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AL FARAGGIANA ARRIVA LA MERDA, UNA COMMEDIA PLURI PREMIATA

foto di Marco Pavanelli

Novara - Dopo aver vinto l’Oscar del teatro europeo e registrato un enorme successo di pubblico e critica in tutto il mondo (dall’Europa al Brasile, dall’Australia al Nord America) a dieci anni di distanza dal suo debutto, arriva al teatro Faraggiana nella stagione "Energie Alternative" lo spettacolo 'La Merda' giovedì 9 marzo alle ore 21.

In concomitanza con la giornata internazionale della donna 2023 ben volentieri sottolineiamo l'accordo tra Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana, Aied, Lilt, Udi e Ready che favorisce l'ingresso agevolato alle socie di queste associazioni al costo di 10,00 euro riservato anche per un accompagnatrice/ore. Inoltre parte dell'incasso sarà ritornato alle quattro associazioni per promuovere le loro attività.

Lo “straordinario, brutale, disturbante e umano” (The Times) testo sulla condizione umana di Cristian Ceresoli che gli è valso il Fringe First Award for Writing Excellence per la scrittura, è stato tradotto, oltre che in inglese, in greco, danese, ceco, spagnolo, gallego, portoghese brasiliano, norvegese, svedese e francese, mentre è in corso di traduzione in numerose altre lingue. Viene pubblicato in edizione bilingue Italiano–Inglese dalla Oberon Books di Londra nel 2012 e nel 2017 in Italia da Gallucci HD. L’interpretazione “straordinaria, sublime e da strapparti la pelle di dosso” (The Guardian) di Silvia Gallerano viene accolta da dieci anni da commosse ovazioni. La Gallerano, che interpreta La Merda sia in inglese che italiano, è la prima attrice italiana a vincere il The Stage Award for Acting Excellence. La Merda si manifesta come uno stream of consciousness dove, in poesia, si scatena la bulimica e rivoltante confidenza pubblica di una “giovane” donna “brutta” che tenta con ostinazione, resistenza e coraggio di aprirsi un varco nella società delle Cosce e delle Libertà. La Merda ha come spinta propulsiva il disperato tentativo di districarsi da un pantano o fango, ultimi prodotti di quel genocidio culturale di cui scrisse e parlò Pier Paolo Pasolini all’affacciarsi della società dei consumi. Quel totalitarismo, secondo Pasolini, ancor più duro di quello fascista poiché capace di annientarci con dolcezza.