suo archivio fotografico all’Istituto storico della resistenza “Piero Fornara” e, insieme ad Ambiel, ha esposto, nel marzo di quest’anno, una selezione di quel lungo lavoro comune in una mostra al Broletto. Il successo dell’esposizione ha convinto entrambi che sarebbe stato un doveroso tributo alla città, dove hanno svolto per mezzo secolo la loro attività di reporter, raccogliere le “cose” viste, vissute e documentate in un volume. Un progetto a cui hanno chiamato a collaborare lo storico Roberto Bottacchi e il grafico e designer Enrico Sempi. La pubblicazione, realizzata da Italgrafica di Francesco Martelli e commercializzata dalla Lazzarelli di Fabio Lagiannella, ha ottenuto l’immediato sostegno del Comune di Novara e del sindaco Canelli, a dimostrazione, semmai ce ne fosse stato bisogno, dell’importanza di quel patrimonio.
Non si tratta però di un libro di storia “accademico”. Si tratta piuttosto di un “album di famiglia”, in cui Novara si racconta ai novaresi con affetto e, in certi casi, un po’ di nostalgia. È un lungo piano-sequenza in cui si susseguono più di cento eventi e personaggi. Gli anni ’70, dal centenario della Banca Popolare di Novara, alla nascita delle radio e televisioni libere; dalla stagione dei grandi processi - per il rapimento e l’uccisione di Cristina Mazzotti, per gli omicidi e le rivolte in carcere – agli eventi sportivi - la meteora del grande basket a Novara e l’avventura del baseball. Gli anni ‘80 con il ritorno di re Biscottino e le “follie” di Novarissima; con un ministro, Nicolazzi, presidente del Novara calcio e le vittorie a ripetizione dell’Hockey - ma incombe la tragedia di Stefano Dal Lago, il campione morto in pista. Con il Salvatore, simbolo diNovara, che inizia un singolare “saliscendi” dalla cupola di San Gaudenzio. E poi gli anni ’90 che si aprono in “nero” con la strage di Ovada, ma che annoverano anche l’elezione di Scalfaro a presidente della Repubblica e la riapertura del teatro Coccia. È il decennio dell’incidente del pozzo TR24 a Trecate e dell’avvento dell’euro.
Siamo negli anni Duemila quando esplode l’Agil di suor Giovanna e al villaggio azzurro di Novarello arriva la Coppa del mondo. È il decennio della strage di Bogogno e dell’omicidio di Mohammed Sow, a Paruzzaro, che resterà impunito. Per la Banca Popolare è tempo di nuove aggregazioni. S’inaugura, fra le polemiche, il Centro commerciale di San Martino e anche un tratto di tangenziale.
L’ultimo decennio si apre con la cronaca nera: il delitto Melchionda a Oleggio e la stagione dei “sequestri” delle bare. Poi si passa all’azzurro: i tifosi possono esultare, il Novara calcio torna in serie A dopo 55 anni. C’è chi se ne va, come gli stabilimenti Rotondi e Giustina, che fanno spazio alla città che cresce, e chi ritorna, come il premio Cantelli. E c’è anche chi arriva per la prima volta come il Covid-19, un ospite sgradito che si spera non torni più.
“Ho visto cose”, questo è il titolo del volume, è insomma uno scrigno di ricordi per chi ha vissuto Novara negli ultimi cinquant’anni. Ma è anche una miniera di “scoperte” per chi, più giovane, quel lasso di tempo l’ha attraversato solo in parte.
Il volume (35 euro) è già prenotabile presso la Libreria Lazzarelli o la Libreria La Talpa con una promozione speciale. I primi 100 lettori riceveranno infatti una fotografia originale, tra quelle contenute nella pubblicazione, firmata dall’autore. La promozione sarà valida fino al 10 novembre prossimo, data in cui il volume sarà messo in vendita.